AMORE, JUDO E DOMINAZIONE Ottavo episodio di Davidmuscolo Ottavo episodio In effetti, qualcosa cambio' e Miriam divenne la mia moglie dominante ma da qui' a dire che tutto filasse a meraviglia, ce ne corre. Quando rimanevamo da soli, il sabato sera, ad esempio, tutto scorreva abbastanza bene e Miriam riusciva a calarsi nei panni della moglie dominante in modo piu' che dignitoso compresa qualche mossa di judo e addirittura qualche presa a terra, dove mi beavo della sua forza decisamente superiore alla mia. Era elettrizzante sentirmi nelle mani di mia moglie e la mia eccitazione sessuale raggiungeva picchi altissimi in quei momenti. Gli ordini erano dati pero' ancora col contagocce ed altre manifestazioni umilianti come schiaffi e punizioni erano rarissimi. Non c'era insomma quel pizzico di sadismo che ci deve essere o almeno che ci sarebbe dovuto essere in queste circostanze secondo la mia personale visione. Il vero problema rimaneva la sua ingenuita'. Non riusciva a recepire, ad esempio, che le mie disobbedienze altro non erano che stimoli per farla diventare ancora piu' autoritaria e il tutto terminava sistematicamente dopo aver concluso la serata con il sesso. Gia' il sesso. Che dire del sesso? Era decisamente di livello superiore rispetto a quello che probabilmente avevano altre coppie sposate da diversi anni come noi. L'eccitazione col quale mi avvicinavo a quel momento, soprattutto se mia moglie era stata una padrona discreta durante la serata, facevano si che automaticamente anche Miriam fosse su di giri. Pero' le sue iniziative rimanevano alquanto scarse e si adagiava sulla mia voglia e sulla mia fantasia, senza darmi ordini o comunque ergersi a donna dominante anche durante quei momenti. Sembrava avere un disco. Ripeteva incessantemente "Dimmi, chi e' la tua padrona?", oppure "Fammi godere, schiavo" ma era facilmente intuibile come queste frasi fossero stereotipate. E poi, non giocava con la sua sensualita' e questo un po' mi faceva incazzare. Sapeva perfettamente che in quei momenti io la vedevo bellissima e lei ne era compiaciuta ma non sfruttava questa potenzialita'. Cosa significa? Bene amici, vediamo di spiegarci. Nella mia mente contorta, avevo sempre immaginato la mia padrona come una donna sicura di se alla massima potenza ed una donna di quel livello avrebbe dovuto avvicinarsi al sesso in un altro modo, giocando con le parole e fare poi l'amore quasi come se mi facesse un favore, un dono della padrona, della dea, dell'essere superiore al suo schiavo. Insomma, in quei frangenti non c'era da parte sua un'autentica superiorita' che il suo corpo armonioso e ben strutturato e il suo bel viso avrebbero potuto sfruttare per rendere il tutto molto piu' sensuale per entrambi e diventavamo semplicemente due amanti un po' focosi. Per concludere questo breve excursus sul nostro modo di fare sesso, io m'immaginavo frasi come "Guardami, schiavo, guarda la bellezza incomparabile della tua padrona. Stai per essere mio" e lei invece replicava con "Adesso, facciamolo adesso" che era tutt'altro che dominante pur se comunque intrigante. E poi c'era il dopo sesso. Lei si andava a fumare la solita sigaretta e gia' cominciava a scemare la sua dominanza, malgrado io provassi a mantenere quello stato di cose " Padrona, vuoi che ti accenda io la sigaretta?" le dicevo, deluso per non aver ricevuto l'ordine " Ah si, Davide. Accendimi una sigaretta" Io mi inginocchiavo dinanzi a lei, le accendevo la sua sigaretta e rimanevo in attesa che lei fumasse, ma erano mie iniziative personali mentre io avrei preferito un ordine diretto da parte sua. Al termine, mentre io avrei voluto continuare, per lei era giunto il momento di addormentarsi. Se ne andava a letto, si stirava, veniva dalla mia parte, mi