AMORE, JUDO E DOMINAZIONE decimo episodio di Davidmuscolo Decimo episodio Ben prima della dieci, ora dell'appuntamento, eravamo all'ingresso della cittadina, luogo dell'incontro scelto da Sara. Per ovvi motivi, sono costretto ad omettere i nomi delle localita' ma ci trovavamo in un minuscolo centro di 5/6 mila abitanti distante appena una trentina di chilometri dal capoluogo di provincia dove mi aveva detto di risiedere Sara. Un paio di chilometri prima di arrivare, Miriam le telefono' dicendole che eravamo quasi sul luogo dell'incontro e la donna al telefono rispose che entro un quarto d'ora il suo schiavo, ed aveva ribadito questa parola usandola al posto del sostantivo , sarebbe stato da noi e ci avrebbe poi condotto nella sua villa di campagna. Mia moglie aveva messo il vivavoce ed avevo potuto sentire finalmente la voce di Sara, seppur falsata dal telefono. Oh, non la sapevo definire. La cadenza era tipica del luogo dove ci trovavamo ma non era troppo marcata e la voce era pacata e tranquilla. Ma era inutile che continuassi a farmi domande. Tra poco l'avrei vista e la mia curiosita' sarebbe svanita. Ma c'era anche la curiosita' di conoscere il marito. Non ne conoscevo il nome in quanto Sara non me l'aveva mai detto ed io mi ero guardato bene dal chiederglielo. L'unica cosa che sapevo di lui era che si trattava di un uomo di successo ma che nella sua vita privata era completamente sottomesso a sua moglie, con suo enorme gaudio, presumevo. Intanto, eravamo scesi dalla macchina per sgranchirci le gambe dopo il viaggio. Io mi ero appoggiato con le spalle alla macchina mentre Miriam si era infilata i suoi occhiali da sole e camminava avanti e indietro fumando nervosamente. Guardai l'orologio e mi accorsi che le dieci erano finalmente arrivate e, puntualissima, vidi arrivare una Mercedes classe C bianca e affiancarsi a noi. Ne scese un uomo sui cinquanta, vestito impeccabilmente con un completo grigio ed una cravatta rossa amaranto. Poteva senz'altro definirsi un uomo affascinante, alto circa un metro e ottanta, snello e apparentemente in notevole forma fisica, con i capelli sale e pepe portati molto corti ed un sorriso molto franco e cordiale " La signora Miriam e Davide?" ci domando' " Esatto" risposi porgendogli la mia mano " E' un piacere conoscervi" rispose l'uomo afferrando la mia mano e stringendola con ardore "Io sono Giovanni e sono lo schiavo della signora Sara. Prego, seguitemi. Lei vi sta attendendo" prosegui' dopo aver salutato con estrema cortesia anche mia moglie. Rimontammo in macchina e seguimmo Giovanni in silenzio, dandoci ogni tanto uno sguardo interrogativo. Ci inoltrammo per circa un quarto d'ora lungo impervie stradine di campagna ed infine arrivammo. La prima occhiata alla casa ci fece subito capire che avevamo a che fare con gente facoltosa. C'era la piscina, anche se la temperatura non era ancora l'ideale per farci un bel tuffo ma soprattutto c'era un delizioso villino a due piani dove sicuramente sarebbe stata una meraviglia trascorrere in un luogo come quello i nostri giorni di ferie. Giovanni ci fece entrare ed anche l'interno era adorabile. Proprio davanti a me si vedeva la scala che doveva portare al piano superiore e sulla nostra destra, a pochi metri dalla porta d'ingresso, una grossa stanza con tanto di camino. Ci fece cenno di entrare in quella stanza e poi di accomodarci. Ebbi un brivido di freddo. La stanza era piuttosto freddina " Freddo, vero? Accendo il camino" ammise infatti l'uomo iniziando ad armeggiare con la legna "La padrona scendera' fra poco. Devo dire che e' molto piacevole poter essere me stesso, uno schiavo al completo servizio della sua padrona, anche di fronte ad altri e spero che non crediate che mi stia prendendo troppa confidenza" " Ma no" lo tranquillizzai " D'altronde immagino che tua ... ..che la tua padrona ti abbia messo