AMORE, JUDO E DOMINAZIONE nono episodio di Davidmuscolo Nono episodio La sera stessa, ancora eccitato per cio' che era accaduto, scrissi di nuovo a Sara " Cara Sara, credo di potermi definire molto soddisfatto. Mia moglie e' ormai ad un passo dall'essere la padrona che avevo sempre sognato. Certo, alcune cose latitano e per la mia mentalita' vorrei che usasse un po' piu' le mani nei miei confronti e m'incutesse piu' timore ma capisco quanto possa essere complicato per lei amare un uomo e poi picchiarlo se questi le disobbedisce ma di questo passo forse arriveremo anche a quello. La strada e' quella giusta e forse lei capira' che amore e dominazione, anche quel tipo di dominazione leggermente violenta come e' nei miei desideri, possono tranquillamente coesistere e tu ne sei la prova vivente. Lei ha dovuto faticare di piu' rispetto a te non avendo le tue attitudini al comando ma sicuramente ci arrivera'. Io ci spero ma anche se cosi' non fosse mi ritengo ugualmente l'uomo piu' fortunato che esiste al mondo per aver avuto la fortuna di incontrare una donna che ha fatto tutto questo per me. Tutto sommato, posso dire di essere andato ben oltre le mie aspettative di quando ero un ragazzo e questo anche un po' per merito tuo e di quel tuo consiglio apparentemente banale ma che per me ha significato molto" Attesi pazientemente la risposta di Sara che, di solito, arrivava entro un paio di giorni. Non che avesse altro da dirmi ma, al di la' dei consigli, era per me un piacere poter discutere con una persona che fosse a conoscenza di quali fossero i miei problemi, a prescindere che questi problemi venissero poi risolti o meno. La risposta arrivo' ma stavolta fu ben diversa da quella che mi sarei atteso " Caro Davide, credo che stavolta tu abbia ragione. Tua moglie ha fatto di te un uomo felice e puo' senz'altro considerarsi ormai una vera padrona. Credo che per me sia giunto il momento di parlare direttamente con lei, da padrona a padrona. Quello che segue e' il mio numero privato e so che posso fidarmi di te. Fammi telefonare a questo numero da tua moglie e poi sara' lei a dirti cosa ho intenzione di fare" Rimasi allibito. Il numero privato di Sara? E lei che voleva parlare direttamente con Miriam? Non stavo piu' nella pelle e quando mia moglie torno' a casa dai suoi allenamenti quotidiani, la affrontai, dopo aver atteso che mia figlia si rinchiudesse nella sua stanza a parlare al telefonino con le sue amiche " Padrona" esordii col solito tono mite che ormai avevo ogni qualvolta mi rivolgevo a lei "ho ricevuto una mail da Sara" " Ti ha dato qualche altro consiglio?" mi domando' " Veramente no ma mi ha chiesto di poter parlare con te" " Con me?" Miriam mi guardo' esterrefatta "Cosa mai puo' volere da me?" " Non lo so padrona, ma mi ha inviato il suo numero privato. Ha detto che poi, eventualmente, sarai tu a raccontarmi tutto" " Ti sei lamentato ancora di come io faccio la padrona? Eppure mi sembrava che ultimamente le cose andassero molto meglio" " Giuro che non mi sono lamentato. E' vero, a volte l'ho fatto, ma non questa volta. Anzi, nella mia ultima mail le avevo scritto che mi ritenevo fortunato e che tu eri diventata una perfetta padrona" Miriam mi venne vicino e mi accarezzo' " Io non credo di avere voglia di parlarci. Io non la conosco e tu sai come sono fatta. Mi da fastidio raccontare i fatti miei. A te fa bene e ti senti meglio ma io preferisco tenere tutto per me. Accetto che tu ti possa confidare con lei e ti ho dato il permesso di farlo ma non puoi pretendere che io mi metta a raccontare ad una persona che non ho mai visto quello che faccio e magari entrare nei particolari e dirle in che modo faccio l'amore con mio marito" " Sei tu che decidi. Quando io ti ho chiesto di diventare la mia padrona, sapevo che avresti potuto prendere delle decisioni che non condividevo e questo fa parte del gioco. Da diverso tempo ormai accetto tutto cio' che dici e cio' che