accarezzava e poi, languidamente mi diceva " E' stato bellissimo, amore. Sono sfinita. Buonanotte" Buonanotte. Un po' di televisione, qualche pagina di un buon libro e la mia serata sottomessa si concludeva. Non male, tutto sommato, con alcuni punti molto piacevoli ma con Miriam che invece del timore nei suoi confronti mi faceva provare molta tenerezza per quanto stava facendo per me. Pero', come si puo' facilmente intuire, non ero completamente soddisfatto. Il giorno seguente mi alzavo con il preciso scopo di farle ricordare che lei era la padrona e facevo tutto apposta nel tentativo di farmi sgridare o, meglio ancora, punire e picchiare. Molte di quelle serate erano appunto di sabato sera e quindi si trattava molto spesso di domenica mattina, giorno libero per entrambi e con nostra figlia che era ancora dai nonni. Questo, in teoria, ci avrebbe dovuto permettere di continuare il nostro gioco. Gettavo il pigiama sul comodino, le ciabatte dove capitava, mi facevo una doccia che lasciava il lago in bagno ed attendevo. Attendevo cosa? Miriam, da perfetta casalinga, mi riponeva nell'armadio il pigiama, mi metteva a posto le ciabatte e poi ripuliva il bagno, magari sgridandomi un po' " Ma possibile che ogni volta che tu ti fai la doccia devi lasciare tutto questo casino?" Mi mettevo le mani nei capelli. Ma come? Ore ed ore a parlare, a dirle che la sua dominazione deve essere ininterrotta e poi me la ritrovo nei panni della casalinga perfetta. A volte stavo zitto e mi adeguavo alla situazione, altre volte invece, le ricordavo che non era quello il modo e andava a finire che dava la colpa a me " Ma se tu ti comporti in questo modo? Uno schiavo, come quello che vorresti essere, non si mette a fare il casino per casa. E mica posso lasciare casa in queste condizioni" Altre discussioni, altri discorsi dove le spiegavo che avrebbe dovuto prendermi per un braccio, darmi una bella dose di ceffoni ed obbligarmi a pulire cio' che avevo sporcato ma sembrava di parlare ad un muro. Oh si, la volta seguente qualcosa faceva anche se, in quel periodo, mai ebbi quella dose di ceffoni che tanto desideravo ma io ero comunque eccitato pensando che forse eravamo sulla strada giusta ed invece tutto rientrava mestamente nella norma. Con questo andazzo, passarono oltre sei anni. Sei lunghi anni con momenti molto intensi e pause molto lunghe, anche un paio di mesi senza una sola serata dominante. Avevo deciso che era inutile insistere. Per qualche misterioso motivo Miriam non era capace di essere veramente autoritaria nei miei confronti ed io mi accontentavo di quello che passava il convento. Se pensavo che molti uomini nelle mie condizioni avrebbero pagato chissa' cosa per avere quel poco che io avevo, potevo considerarmi un uomo fortunato. In fondo, tutto quello che facevamo lo potevamo semplicemente considerare un gioco ed io le ero comunque riconoscente. In questi anni, poco era cambiato nella nostra vita. Miriam era diventata insegnante di educazione fisica di ruolo e questo ci dava alcune certezze economiche maggiori. Ovviamente, continuava anche ad insegnare judo, chiedendomi spesso per quale motivo io non avessi mai voluto imparare quello sport. Beh, per prima cosa perche' come sport non mi interessava ed altre erano le mie passioni sportive e il mio interesse era semmai per le donne che lo praticavano e secondo motivo perche' non volevo assolutamente diventare un esperto, immaginandomi che in pochi anni sarei potuto essere in grado di batterla, non in un combattimento di judo in quanto la sua classe era cristallina e ci avrei messo decenni per arrivare soltanto a sfiorare il suo livello, bensi' in un incontro di lotta mista. Io volevo continuare a sognare la mia donna dominante e forte e Miriam, pur