al corrente di tutto" " Assolutamente si e spero che questa settimana sia per voi molto positiva nel prosieguo del vostro rapporto" " Lo spero anch'io" ribadii " Certamente. La mia padrona e' una donna eccezionale ma non voglio anticiparvi cose che sara' lei poi a spiegarvi" " Va bene" risposi laconicamente e poi, dopo alcuni secondi di imbarazzante silenzio, proseguii "E' una bella casa. La sfruttate molto?" L'uomo aveva finito col camino e si era alzata una piacevole fiamma. Si mise seduto di fronte a noi " Dopo vi portero' a visitarla meglio ma comunque si, ce la godiamo molto. La mia padrona adora trascorrervi i fine settimana, sempre che i nostri impegni non abbiano la precedenza. Purtroppo ho un lavoro che spesso mi obbliga a cene formali, anche se in quei casi ho il grande onore di essere accompagnato a quelle cene dalla mia padrona" Ancora qualche istante di silenzio. Osservai Miriam che sembrava un pezzo di ghiaccio, nervosa come non mai. Avrei scommesso qualsiasi cosa che sarebbe voluta essere un milione di chilometri lontano da quel posto. Oh, non e' che io mi trovassi perfettamente a mio agio malgrado l'affabilita' di Giovanni ma poi finalmente la tensione venne interrotta da un rumore di passi. E si trattava del classico ticchettio di scarpe femminili che sembravano provenire dalla scala che avevo visto all'entrata della villa. Attesi con trepidazione che Sara si materializzasse di fronte a noi e finalmente la vedemmo. Si, fu una vera apparizione. La donna cammino' verso di noi con passo lento e sicuro mentre Giovanni si inginocchio' al suo ingresso. Sara era veramente una donna bella, affascinante e incredibilmente sexy. Aveva dei capelli biondi che le scendevano appena sulle spalle ed un viso bello e truccato con la massima attenzione, a cominciare da uno splendido rossetto rosso. La carnagione era chiara ed era vestita ... ... Era vestita da autentica dominatrice. Abito in latex cortissimo e decisamente scollato rosso fuoco che mettevano in evidenza un seno di dimensioni notevoli ma decisamente adeguato e delle gambe meravigliose solo in parte coperte da un paio di stivali che le arrivavano al ginocchio, anch'essi rossi con un meraviglioso tacco a spillo di oltre dodici centimetri. Con quei tacchi era imponente ma mi venne da pensare che fosse leggermente piu' alta del normale anche senza quegli stivali e la stimai intorno al metro e settanta. L'eta' era assolutamente indefinita e indefinibile. Come poter affibbiare un'eta' ad una donna del genere? Di sicuro, non si trattava di una ragazzina, considerando il portamento altero e sicuro e forse superava i quarant'anni ma era senz'altro la donna piu' affascinante che io avessi mai visto in vita mia. Mi alzai d'istinto porgendole la mano " Io sono Davide" le dissi con molto nervosismo " Mettiti seduto, Davide" mi ordino' ed io le obbedii immediatamente e si diresse verso Miriam, anch'ella alzatasi all'ingresso di quella straordinaria donna "Bene, finalmente ho il piacere di conoscere la tua padrona" disse rivolgendosi a me "Devo dire che non mentivi quando la descrivevi come una donna molto carina" " Oh grazie Sara" ribatte' mia moglie "Lei e' invece bellissima" " Niente lei tra noi due. Siamo due donne dominanti e ci diamo del tu. Anzi, stabiliamo subito le regole" disse la donna rivolgendosi a me e a mia moglie e contemporaneamente mettendosi seduta e accavallando sensualmente le gambe. Cercai di distogliere lo sguardo ma era difficile non guardare una donna simile. Sprizzava sensualita' in ogni suo gesto. Ci fece anche cenno di sederci e poi si rivolse a suo marito " Schiavo, una sigaretta" L'uomo scatto' in piedi immediatamente e dopo pochi secondi arrivo' con la sigaretta, l'accese alla sua padrona e si inginocchio' ai suoi piedi con il posacenere in mano. Dio mio, quante volte avevo sognato di farlo a mia moglie. Quelle