fai e lo faro' anche questa volta. E' il mio modo di essere un uomo sottomesso, il mio modo di amare e adorare la mia padrona" Miriam poso' le sue labbra sulle mie " Lo so che mi adori, lo vedo in tutto quello che fai e questo mi fa sentire straordinaria. Ma una padrona puo' amare immensamente il suo schiavo?" " Nella mia visone personale, si, mia dolce padrona" " E allora voglio dirti che la tua padrona ti ama e che forse potrei anche cambiare idea riguardo quella telefonata con Sara" " Davvero lo faresti?" chiesi con gioia " Non te l'assicuro e devo ancora pensarci su, ma forse fare una telefonata e sentire cosa vuole da me puo' non essere una cattiva idea" Non dovetti attendere molto. Il giorno seguente Miriam si fece dare il numero di telefono datomi da Sara e le telefono' dinanzi a me. I primi secondi di quella telefonata furono normali. Sentivo mia moglie presentarsi e chiedere il motivo per il quale aveva voluto parlare con lei ma poi rimase in silenzio per quasi un minuto dopodiche' la sentii balbettare , fino ad arrivare ad un . Miriam richiuse il telefonino guardandomi con gli occhi spalancati " Che cosa voleva dirti?" le chiesi impaziente e curioso come non mai " Vuole vederci" " Vedere noi?" domandai stupidamente " Si, vuole vedere noi. Ha detto che fra venti giorni e' Pasqua e che ci invita per una settimana nella sua villa di campagna. Sa che sono un'insegnante e che in quel periodo non lavoro. Ha detto anche che e' assolutamente necessario e non ha accettato scuse. E' una donna ... .come dire?" " Come dire?" " Non lo so spiegare. E' gentile e autoritaria allo stesso tempo. Sinceramente, non e' che avessi tante intenzioni di incontrarla. Mi imbarazza. Gia' e' difficile per me sapere che ci sono persone che conoscono questa parte della nostra vita, figuriamoci doverle incontrare. E poi, non mi sento all'altezza. Da quello che mi hai raccontato, lei e' una vera dominatrice da tanti anni ed io sono una padrona ancora un po' imbranata che ha paura di far male al suo schiavo" La guardai col solito misto di tenerezza che mi faceva in quelle circostanze " No, tu sei una moglie perfetta e ormai puoi considerati anche una padrona perfetta e non devi temere nessuna. Sei molto bella e se volessi potresti esserlo ancora di piu' e hai fatto del tutto pur di aiutarmi in queste strane perversioni che ho e di questo ti saro' sempre riconoscente, proprio perche' so che non fa parte del tuo carattere. Non capisco cosa tu possa temere" Miriam mi guardo' e poi venne di fronte a me dandomi un bacio quasi possessivo, proprio di quelli che piacevano a me " Perche' ho paura che tu possa guardare la differenza tra noi due e innamorarti di lei. Questa donna sembra possedere tutto quello che tu ami e non sarebbe complicato per lei, se fosse anche bella, manovrarti a suo piacimento" " Saremo noi tre?" " No, mi ha detto che ci sara' anche il marito, ma non si puo' mai sapere" " Tu sei la mia padrona e non ce ne saranno altre. E poi Sara e' sempre stata chiara con me. Lei ama suo marito e quindi ripeto che non devi temere nulla" " Sara' senz'altro cosi', ma tu bada bene Davide. Se ti vedo guardarla con occhi che non mi piacciono, io ti riempio di botte e soddisfo le tue voglie una volta per tutte. Tu sei mio. Sei il mio uomo, il mio schiavo e sei mio marito e non ti lascio andare" Sorrisi compiaciuto " Non ce ne sara' bisogno. Io ti appartengo da sempre, da quando ho visto il tuo sorriso per la prima volta. Piuttosto, ti ha detto cosa vuole, allora?" " Semplicemente che vuole conoscermi e darmi di persona dei consigli che possano ulteriormente migliorarmi" " Cavolo" risposi su di giri " Lo so, non sono perfetta come dominatrice ma non vedo che tipo di consigli possa darmi quella donna. Dopo tanti anni so perfettamente quello che devo fare e quello che non faccio e' perche' non ci riesco, perche' mi viene complicato da un punto di vista psicologico e non perche' non sappia cosa