se ben poco dominante, era notevolmente piu' forte di me e di queste me ne ero reso conto quelle poche volte in cui aveva dato sfoggio della sua abilit� e questo bastava per accendere in me tutti quegli strani desideri. Io la vedevo e sapevo che accanto a me c'era una donna superiore, che addirittura era in grado di proteggermi nel caso mi fossi trovato in una brutta situazione e questo era comunque molto stimolante per la mia fantasia. Dunque, tanta acqua era passata sotto i ponti. Mia figlia era diventata una bella teen-ager a volte insopportabile e a volte dolcissima, con la pretesa di aver sempre ragione lei ma comunque una brava ragazza attaccata a certe tradizioni, io avevo messo su un paio di chili che nemmeno il calcetto settimanale riusciva a togliere e Miriam era sempre la stessa, col suo fisico atletico che la faceva essere fonte d'invidia per tutte le altre donne del nostro gruppo alle prese con la crisi della quarantenne. Invece, lei era sempre giovanile e sempre identica a quella che avevo conosciuto ed e' inutile sottolineare come questo mi riempisse di orgoglio. La dominazione andava invece a corrente molto alternata e piu' che di dominazione si trattava di un certo modo di fare sesso due o tre volte al mese. Questo ci dava comunque una certa dose di complicita' che ci rendeva piu' uniti che mai. Insomma, non avevo una moglie completamente dominante ma il nostro rapporto amoroso andava a gonfie vele ed in fondo questa era la considerazione principale da fare. Tutto questo anche se ... ..Anche se ancora non ero riuscito a togliermi dalla mente le mie idee e sovente mi addormentavo immaginando mia moglie come una vera dominatrice vestita in latex. E finalmente, dopo tanto girovagare, torniamo a quella serata. Ricordate? Quella che avevamo lasciato in stand-by. Avevamo appena fatto l'amore io e Miriam e lei si era addormentata di sasso, come al solito. Non era stato sesso dominante o sottomesso, visto dalla mia parte. Non accadeva mai quando nostra figlia era presente e quella sera la ragazza era nella sua cameretta immersa come la mamma nel sonno piu' profondo mentre io mi rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno. Mi alzai. Ormai avevo capito che due righe del libro non sarebbero bastate per farmi venire la sonnolenza ma dopo un quarto d'ora trascorso a girovagare tra il salone ed il terrazzo, decisi che in qualche modo avrei dovuto far venire mattina. Accesi il computer. Navigai per circa mezz'ora in modo inconcludente tra siti di dominazione femminile alla ricerca di qualcosa. Gia', ma cosa? Lessi anche un paio di racconti. Oh mio Dio, che tragedia. Tutti uguali a quelli che avevo gia' letto. Sembravano storie fatte in fotocopia. Alla prima riga un uomo vedeva dei piedi e non capiva piu' niente, alla seconda riga lei se ne accorgeva e alla terza lo sottometteva. Cazzo! Ma davvero questi pseudo scrittori pensavano che la dominazione fosse strutturata in questo modo? Al di la' delle mie idee sul femdom, abbastanza distanti, davvero pensavano che per una donna normale fosse cosi' facile diventare una vera padrona? Dare ordini nel modo giusto, dire esattamente quello che noi maschi con l'indole sottomessa vogliamo sentirci dire? Bah, fesserie. Io lo sapevo quanto fosse difficile, io l'avevo sperimentato sulla mia pelle, altroche'. Quasi dieci anni ed ero riuscito ad ottenere una miseria. Certo, forse Miriam era un caso particolare e c'erano una miriade di attenuanti, a cominciare dal fatto che la nostra era una storia d'amore vera e non e' certo facile per una donna che ama il proprio marito riempirlo di botte come io avrei desiderato. Non era facile perche' mia moglie mi stimava ed umiliare un uomo che si stima e' complicato e non era facile