poche volte che l'avevo fatto era sempre nata da una mia iniziativa e mai da un ordine perentorio di Miriam. Ma non ebbi il tempo di meravigliarmi. Sara si alzo' e poi lascio' partire un calcio nei confronti di Giovanni che si contorse dal dolore. Gli fece cenno di rialzarsi e poi lo colpi' con un manrovescio di inaudita potenza. L'uomo fece due passi indietro. Cavolo che schiaffo. Sara non scherzava proprio. Giovanni si inginocchio' di nuovo ai piedi della splendida dominatrice " Mi perdoni, padrona. Non so cosa ho fatto ma mi perdoni" " Che cosa hai fatto? Abbiamo l'onore di avere come ospite un'altra donna dominante e tu nemmeno hai avuto il buon senso di offrirle qualcosa" " Ma no Sara, veramente. Non avevo voglia di nulla" lo difese Miriam " Non ha importanza, mia cara amica. Lui aveva il dovere di essere piu' ospitale verso di te e sara' punito doverosamente. Non e' giusto Giovanni?" " Si padrona. Grazie di prendersi cura di me" Sara si rimise di nuovo seduta nella stessa posizione di prima, riprese a fumare con il marito subito ai suoi piedi. Cosa mai avrei dovuto fare io? La stessa cosa e mettermi in ginocchio ai piedi di mia moglie? Ero frastornato e affascinato " Dunque, dicevo che e' meglio stabilire subito le regole, Miriam. La prima e' che tu farai esattamente cio' che io ti consigliero' di fare. Non accetto nessuna obiezione. Se sei qui' significa che vuoi imparare ad essere una perfetta moglie dominante ed io sono la migliore maestra che tu possa trovare. Ovviamente, non saranno ordini ma semplici consigli che tu dovrai pero' accettare. E, conoscendo la tua mentalita' grazie ai miei contatti con Davide, potrebbero essere dei consigli che tu faticherai ad accettare del tutto. Ma questo primo punto e' essenziale. Se tu non te la sentissi, credo che dovresti alzarti in questo stesso istante ed andartene, pur con mio grande rammarico perche' vorrei che diventassimo amiche" Miriam rimase seduta e accenno' un lieve con la testa e la bellissima donna prosegui' "Molto bene. Sapevo che avresti accettato ma sono costretta a ripetermi. Potro' darti dei consigli che potrebbero non essere completamente accettati da te mentre io voglio la massima applicazione da parte tua. Vado avanti, Miriam? " Stavolta mia moglie si schiari' la voce " E se non dovessi accettare? Io non andro' contro i miei principi e la mia morale per nulla al mondo. Sarei costretta ad andarmene?" " Temo di si ma vorrei anche rassicurarti. Non ti faro' far nulla che vada contro certe regole. Tramite Davide conosco molto bene le tue e le sue attitudini ed in linea di massima mi atterro' a quelle attitudini senza farti fare cose troppo traumatiche. Devi fidarti di me" " Ok Sara. Io ci sto e al limite posso sempre andarmene. Non sto firmando un contratto" " No, nessun contratto e sono certa che rimarrete fino alla fine di questa settimana. Dunque, mia cara, la seconda regola e' che ognuna di noi due ha il pieno potere nei confronti del proprio schiavo ma e' assolutamente vietato mettere le mani addosso allo schiavo dell'altra. Potrai pero' dargli degli ordini cosi' come io potro' farlo con tuo marito. Se ci dovesse essere una mancanza che reputiamo grave, sara' compito nostro farlo presente alla padrona dello schiavo disobbediente che decidera' poi l'eventuale punizione. Loro si comporteranno nella maniera dovuta, a cominciare dal massimo rispetto nei nostri confronti. Il mio schiavo lo fara' sicuramente. Tu dovrai fare in modo che anche il tuo si adegui. Nessuna obiezione?" " No Sara" rispose mia moglie rimasta quasi a bocca aperta nel constatare l'enorme personalita' della padrona di casa " Molto bene" fece la donna che si tolse dalla posizione con le gambe accavallate e con un piede alzo' il viso di suo marito " Lecca gli stivali, schiavo" Guardammo in silenzio l'uomo obbedire alla sua padrona e muovere la