fare" " Si, lo so e nemmeno io ho idea di quali siano le sue intenzioni ma credo che valga la pena tentare. Avremo modo di conoscere un'altra coppia che pratica femdom ed eventualmente imparare qualcosa da loro. Male che vada, faremo una vacanza anomala. Ti ha detto altro?" " No, nient'altro a parte che dovremo risentirci per definire l'appuntamento. Ma lo sai che dovremo percorrere oltre 300 km per incontrarli?" Lo sapevo. Sara mi aveva detto dove abitava ma ero certo che quei 300 km sarebbero volati via in un attimo. Non trascorsero mai invece quei venti giorni che ci separavano da quell'appuntamento. Cosa veramente voleva Sara? In quei giorni non mi scrisse e non rispose ad una mia mail e decisi di non importunarla piu'. Ma se io ero nervoso in attesa di quell'incontro, mia moglie non lo era di meno. Era chiaro, e l'aveva sottolineato lei stessa, che incontrare una donna che si era descritta come una perfetta moglie dominante la metteva in un ovvio imbarazzo e, ancora una volta, ero sicuro che aveva accettato quell'incontro solo per me, per cercare di migliorare e per dare l'ultimo tocco alla sua evoluzione. Quella era forse l'ultima occasione. Miriam aveva ormai quasi quarant'anni e malgrado la vedessi ancora come una donna bellissima e malgrado fosse in forma smagliante anche da un punto di vista atletico, il tempo trascorreva inesorabile e non erano poi molti gli anni che avevamo dinanzi per essere una coppia che si dilettava a praticare la dominazione femminile. Nei modi che piacevano a me, tra l'altro. Era ancora forte, terribilmente in gamba e ci metteva pochi secondi per schiantarmi a terra, ma per quanti anni ancora sarebbe potuto durare tutto questo? Si, forse quello era l'ultimo treno per lei per diventare dominante alla massima potenza e per me per sottomettermi ad una donna con tutte le caratteristiche da me sognate Il fatidico giorno della vigilia della partenza finalmente arrivo'. Mia figlia avrebbe trascorso le vacanze pasquali dai genitori di una sua amica e questo ci tolse un grosso problema mentre io ebbi qualche difficolt� per prendermi quei giorni di ferie a causa del lavoro, difficolta' che riuscii comunque a risolvere, sia pure con molta fatica. Dovevamo solo fare le valigie. Gia' ma cosa metterci? Da sottomesso, pur molto anomalo come lo ero io, tocco' a me farle. Io ci misi il completo della domenica con un paio di camicie classiche ed un paio di cravatte ma per il resto abbondai di indumenti casual, mentre per Miriam mi attenni a quello che lei aveva preparato. C'erano un'infinita' di indumenti, nemmeno dovessimo starci un mese invece che una settimana e notai con piacere che c'erano tutti gli abiti un po' sexy che possedeva. Non che ne avesse tanti, a dir la verita', ma un paio di abitini che le arrivavano sopra il ginocchio ce li aveva cosi' come aveva jeans e leggings molto aderenti che lei indossava preferibilmente dentro a stivali. Purtroppo non quegli stivali che io le avevo comprato, quelli col tacco a spillo e altissimi ma stivali normali col tacco molto basso. Quei jeans e quei leggings erano i miei preferiti. Pur se li indossava mettendoci rigorosamente delle maglie lunghe e coprenti, le fasciavano il corpo facendolo intravvedere. Ed il corpo di Miriam era, come ho detto piu' volte, il suo pezzo pregiato. Ad ogni modo, preparai le valigie e poi la cena, come ormai facevo abitualmente quando nostra figlia era assente mentre Miriam passeggiava avanti e indietro visibilmente nervosa, senza controllare cio' che facessi. Mangiammo quasi in silenzio poi, quando avevamo quasi terminato la cena, prese in mano il telefonino " Devo telefonare a Sara per definire gli ultimi dettagli" Si allontano', passeggiando come era sua consuetudine quando parlava con qualcuno al telefono, afferro' un foglio ed una penna scrivendo qualcosa e poi la guardai assentire in silenzio. Termino' la telefonata e mi consegno' il foglio " Spero di aver