perche' avevamo un trascorso ed era complicato resettare tutto quanto per ricominciare daccapo. Non era facile nemmeno per me. Sottomesso un bel sabato sera e poi di nuovo a fare il marito normale di fronte agli altri, ma comunque rimaneva l'assoluta illogicita' di quei racconti e la loro ripetitivita'. Continuai a navigare. Si era fatta l'una di notte e la mia attenzione fu catturata da un blog nel quale alcune persone chiedevano consigli ad una donna che si faceva chiamare Sara rivolgendole domande abbastanza ovvie alle quali Sara rispondeva con un certo criterio. Le domande piu' gettonate erano le solite. "Come posso far diventare mia moglie una donna dominante?" "Mi piacerebbe assistere ad un tradimento di mia moglie. Che faccio, glie lo dico?" Oh santo Dio. Solo al pensiero di un tradimento di mia moglie mi venivano i brividi, ma ognuno ha i propri gusti. Ad ogni modo, Sara rispondeva in modo sicuro. Era evidente che, uomo o donna che ci fosse dietro allo schermo, quella persona conosceva il femdom in modo accurato ed aveva una certa esperienza. Fissai a lungo quello schermo e poi agii d'impulso. Mi iscrissi a quel blog e poi mi misi a scrivere. Ricordo quasi perfettamente le parole " Cara Sara. Potro' sembrarti banale in quanto anch'io sono uno di quei tanti uomini che ambirebbe farsi sottomettere da sua moglie. In realta' mi sento diverso per tante cose. La prima e' che io e mia moglie gia' pratichiamo una sorta di femdom che pero' non riesce a soddisfarmi del tutto. Devi sapere che le sono riconoscente per aver accettato di giocare con me ma rimane il fatto che lei attua questa sorta di dominazione col freno a mano tirato. Mi sento diverso anche per il modo in cui vorrei essere sottomesso. Non sono un sottomesso facile ed il mio sogno e' essere educato da mia moglie, soprattutto con la forza. Il bello e' che lei avrebbe tutte le caratteristiche per essere una moglie dominante. E' molto bella, almeno ai miei occhi, alta e slanciata ma soprattutto e' molto forte fisicamente avendo un passato agonistico di tutto rispetto nel judo. Sono anni che cerchiamo di avere un rapporto femdom, sono anni che le ripeto tutto cio' che lei dovrebbe fare e pur avendo la voglia di compiacermi, non riesce poi a mettere in pratica quasi niente e questo mi fa arrabbiare di brutto. Io la amo comunque ma il mio sogno e' quello di sottomettermi a lei. Puoi darmi qualche consiglio?" Riguardai il tutto e poi premetti invio. Il tempo di qualche secondo e poi mi detti dello stupido. Ma come mi ero ridotto! A chiedere consigli ad una persona senza nemmeno sapere se fosse una donna o un uomo e con tutte le difficolta' da parte sua di comprendere un tipo strano come me. Guardai l'ora. Ormai avrei fatto nottata in bianco. Difficilmente sarei riuscito a chiudere occhio e decisi di rimanere dinanzi al computer. Uscii dal blog, andai su altri siti e dopo una mezz'ora rientrai su quello dove avevo inviato quel mio sfogo e, con grande meraviglia, notai subito la risposta " Mio caro Davide, non e' facile per tua moglie. Una donna non diventa dominante dall'oggi al domani. O lo si e' o diventa molto complicato diventarlo ed evidentemente, tua moglie non ha quelle caratteristiche. Aggiungi poi che l'affetto che nutre per te le rende ancora piu' difficile diventare una vera padrona, soprattutto se tu vuoi che lei sia violenta, che e' quello che mi e' sembrato di capire. Un conto e' farti inginocchiare ai suoi piedi e farseli baciare, ben altro e molto piu' complicato soprattutto in un rapporto affettivo molto consistente come sembra essere il vostro, riempirti di calci e schiaffi. Pero', con un po' di immedesimazione ma soprattutto con il tuo aiuto, puo' senz'altro migliorare. Devi avere pazienza e non smettere nemmeno