lingua avanti e indietro sullo stivale e soffermarsi poi sui tacchi. Sembrava quasi in estasi. Sara sorrise, probabilmente osservando la completa sottomissione di suo marito e la sua devozione e poi guardo' ancora verso mia moglie " Vedi, mia cara amica, la prima cosa che devi imparare e' che non tutti gli schiavi sono uguali. Devi dar loro qualcosa che amano per poter diventare la loro padrona assoluta. Il mio schiavo e' diverso dal tuo, anche se ci sono delle affinita'. So perfettamente che Davide non ama queste manifestazioni e la prima cosa che devi fare e' dargli quello che lui ama. Tu lo sai cosa ama il tuo schiavo?" Miriam rimase un po' interdetta, come se avesse timore di sbagliare dinanzi a quella donna " Io ... .credo di si" " Avanti, dimmi. Ho detto che devi fare cio' che dico io ma io e te siamo uguali, siamo esseri superiori. Loro ci vogliono cosi' e noi dobbiamo esserlo quindi togliti tutte quelle remore che hai e parla liberamente " Mio marito ama ... .." " No, mia cara, inizio sbagliato. E' tuo marito dinanzi al mondo intero e come tale lo devi trattare, sia pur con qualche differenza sostanziale che piu' avanti scopriremo, ma quando siete soli o, come in questo caso, in presenza di persone che conoscono le vostre attitudini, lui e' il tuo schiavo e come tale lo devi chiamare" Miriam degluti' nervosamente " Il mio schiavo ama essere picchiato e dominato da una donna forte fisicamente o comunque esperta in arti marziali" Sara la guardo' e sorrise " Ne sei proprio sicura?" " Beh, e' quello che ha sempre detto" " A me non risulta. Ho avuto modo di scambiare molte idee con lui e mi sono fatta un'idea un po' diversa. A lui non piace essere picchiato ma vuole vedere la sua padrona come un essere superiore soprattutto fisicamente ma anche psicologicamente" " E non e' la stessa cosa?" " Oh no, mia cara. C'e' una differenza basilare e mi chiedo come tu non l'abbia capito finora. Lui non e' uno di quelli che ama il dolore, un masochista per intenderci, ma un uomo che vuole sentire la superiorita' della sua donna. Mi ha detto che in passato sei stata una campionessa di judo e quindi sarai in grado di batterlo con relativa facilita'. Non e' cosi'" " Si, penso che per me sia abbastanza semplice batterlo" " Oh, finalmente. E' questo che lui vuole. Lui ha bisogno di percepire la tua forza. Fa parte di quel ristretto numero di uomini sottomessi disposti a fare qualunque cosa per la loro padrona purche' questa si dimostri piu' forte di lui. Insomma, il suo motto e' "ti obbedisco perche' te lo meriti" Con questo non e' che tutto finisce li'. Una padrona lo si diventa a 360 gradi, altrimenti sarebbe solo uno stupido gioco di lotta. Quando lui avra' percepito completamente la tua superiorita' fisica, tu potrai diventare a pieno diritto la sua padrona dando ordini nel modo giusto e punendolo per ogni cosa. Deve rigare dritto, stare sempre sul filo del rasoio e ti adorera' per ogni cosa che farai. A quel punto, potrai anche obbligarlo a fare cio' che lui non desidera, anche fargli baciare i tuoi piedi e le tue scarpe, cosa che lui non ama particolarmente. E' nel tuo diritto di padrona. Anzi, l'eccitazione che raggiungera' sara' ancora maggiore perche' sta facendo qualcosa che non ama e per cui e' obbligato. E' obbligato dalla tua posizione dominante, posizione che ti sei conquistata ai suoi occhi dimostrandogli di essere piu' forte di lui. E quindi, tutto parte da questo punto essenziale per la sua mentalita': la tua superiorita' fisica. Ma attenzione, Miriam, questo e' solo l'inizio perche' dopo avergli dimostrato che puoi picchiarlo come e quando vuoi, deve subentrare l'autorita' per mantenere quello status. E non solo" " Non solo? Cos'altro dovrei fare?" Intervenne Miriam " Ogni cosa a suo tempo. E sul resto preferisco parlarne a quattr'occhi, senza i nostri schiavi. Concludendo, lui