scritto tutto bene. Si tratta di un posto un po' difficile da trovare e dobbiamo farci trovare alle dieci di domani mattina nella piazza principale della cittadina dopodiche' telefoneremo di nuovo a Sara e lei mandera' il marito a prenderci" " Bene" risposi guardando il foglio. Col navigatore satellitare non sarebbe stato un problema trovare quel posto. Mi risedetti a tavola per terminare la cena ma Miriam rimase in piedi ad osservarmi " Senti un po'. Ma tu le hai anche confessato il tuo desiderio di farmi indossare certe cose? Mi riferisco a quelle che teniamo ancora sotto il letto e che non ho mai indossato" Mi sentii come un bambino colto con le mani nella marmellata. Si, glie l'avevo detto a Sara di come mia moglie non giocasse con la sensualita' e con gli abiti provocanti e addirittura che le avevo comperato degli indumenti in latex e delle scarpe adeguate senza che lei avesse mai voluto indossarle " Si" ammisi "Perche' mi fai questa domanda?" " Perche'? Perche ha preteso che io mi portassi anche tutte quelle cose" " E tu che le hai risposto?" " Ma dov'eri? Non l'hai sentito che non ho avuto nemmeno modo di risponderle? Ha un modo di fare che non ammette repliche" " E cos'hai deciso?" Miriam si sedette anche lei " Davvero il mio abbigliamento non e' adeguato?" mi domando' cambiando tono. Sembrava quasi che si sentisse in colpa " Ma no, non e' quello. E' che nel mio immaginario la mia donna dominante deve essere inarrivabile, sexy come nessun'altra ed io vedo una donna terribilmente sexy se indossa certe cose, se ha il portamento giusto. Sono fatto cosi', mi dispiace, ma questo non significa affatto che non ti apprezzi come donna quando sei vestita semplicemente. Hai un fisico da paura, sei alta, snella ed un viso stupendo. Te l'ho detto un miliardo di volte che per me sei molto bella" " Forse bella e' esagerato. Sei tu che mi vedi bella e la cosa mi fa molto piacere ma io ho sempre i piedi per terra e so perfettamente di non esserlo. Tutt'al piu', penso di potermi definire carina" " Per me conta come ti vedono i miei occhi" risposi romanticamente e Miriam sorrise teneramente " Quanto sei dolce. Pero' malgrado tu mi veda bella non riesci a vedermi sexy e avresti bisogno che io indossassi quelle cose particolari. Giusto?" " Si, forse non puoi essere definita sexy ma solo perche' tu non vuoi esserlo" ammisi " E non ti darebbe fastidio se io andassi in giro vestita in quel modo? Questo non riesco a comprenderlo. Se una ti guarda io le caverei gli occhi e tu dici di essere geloso ma accetteresti di mandarmi in giro con quei pantaloni aderentissimi e con quelle scarpe da vertigine. No, questo non lo capisco" No, povero amore mio, non poteva comprenderlo ed era terribilmente complicato spiegarglielo " Io sono geloso e parlo sia da marito che da uomo sottomesso. Io voglio che tu sia la mia padrona ma che lo sia soltanto con me. E' vero, una donna bella e vestita in modo provocante attira gli sguardi. E allora? Sarebbe solo un altro modo per essere fiero di mia moglie e della mia padrona" " Guarda che diversi uomini si rigirano a guardarmi e senza che io indossi nulla di particolarmente sexy" ribatte' Miriam con un certo orgoglio femminile " Lo so, pensi che sia stupido o cieco? Lo fanno quando sono presente io, figuriamoci quando sei da sola. Ma e' uno sguardo ... .come dire ... .? Quelli che si voltano a guardarti lo fanno come si guarda una cosa carina, che so, una bella maglia o un bel pantalone in vetrina ma poi tirano di lungo. La mia visione di come deve essere la mia padrona e' diversa. Quando passi tu, si dovrebbe fermare il mondo e chiunque dovrebbe rimanere a bocca aperta ed io ... ..io ti seguirei con lo sguardo, rimanendo dietro di te che cammini spavalda e sicura e sarei felice perche' quella dea ammirata e invidiata e' la mia padrona" Miriam prese le mie mani con le sue e mi sorrise " Io non sono Claudia Schiffer o Angelina Jolie, non potrei mai essere