per un secondo di sentirti il suo schiavo. Non devi reagire e quindi non devi arrabbiarti. Un vero schiavo non lo fa mai. Il primo cambiamento lo devi fare su te stesso e vedrai che qualche miglioramento ci sara'. E' molto complicato che una donna che non ha istinti dominanti possa diventare una padrona a tutti gli effetti ma non e' certo impossibile. Buona fortuna e tienimi al corrente" Rimasi per qualche istante a contemplare lo schermo. Era assurdamente vero. Io per primo non mi ero mai sentito lo schiavo di mia moglie, nemmeno quando mi faceva una delle sue leve o torsioni, nemmeno quando mi inginocchiavo ai suoi piedi. Troppe erano state le interruzioni, un po' per colpa sua, senz'altro, ma molto anche per colpa mia, per quel continuo lamentarmi, rimproverarla, farle presente cio' che non andava. E queste interruzioni era poi difficile colmarle con un solo sabato sera a settimana, quando ci andava bene. E se io mi fossi comportato sempre da marito sottomesso senza attendere che fosse lei la prima a fare la prima mossa? Senza lamenti e senza interruzioni. Era plausibile e possibile. Afferrai il mouse e mi rimisi alla tastiera " Cara Sara, voglio ringraziarti per il consiglio che cerchero' di mettere in pratica. Ti terro' sicuramente al corrente" Spensi il computer e tornai a letto. Improvvisamente, mi sembrava di avere una visione piu' chiara dentro di me. Ero stato io il primo a chiedere a Miriam di non interrompere quello che facevamo ma poi, a vedere bene come si erano svolti i fatti fino a quel momento, ero stato sempre io a farlo con le mie lamentele. Sembrava che con quella frase, logica ed ovvia, Sara mi avesse aperto gli occhi. Dovevo essere io il primo a sentirmi ed a comportarmi come un vero sottomesso. Possibile che in tanti anni io non fossi mai riuscito a capirlo? Malgrado l'agitazione, caddi dal sonno, finalmente, quasi come se mi fossi liberato di un peso ed il giorno dopo alle 6.30 di mattina saltellavo come un grillo nonostante avessi dormito poco piu' di quattro ore. Preparai la colazione per le mie due splendide donne. Beh, non era proprio una grande colazione. Da classici italiani medi, noi la colazione la effettuavamo al bar e la mattina appena svegli ci prendevamo soltanto una bella tazza fumante di caffe' e latte. La portai prima a mia figlia, come facevo quasi sempre del resto, in quanto la dormigliona non apriva occhio senza la sua dose abbondante di caffellatte e quindi ripetei la stessa operazione con mia moglie. Tutte azioni normali. Ero il primo a scendere per andare al lavoro ed ero considerato un po' come la sveglia dell'intera casa. Mi avvicinai quindi da Miriam con la tazza in mano " Padrona, la tua colazione" Lei si giro', fece scivolare un seno fuori dalla canotta che portava durante la notte e poi mi guardo' sorridendo " Che ore sono, tesoro?" " Quasi le sette, padrona" Mi prese per il collo attirandomi a se e dandomi un bacio lieve sulla bocca " Ah, lo sai che io sono la tua padrona?" " Non me lo dimentico mai, padrona" risposi offrendole la tazza di caffellatte " E come mai stamattina, senza nessun motivo, ti comporti cosi'? Hai fatto qualche sogno strano?" " Ora, se tu permetti, padrona, dovrei andare al lavoro. Stasera ti raccontero' tutto" " D'accordo. Stasera mi racconterai tutto. Ah, tesoro, vieni qua'" Mi avvicinai. In un altro momento le avrei rimproverato o comunque mi sarei innervosito per questa sua mancanza di continuita'. Io a chiamarla padrona e lei a rispondermi tesoro. Ma sorrisi, feci finta di nulla e mi riavvicinai al letto e lei prosegui' riprendendomi di nuovo per il collo e mordendomi leggermente il labbro inferiore "Ieri sera e' stato bello, amore. Ti amo da morire" Sorrisi. La mia indole maschile mi faceva essere