ti amera' e ti adorera' a prescindere ma lo fara' in modo ancora piu' totale se tu userai quel pizzico di sadismo necessario, alternando quel sadismo anche a tenerezze, purche' siano tenerezze di una donna dominante e non quelle di una femminuccia. E' giusto il quadro che ho fatto, Davide?" Ero rimasto ad ascoltarla in religioso silenzio, affascinato da quella voce e da quel tono sicuro, da vera padrona, mentre il suo schiavo continuava avidamente a leccarle gli stivali. Aveva magistralmente azzeccato tutto, tutte le mie sensazioni. E' vero, glie lo avevo scritto e quindi sapeva cio' che io desideravo, ma la sua disamina era stata perfetta pur se concisa " E' un quadro perfetto Sara" risposi infine. La bella donna sorrise e poi guardo' Miriam " Hai visto in che modo si e' rivolto a me? Mi ha dato del tu invece di portarmi il giusto rispetto. Credo che tu lo debba punire. E' la prima lezione, Miriam" Guardai prima Sara e poi mia moglie. Ero smarrito. " Non capisco. Ci siamo sempre dati del tu nelle nostre lettere" obiettai " Oh si ma avevo precisato che, dal momento che siete entrati in questa casa, voi schiavi vi sareste dovuti rivolgere a noi padrone usando un tono molto sottomesso. Per il mio schiavo la tua padrona e' "signora Miriam" ed io per te sono "signora Sara" mi rispose e poi guardo' di nuovo mia moglie "Avanti Miriam. Il tuo schiavo ha bisogno di una punizione. E' un tuo oggetto personale e non posso essere io a punirlo. Fallo" Ancora una volta mi guardai intorno e poi osservai mia moglie. Avevo sempre desiderato essere punito da lei ma, stranamente, quella volta ero in agitazione. Miriam si alzo', venne vicino a me e mi prese per un braccio costringendomi ad alzarmi " Chiedi immediatamente scusa a Sara" Stavo per farlo ma Sara mi precedette " No, mia cara amica, non ci siamo. Non e' quello il modo. Vieni, seguimi. Dobbiamo parlare io e te da sole" Il tono era stato secco e mia moglie non replico'. Vide Sara avviarsi verso l'uscita della stanza e la segui' docilmente. Eravamo rimasti io e Giovanni, ancora in ginocchio di fronte alla poltrona dove prima era seduta la sua padrona. Volse lo sguardo nei miei confronti " Imparera', Davide. Vedrai che imparera'. Se ha un briciolo di buona volonta', se ha veramente la voglia di diventare una perfetta moglie dominante, sotto l'ausilio della mia padrona diventera' una dominatrice coi fiocchi. La signora Sara e' la maestra perfetta per insegnarle tutto. Pero' attento, Davide. Se tua moglie dovesse diventare come la mia, non sara' facile per te. Avere una moglie come padrona non e' come fare una sessione a settimana con una mistress a pagamento. Dovrai stare in tensione ogni momento della giornata e non avrai piu' una vita tua" Lo guardai in modo interrogativo " Cosa vuoi dire? Che non e' piacevole sottomettersi ad una donna come tua moglie? E' bellissima ed e' una vera dominatrice. Se hai soltanto pochi istinti sottomessi lei e' la perfezione" " Oh ma io non ho detto questo. La mia padrona e' straordinaria ed io sono felicissimo di sottomettermi a lei. Io sono felice come non potrebbe esserlo nessun altro essere umano. Parlavo per te" " E quello che cerco da una vita" ribadii sicuro. Giovanni sorrise e forse stava per replicare quando rientrarono le due donne. Sara si sedette di nuovo sulla stessa poltrona, accavallo' le sue bellissime gambe e dovetti quasi violentarmi per non guardarla. Non potevo e non dovevo, per rispetto suo e di mia moglie. Nel frattempo, Miriam si era avvicinata a me posizionandosi proprio di fronte. Per un attimo volto' la testa per incrociare lo sguardo di Sara che sorrise e fece di si con la testa. Mia moglie si giro' e con la sua velocita' e bravura, doti che conoscevo perfettamente per avere ammirato innumerevoli suoi combattimenti, mi afferro' per un braccio e, senza sapere come, mi ritrovai per terra