quella che vuoi tu e nemmeno provocare certe reazioni, te ne rendi conto?" " Questo lo dici tu. Prova a vestirti sexy e poi vediamo se non fermi il traffico" Stavolta la reazione di Miriam fu esplosiva e una sonora risata riecheggio' per la stanza " Io che fermo il traffico? Si, se mi metto a fare la vigilessa" " E invece no. Tu non te ne rendi conto. Qualunque donna se volesse potrebbe essere sexy e tu potresti esserlo piu' di tante altre" Miriam si fece piu' seria " Io non voglio essere ridicola, Davide. Ho quasi quarant'anni e ho una figlia adolescente. Ma davvero pensi che mi possa mettere in minigonna e tacchi alti oppure con quei pantaloni lucidi, come si chiamano?" " Latex, si chiama latex e formano il corpo in modo stupendo e tu hai davvero un bel corpo" " Ma dai. Ho le spalle troppo grosse e le gambe troppo muscolose a causa dei tanti anni di judo" Stavolta fui io a sorridere " Voi donne ... .. Capaci di vedervi difetti dove non esistono. Le spalle sono un po' ampie, e' vero, ma dove li vedi i muscoli? Sei tonica, sei una sportiva ma quello e' un valore aggiunto. E poi a me quelle troppo magre come le modelle da passerella non piacciono" Ci fu un attimo di silenzio tra noi. Sapevamo entrambi qual'era la situazione. D'altronde, la sincerita' tra di noi era stata una caratteristica che non avevamo piu' abbandonato " Non mi ci vedo, Davide" disse infine mia moglie. "Sai quante volte ci ho pensato? Ogni sera che rimanevamo da soli mi dicevo che avrei dovuto farti contento, ma poi lasciavo stare" " Me ne sono accorto ma almeno quando eravamo da soli avresti potuto indossare quelle cose. Va beh, dai, e' inutile recriminare. Che debbo fare, allora?" " Metti quella roba in valigia. Non so se trovero' mai il coraggio di indossarle, soprattutto davanti a Sara e al marito, ma lei mi ha praticamente ordinato di portarle. Sai, non e' una donna che consente repliche. Si sente che e' abituata a comandare" Sorrisi " Me ne sono accorto quando mi scriveva, figuriamoci a parlarle" " E figuriamoci quando ce la troveremo di fronte" aggiunse Miriam sorridendo anche lei. Eravamo ormai pronti per il viaggio. Ci eravamo alzati molto presto quella mattina. Per un lungo tratto io e mia moglie rimanemmo in silenzio con la tensione che si poteva tagliare a fette. Dopo circa un'ora e mezza di viaggio, volle fermarsi per prendere un caffe' ed espletare i logici bisogni fisiologici. La vidi scendere dalla macchina e camminare verso il bar quasi come un automa. La osservavo camminando un paio di metri dietro di lei. Dopo lunghi ripensamenti aveva optato per il suo solito look, quello della domenica, per intenderci. Jeans aderenti dentro gli stivali con tacco appena accennato ed un poncho di lana blu chiaro all'ultima moda, abbastanza lungo dietro per coprire il suo bel culetto ma non abbastanza davanti dove le sue forme erano abbastanza evidenti. La raggiunsi e le presi la mano come un normale uomo innamorato. In alcune circostanze era abbastanza complicato per me decidere se comportarmi da schiavo o da marito e attesi la sua risposta che venne attraverso un sorriso e attraverso la sua mano che si strinse ancor di piu' con la mia. In quel momento particolare, mentre stavamo per conoscere una coppia che praticava femdom in modo molto piu' concreto rispetto a noi, forse aveva bisogno di me come marito. Il suo era quasi un esame e lei sapeva di non essere all'altezza di una vera dominatrice come si professava Sara. Lei era una padrona-vaniglia e me lo confermo' prima di rimontare in macchina " Stiamo facendo la cosa giusta, Davide?" " Non ne ho idea. Quello che so e' che non abbiamo niente da perdere. Io non so cosa ti voglia dire e in che modo intenda migliorare il tuo modo di essere dominante, ma so che sara' comunque un'esperienza" " Ma c'e' da fidarsi? Insomma tesoro, se ne sentono tante di questi tempi" " E cosa mai potrebbero farci?" " Ma no che non potrebbero farci niente. Io