orgoglioso. Avrei dovuto darle un pizzicotto, sorridere sfrontatamente e dirle "Stasera sara' ancora meglio, piccola", ma la mia indole sottomessa prese il sopravvento " Grazie padrona. Sono felice di averti soddisfatta. Grazie" Miriam sorrise ancora, stranamente compiaciuta. Mi prese per il mento, mi schiocco' un nuovo bacio e poi mi fece fare una specie di dietro-front dandomi uno schiaffo nel sedere " Vai schiavo. Ci vediamo stasera" " Si padrona. A stasera. Ti amo con tutto il cuore. Sei bellissima" Miriam stavolta sorrise di cuore " Si, me l'immagino come sono bella adesso, appena sveglia. Pronta per un film dell'orrore. Va che fai tardi al lavoro" Tutto era stato quasi sussurrato e la magia fu interrotta dall'ingresso in camera di nostra figlia " Mamma, dove mi hai messo la maglia lunga grigia che indosso sopra ai leggings?" Uscii prima ancora di sentire la risposta, non prima di aver schioccato un bacio monumentale sulla guancia della mia bambina. Si, era questo cio' al quale alludeva Sara ed io andai al lavoro con la netta sensazione di avere in mano, dopo tanti anni, il bandolo della matassa. E le cose in effetti, cambiarono. Un poco, lentamente, ma cambiarono. Per prima cosa, raccontai a mia moglie da dove provenisse il consiglio e le chiesi anche il permesso di riscrivere a Sara, permesso che mi fu accordato. Volevo che neppure una piccola nube potesse incrinare il nostro rapporto, dopo quello che c'era stato tra di noi e la sincerita' era il primo passo. Erano trascorsi oltre dieci anni ma quegli otto mesi di separazione ancora mi pesavano tantissimo e non volevo che una piccola sciocchezza potesse di nuovo dar adito a qualche incomprensione tra di noi e raccontarle di Sara era doveroso, cosi' come doveroso mi sembrava il doverle chiedere il permesso di poterle scrivere di nuovo. Ed a proposito di sincerita', avevo anche raccontato a Miriam che saltuariamente facevo qualche visita in blog di dominazione. La scusa era banale ma autentica. Mi piaceva informarmi, capire e magari sbirciare qualche bella modella avvolta nel latex e lei, pur a malincuore, mi aveva concesso il permesso. Permesso che mi aveva dato forse sentendosi in colpa per non essere riuscita, fino a quel momento, a diventare completamente la padrona che avrei voluto. E a proposito di indumenti in latex, sotto il nostro letto, nascosti dalla vista di nostra figlia, possedevamo ancora quelle cose che le avevo comperato tanti anni prima ed ogni tanto me le andavo a vedere immaginandomele addosso a mia moglie. Guardavo quelle scarpe col tacco altissimo a spillo, ad esempio e non potevo non immaginarle ai piedi di Miriam. Mi sarei sentito piccolissimo al suo confronto e la cosa mi avrebbe eccitato non poco, come accadeva sistematicamente ogni qualvolta che lei indossava scarpe con un po' di tacco che mi costringevano a guardarla con la testa lievemente reclinata all'indietro. Oh si, una straordinaria sensazione d'inferiorita' che pero' mia moglie sfruttava poco o niente. Ed era un peccato. Un vero peccato. Ma dicevo che le cose erano un po' cambiate. Me ne accorsi il sabato sera quando entrammo praticamente subito in azione. Non bisognava piu' entrare nel personaggio ma eravamo gia' dentro ai nostri personaggi e questa che poteva sembrare una lieve differenza era invece psicologicamente importante. Se prima, dopo il sesso la serata dominante si concludeva immediatamente, quella sera aleggiava nell'aria qualcosa di diverso e questo malgrado all'inizio i suoi comportamenti furono praticamente identici, con una brusca virata verso un rapporto dolce e tenero. Fui io, con il logico comportamento umile che deve avere un sottomesso, con i miei continui ringraziamenti per avermi dato il piacere di fare sesso con lei, con