con il braccio ancora saldamente nella sua mano mentre con l'altra mi afferro' per il collo " Brutto idiota. Ti rendi conto che figura mi hai fatto fare?" Era la prima volta che mi insultava e rimasi quasi inebetito. Ma soprattutto ero immobilizzato, proprio come era accaduto quella mattina dentro la macchina ma con la sostanziale differenza che quella volta non si limito' a lasciarmi subito malgrado le mie scuse. Il suo braccio sinistro continuava a tenermi per il collo mentre la sua mano destra mi faceva una dolorosa torsione ed io non sapevo cos'altro dire e cos'altro fare. Gridai " Chiedo scusa, padrona, non lo faro' mai piu' " Certo che non lo farai mai piu' perche' altrimenti ti spezzo il braccio. E' chiaro?" Oh mio Dio! Era questo cio' che cercavo? La straordinaria erezione che mi accorsi di avere stava a dimostrare che mi piaceva ma per il resto ero completamente confuso. Il dolore era intenso e volevo farlo terminare il piu' presto possibile ma divincolarsi era impossibile " Si, e' chiaro, padrona" risposi quasi singhiozzando e lei mi lascio' permettendomi di rialzarmi. Era tutto terminato? Oh no, quello era stato l'inizio perche' mi colpi' con due schiaffi pesanti che quasi mi bruciarono il viso e quindi mi prese per la nuca costringendomi ad inginocchiarmi di nuovo e quando lo feci mi arrivo' un calcio allo stomaco. Non forte. Se l'avesse dato con tutte le sue forze mi avrebbe fatto davvero molto male. Le gambe e le braccia di Miriam erano estremamente potenti a causa dei suoi numerosi anni di allenamenti. Ma fu ugualmente molto doloroso " Sai quello che devi fare, vero?" Lo sapevo. Malgrado il dolore per il calcio ricevuto, baciai le scarpe di mia moglie in segno di sottomissione e le ribadii le mie scuse. Quante volte avevo sognato di vivere una scena del genere? Quante volte avevo immaginato di poter sentire la reale potenza di mia moglie? Ecco, sia pur per un breve istante, avevo finalmente realizzato i miei sogni ed erano solo pochi minuti che avevamo fatto il nostro ingresso in quella villa. Mi rivolsi poi verso Sara, sempre rimanendo in ginocchio " Le chiedo scusa signora. Non accadra' piu'" " Scuse accettate. Ora alzatevi tutti e due e andate nella macchina di Miriam a prendere le valigie e portatele nella camera che ho destinato per voi. Io e la mai nuova amica dominatrice dobbiamo parlare. Non distubateci" Mi alzai, imitato da Giovanni e stavo per uscire dalla stanza quando sentii la voce di mia moglie " Davide, vieni immediatamente qua'" Mi voltai e quasi corsi verso di lei " Si padrona" " Prendi dalla mia borsa le sigarette e accendimene una. Subito" Si subito. Un ordine dato in quella maniera era per me sinonimo di obbedienza totale. Le accesi la sigaretta e mi inginocchiai ai suoi piedi con il posacenere in mano. Miriam mi guardo' ed il suo sguardo perse per un attimo l'autorevolezza mostrata negli ultimi minuti, quasi a dirmi che quello che aveva fatto era la logica conseguenza di cio' che io stesso desideravo. Prese dalla mia mano il posacenere e mi fece cenno di rialzarmi " Hai sentito cosa ha detto Sara? Aiuta Giovanni a prendere le valigie e portatele nella camera" Lo facemmo, mentre nel salone che avevamo lasciato, le due padrone parlavano amabilmente come due vecchie amiche. Era stato tutto straordinario e quasi non mi sembrava vero quello che avevo vissuto. E' vero che negli ultimi mesi i miglioramenti di mia moglie erano stati evidenti e che avevo trascorso ottimi momenti sottomessi con lei, ma non le avevo mai riscontrato l'autorita' e consapevolezza messa in mostra in quella situazione e soprattutto non le avevo mai visto agire con quella violenza e mentre uscivamo dalla villa per andare prendere le valigie ero elettrizzato. Giovanni mi sorrise e poi mi mise una mano sulla spalla in segno amichevole " Che ti dicevo? La mia padrona ha un certo