intendevo che potrebbero proporre qualche gioco a quattro o forse anche di piu'. Io quelle cose non le faccio" " Ma dai, siamo ormai nel terzo millennio e queste cose sono all'ordine del giorno" risposi scherzando e prendendola un po' in giro "E poi che male c'e'? Se Sara e' veramente una bella donna come tutto lascia intendere, non sarebbe brutta come idea" Miriam era gia' entrata con le gambe sul sedile accanto al guidatore quando, con un movimento fulmineo, si alzo' di poco afferrandomi per la testa e trascinandomi dentro la macchina con forza proprio con la mia schiena sopra di lei. Eccola la sua potenza, la sua bravura, la sua forza. Avevo il suo braccio destro che cingeva il mio collo e appena provavo a rialzarmi mi riportava giu'. Oh beh, non era poi male come situazione, considerando che i miei istinti sottomessi stavano facendo le capriole dalla gioia. Non era male anche da un punto di vista erotico, con il mio busto adagiato sul suo corpo, anzi, stretto addosso al suo ed il suo seno in parte compresso dalla mia schiena ed in parte invece a stretto contatto col mio braccio sinistro. Peccato che invece di essere nella nostra camera da letto fossimo nel parcheggio di un bar sull'autostrada " Stavo scherzando" balbettai. Non ero impaurito. Sapevo che non mi avrebbe fatto del male ma forse per la prima volta nella mia vita stavo vivendo quello che avevo sempre sognato: essere completamente nelle sue mani. Avevo sempre saputo che le sue potenzialita' erano enormi, che le sue capacita' erano eccelse e per anni avevo cercato di farle capire che era proprio quello che volevo. Mi ero arrabbiato, avevamo litigato, le avevo spiegato piu' volte che doveva far sul serio ed invece le sue mosse di judo erano sempre fatte quasi al rallentatore, quelle rare volte che me le faceva. Ma li', in quella situazione paradossale, con le macchine che facevano avanti e indietro dal parcheggio e con le nostra gambe ben visibili al di fuori della vettura, io sentivo il suo potere e mi eccitavo, mentalmente e fisicamente " Lo so che stavi scherzando ed e' per questo che alla fine te la caverai solo con un po' di dolore al collo ma prevenire e' meglio che curare. Se questa Sara e' solamente la meta' di quello che dice di essere, tu te ne infatuerai. Ricordati il mio avvertimento perche' se noto qualcosa che non mi piace io ti mollo. E stavolta sara' per sempre" " No padrona" risposi tornando ad essere il marito sottomesso, ruolo che mi competeva e che trovavo estremamente realistico in una situazione del genere "Non succedera' nulla. Se anche dovesse essere la donna piu' bella del mondo, quella piu' dominante, quella piu' forte, io al massimo potro' ammirarla ma sei tu quella che amo e sei tu la donna alla quale voglio sottomettermi, che voglio umilmente servire e alla quale voglio obbedire per tutto il resto della mia vita" Sentii il suo braccio lasciarmi e mi rialzai. Era tutto durato una manciata di secondi. Uscii dall'abitacolo massaggiandomi il collo lievemente indolenzito e sorrisi compiaciuto e orgoglioso della forza di mia moglie che si sporse con la testa fuori dalla macchina " Vieni qui'" ordino' semplicemente ed io mi apprestai ad obbedire a quel comando perentorio con tutta la gioia possibile " Subito, mia padrona" risposi. Entrai nell'abitacolo. Misi un ginocchio sul sedile, in mezzo alle sue gambe e lei mi prese dietro al collo attirandomi a se e dandomi un bacio caldo e sensuale. Mi sembrava di essere tornato ragazzo quando facevo sesso con le mie coetanee sul sedile ribaltabile della macchina. Posizione scomoda ma a quell'eta' ci si accontentava " Tutto chiaro, allora?" Scossi la testa avanti e indietro in segno di assenso "Bene! Io il mio schiavo non lo divido con nessuno" Ribatte' stando al gioco "Ora fila al posto di guida e andiamo ad incontrare questa misteriosa dominatrice. Io sono pronta" Fine nono episodio Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it