i miei ininterrotti complimenti sulla sua bellezza stratosferica, vera o presunta che fosse, a fare in modo che quel filo non si spezzasse subito dopo la fine del sesso ma proseguisse e addirittura si rafforzasse. E' strano il meccanismo della mente umana. In quel modo, semplicemente non distaccandosi mai da quella sorta di gioco sulla dominazione, i benefici erano stati straordinari. Intendiamoci bene, Miriam era ancora lontana dall'essere la dominatrice perfetta ma ero stato io a sentirmi piu' sottomesso a lei rispetto alle volte precedenti. E naturalmente, considerando le mie attitudini, questa mia sensazione mi aveva portato non solo ad avere un'eccitazione sessuale difficilmente riscontrabile nelle occasioni normali, ma soprattutto ad avere quell'approccio psicologico realmente sottomesso che fino a quel momento non avevo mai avuto. Ma anche lei si era beata di questa mia sensazione ed il suo comportamento fu quasi ineccepibile. Che idiota che ero stato. Pretendevo di cambiare lei senza pensare che il primo a dover cambiare dovevo essere proprio io. Durante i giorni seguenti non cambiai di una virgola il mio comportamento. Che Miriam fosse dominante o meno nei miei confronti, io attuavo un comportamento sottomesso e nel breve arco di pochi giorni questo mio cambiamento porto' dei benefici enormi nel nostro rapporto femdom. Mia moglie, pur con le sue solite pause, era diventata notevolmente piu' autoritaria ed era lampante che cominciava a godere in prima persona di questa situazione. Inutile dire che sentii il bisogno di scrivere a Sara e ringraziarla di quel consiglio. Attesi la risposta sul suo blog inutilmente, per scoprire un paio di giorni dopo che mi aveva risposto in privato sulla posta elettronica del blog. La cosa mi colpi' molto e mi lusingo'. Mi consiglio' di proseguire imperterrito sulla mia strada ed io feci esattamente cio' che lei mi aveva ordinato. Mi veniva spontaneo attenermi ai consigli di quella donna. Se all'inizio del nostro rapporto epistolare nutrivo persino dei dubbi sul suo sesso, continuando a scriverle mi resi conto che avevo a che fare con una donna dal carisma eccezionale. Anche lei inizio' a raccontarmi qualche particolare della sua vita privata, di come fosse diventata la padrona del suo uomo e di come anche lei fosse una sportiva praticante. Mi racconto' infatti che era una campionessa di karate e che questa sua predisposizione, aggiunta ad una forte dose di innata autorita', l'avevano fatta diventare una dominatrice. Aggiunse anche che suo marito, un uomo con attitudini molto simili alle mie, l'adorava e che lei, pur non facendosi scrupoli di picchiare suo marito ogni volta che capitava l'occasione, lo amava e lo stimava. Mio Dio. Era la personificazione dei miei desideri. Io le raccontai a mia volta dei lievissimi progressi della mia padrona, progressi che, dopo l'ottimo avvio, si erano stabilizzati ma non affatto ridimensionati ed anche che avevo deciso di proseguire imperterrito su quella strada tracciata. Ovviamente, raccontai a Sara per filo e per segno anche cio' che io e mia moglie facevamo nei nostri momenti intimi. Era quasi come andare dallo psicologo e il semplice ricevere una lettera da Sara era per me di un beneficio straordinario. Ma anche Sara si lasciava andare a confidenze e questo mi rendeva felice. Mi raccontava del suo modo di dominare e del suo giocare con la sensualita' e con l'abbigliamento. Sembrava quasi che quella donna leggesse nella mente di un uomo con istinti sottomessi e poi si comportasse di conseguenza. Era indubbiamente la dominatrice perfetta, almeno per il mio modo di vedere le cose. Ma non era la mia donna. Lei amava e sottometteva un altro uomo ed io amavo e avrei voluto sottomettermi a mia moglie, ma