ascendente sulle persone, uomini o donne che siano" Assentii e portammo le valigie nella nostra camera, le poggiammo sul letto e mi misi seduto senza sapere cosa fare. Non mi era stato ordinato di sistemarle e non feci nulla se non aspettare che le due donne si affacciassero nella stanza che ci era stata destinata. Era una camera piuttosto ampia con un letto di legno, i classici comodini ai lati dello stesso, un como' ed un altro mobile con un grosso specchio ad altezza d'uomo. Ed in piu' naturalmente, un armadio situato di fronte al letto che prendeva quasi l'intera stanza e pertanto molto grande " E' una bella stanza, vero?" mi disse mia moglie dopo essere entrata ed averla ammirata" " Si padrona. Una bella stanza" " Bene! Metti a posto le mie cose e mettile bene" " Ah, le scarpe le metti in quella scarpiera ricoperta dallo specchio" intervenne Sara " Certamente signora" risposi. Mentre le due donne uscirono di nuovo dalla stanza, mi diedi da fare per sistemare tutte le cose di mia moglie, a cominciare dagli abiti per finire ai trucchi. Non mi pesava. Stavo servendo la mia padrona come avevo sognato per anni ma cominciavo a capire cosa voleva dire Giovanni quando aveva sostenuto che non sarebbe stato facile in quanto la mia vita sarebbe cambiata notevolmente. Pensavo alla differenza tra la vita che mi attendeva e quella che, bene o male, avevo fatto fino ad allora e mi veniva in mente una vacanza di qualche anno addietro in un villaggio turistico quando, appena arrivati, io mi misi a leggere aspettando che mia moglie sistemasse le cose di tutti, a cominciare da quelle mie per finire a quelle di mia figlia mentre in quel frangente ero io ad occuparmi di tutto e cosi' sarebbe stato anche in seguito. Sarebbe cambiato molto e Giovanni aveva ragione. La liberta' sarebbe stata un ricordo ma non era fantastico vivere per un'altra persona ed in special modo per la donna che amavo? Per l'unica donna che avessi mai amato? Si, lo trovavo meraviglioso. La sua prova di forza mi aveva addirittura entusiasmato ed ero eccitato oltre l'inverosimile. Dio, quanto la desideravo in quel momento. Avrei voluto inginocchiarmi ai suoi piedi ma non sarebbe stata un'insulsa scenetta di quelle che tante volte avevamo interpretato. Per la prima volta nella mia vita mi sentivo veramente inferiore in tutto a mia moglie ed era una sensazione incredibile, quasi impossibile da spiegare. Io l'amavo. Anzi, l'adoravo. Miriam era salita finalmente su quel piedistallo che per tanti anni io avevo messo ai suoi piedi ma che, per la sua particolare indole, non era mai riuscita a salire del tutto. Oh si, qualche rapidissima ascesa l'aveva fatta su quel piedistallo ma solo per ridiscenderne immediatamente ma in quel momento, per qualche ragione misteriosa, io ero certo che da quel piedistallo mia moglie non sarebbe piu' ridiscesa del tutto. Dopo altri dieci minuti Sara e Miriam rientrarono nella stanza. Non sapevo come comportarmi. Avevo visto Giovanni inginocchiarsi al cospetto della sua padrona ma io non avevo ricevuto ordini in proposito e rimasi in piedi, nervoso e intimidito alla vista delle due donne. Quasi come se mi avesse letto nel pensiero, Miriam si mise seduta sul bordo del letto, imitata dalla sua nuova amica e con l'indice puntato verso di me mi fece cenno di inginocchiarmi. Lo feci immediatamente " Ho fatto una bella chiacchierata con Sara" esordi' mia moglie "e lei mi ha dato i consigli sul comportamento che dovrai tenere. Per prima cosa, appena io entro in una stanza, tu dovrai inginocchiarti ai miei piedi. Dovrai sempre e ribadisco sempre chiamarmi padrona o signora. Saro' io a dirti dove e quando potrai chiamarmi per nome. Inutile dire che dovrai fare qualunque cosa io ti ordini, a cominciare dal massaggio ai piedi che tu tanto detesti. E' chiaro sinora?" " Si padrona" risposi in estasi " Molte cose di te