non potevo negare a me stesso che Sara mi affascinava e che avrei pagato chissa' cosa per far si che mia moglie fosse come lei. Questo carteggio prosegui' per circa sei mesi. Non avevo piu' segreti con Sara e le raccontavo i continui anche se lievissimi progressi di Miriam. Ormai, potevo dire tranquillamente di avere una moglie padrona, come era nei miei desideri, anche se si trattava di una padrona molto tenera, ben poco violenta nei miei confronti ma era fuor di dubbio che la sua dominazione era di gran lunga migliorata e le prospettive erano senz'altro rosee. Con quell'andazzo, entro breve termine mia moglie sarebbe diventata una dominatrice coi fiocchi. Quello che facevamo in quel momento era comunque gia' abbastanza soddisfacente per me ed oltre all'amore per la moglie e al timore per la padrona ero riconoscente alla donna per cio' che faceva ben sapendo che la maggior parte dei suoi gesti erano dettati dal suo grande amore nei miei confronti. Ma ormai, erano abbastanza visibili anche i suoi piaceri e non erano soltanto i piaceri perche' c'era un uomo che le preparava a volte la cena e le ripuliva la cucina, come era stato fino a qualche tempo addietro, ma veri e propri piaceri personali nel vedere quest' uomo che pendeva letteralmente dalle sue labbra e desideroso esclusivamente del suo godimento. Ne ebbi la certezza una sera, una serata che posso definire senz'altro uno spartiacque tra la Miriam del passato e quella che invece stavo per andare a conoscere e ad amare in modo ancor pi� intenso rispetto al passato. Non doveva essere una serata dominante ma una semplice sera che avremmo trascorso cenando in famiglia e guardando un po' di televisione e si era nell'attesa che nostra figlia rientrasse a casa da li' ad un'ora al massimo dopo essere andata ai suoi allenamenti di pallavolo. Lo faceva intorno alle venti e trenta, l'unica sera che faceva un po' piu' tardi rispetto al solito, sabato escluso, ovviamente. Ricordo che si stava parlando di una coppia di nostri amici che avevano avuto una grossa discussione alcuni giorni prima e si cercava una mediazione, un modo per far fare loro pace. Ma uomini e donne vedono la stessa situazione con occhi diversi e mentre io avevo intenzione di agire in un modo, mia moglie lo vedeva diametralmente all'opposto. Rimasi un po' perplesso. Cosa deve fare in una situazione del genere un marito sottomesso? Un conto era quando si inscenava la nostra scenetta, realistica ma sempre scenetta, ma nelle vita reale? Io avevo chiesto a mia moglie di non abbandonare mai i panni della moglie dominante ma quella era vita reale. Cosa dovevo fare? Cercai di tergiversare. Non volevo essere troppo sottomesso ma non volevo nemmeno spezzare quel filo che si era creato tra di noi. Fu Miriam a prendere in mano le redini della situazione. Al mio ennesimo tentativo di far valere le mie ragioni, sia pure con molto tatto, lei sbatte' la mano sul tavolo " Adesso basta, Davide. Si fa quello che dico io" La guardai estasiato. Forse per la prima volta in vita sua le era uscito un ordine in modo spontaneo. Ci guardammo. Io in perfetto silenzio mentre a lei vidi apparire un sorriso e poi, quasi a volersi scusare " Oops. Ho esagerato?" Io scossi piu' volte la testa, eccitato come non mai " No, padrona, hai ragione tu, naturalmente. Faremo quello che tu hai deciso" Quella scena non ebbe immediatamente un seguito ma mi fece capire che ormai mia moglie era pronta. Le mancavano solo gli ultimi tocchi, di limare ancora qualche ingenuita' di troppo e forse di usare un po' di piu' qualche sua mossa di judo nei miei confronti ma quella sera capii che era ormai solo questione di tempo. Fine ottavo episodio Fine ottavo episodio Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it