gia' le sapevo e quindi non sono state novita' assolute ma vedro' di metterle in atto, a cominciare dalle punizioni che riceverai per ogni sciocchezza" " Ricordati Miriam" intervenne Sara "che hai di fronte un uomo che godra' della tua punizione e che spesso potra' disobbedirti appositamente e quindi dovrai valutare bene che tipo di punizione infliggergli. So che avete una parola d'ordine ma quella deve valere solo quando il dolore che gli infliggi diventa insopportabile e non per non ottemperare ad un ordine. Ah, dimenticavo. Devi ordinargli di farti dare del lei" " E' necessario, Sara? Dopotutto e' sempre mio marito. Mi sembrerebbe ridicolo" " E' necessario. Almeno per lui e' necessario. Ti ho gia' detto che non e' tuo marito in questi casi. E' un tuo schiavo e uno schiavo deve avere il massimo rispetto per la sua padrona. Forse all'inizio lo troverai ridicolo ma poi ti ci abituerai. Questa e' comunque la mia visione della dominazione e posso assicurarti che funziona perfettamente" Miriam fece un cenno di assenso nei confronti di Sara e continuo' " Capito? Devi darmi del lei e lo farai sia quando siamo da soli che quando siamo dinanzi ad altri. Anche in questo caso saro' io a dirti quando potrai e dovrai comportarti da marito dinanzi a me. Anche quando saremo una coppia normale dovrai comunque avere un comportamento adeguato altrimenti appena saremo soli le mie punizioni saranno tremende" " Bene Miriam. Credo che il tuo schiavo si comportera' in modo adeguato" aggiunse Sara " Adesso diamo un occhiata al tuo abbigliamento. Sai, il vestiario e' una componente essenziale di una donna dominante, non e' vero Davide? Ho letto parecchie tue lamentele in proposito" " Credo di si, signora" risposi timidamente. Quella donna mi metteva in tremenda soggezione. Sara rovisto' negli armadi, tirando fuori tutto quello che avevo appena sistemato e lanciandolo sul letto, quindi ando' a vedere la scarpiera " Oh mio Dio, Miriam, ma come pensi di poter diventare una padrona con quell'abbigliamento e con quelle scarpe? Vanno bene per andare a fare una passeggiata sotto casa ma non certo per una serata o per un pranzo in un ristorante di un certo livello. A parte quelle cose in latex e le scarpe con quel tacco da venti centimetri che ti ha regalato il tuo schiavo che non sono adatte pero' per un uscita di classe e mi sembrano idonee solo per una sessione in qualche locale particolare. Oppure in privato. Sinceramente, non vedo cose mettibili per andare a cena stasera" " Ma noi non siamo abituati ad andare a cena in ristoranti di lusso" cerco' di replicare mia moglie " Non sto parlando di ristoranti di lusso ma semplicemente di un uscita durante la quale tu sarai la sua padrona e non la sua mogliettina. Cio' che hai va bene per uscire con gli amici, per essere carina senza dare troppo nell'occhio ma ci sono situazioni in cui tu devi essere ben altro e l'abbigliamento e' una parte essenziale. Comunque, ne parleremo meglio in privato. Adesso andiamo e porta con te la carta di credito. Ce l'hai ben fornita?" " Beh insomma. Sono una prof e non ho certo molta disponibilita'" " Non c'e' bisogno di essere milionarie, basta avere un certo gusto. Oggi ti faro' spendere un bel po' di soldi ma vedrai che ne sarai ben felice. Ogni tanto, bisogna farlo. Telefono al mio parrucchiere e fisso un appuntamento per te, mi cambio, mi metto qualcosa di decente adatto ad uscire e poi andiamo a fare shopping. Quanto a te" prosegui' poi rivolgendosi a me "rimetti tutto a posto e poi insieme al mio schiavo preparate il pranzo. Arriveremo un po' tardi e vi faremo un colpo di telefono quando stiamo per rientrare in modo che sia tutto pronto. E vi conviene essere molto bravi se non volete cominciare ad assaggiare le punizioni gia' al primo giorno di permanenza" Fine decimo episodio Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it