AMORE, JUDO E DOMINAZIONE di Davidmuscolo Primo episodio Tutto mi sarei aspettato tranne che quella sera cambiasse la mia vita. Non so se definirlo una caso oppure una delle tante situazioni che si presentano nella vita di una persona. Ma si, un caso fortuito, non uno di quelli tipo Sliding Doors per intenderci. Il film, ce l'avete presente? Quello in cui una donna che deve tornare a casa trova per un pelo la porta della metro chiusa e da quel momento la sua vita corre su due binari paralleli, quello appunto che segue il percorso avuto avendo perso il treno e quello che invece avrebbe avuto se fosse riuscita invece a prenderlo. No, il mio caso non e' cosi' eclatante e forse la mia vita avrebbe preso ugualmente la direzione che il destino mi aveva riservato, pero' ... ..Quella sera dicevo. Gia', quella sera. Sembrava una sera come tante, con me e mia moglie che avevamo appena terminato di fare l'amore, con la televisione accesa per la regola numero uno di mia moglie: quando nostra figlia e' in casa facciamo sesso solo con la porta chiusa e la televisione accesa per non far sentire i nostri sospiri. Bah, sospiri. Non che quella sera ce ne fossero stati tanti di sospiri ma comunque per me era sempre piacevole fare l'amore con Miriam. E quella sera era stato piacevole come al solito. Non trascendentale, per carita'. Avevamo fatto di meglio in passato io e lei ma per essere sposati da diciotto anni non mi potevo lamentare. E nemmeno lei, almeno credo. Dunque, dopo il sesso andammo in bagno stando bene attenti a non far rumore per fare l'ovvia pulizia alle parti intime, poi per mia moglie la sigaretta fumata in cucina mentre io le facevo compagnia, parlando di cose banali per tornare subito dopo a letto e, come ogni volta che facevamo l'amore, puntuale come un orologio svizzero o meglio, come una cambiale, appena Miriam poso' la sua testa sul cuscino, i suoi occhi si cominciarono a chiudere. E' matematico. Non resiste. Si sistemo' meglio, mise la sua testa sulla mia spalla, il suo braccio destro a cingermi il collo e comincio' a dormire. Tempo cronometrato: dieci secondi. Sfido chiunque a battere il suo record. E allora il caso dove sta? Pazientate e datemi il tempo di arrivarci. Di solito, a quel punto mi metto a leggere qualcosa perche' a me il sonno non arriva subito e ho bisogno di una mezz'ora buona di lettura per sentire gli occhi cominciare a chiudersi. Ma quella sera niente. Per di piu' il braccio di Miriam sempre intorno al mio collo e la sua testa sempre sulla mia spalla mi costringevano ad avere una posizione poco consona per farmi venire il giusto sonno ristoratore. Ci pensai su per qualche secondo. Non volevo svegliarla ma in quella posizione non avrei mai potuto addormentarmi e dovevo assolutamente farlo. Era gi� passata la mezzanotte e avevo messo la sveglia per le 6.30 del mattino dopo per andare a lavorare e dormendo meno di sei ore il giorno seguente sarei stato uno straccio. E quindi mi decisi. Con delicatezza le spostai prima il braccio e poi la testa e in quel momento le vidi riaprire gli occhi " Che fai amore?" mi chiese " Niente, tesoro. Mi alzo per andare a prendere un bicchiere di latte e poi torno a letto" " Torna subito. Ti amo" Che dolce! E si, se c'era una cosa che proprio non avrei mai potuto rimproverare a Miriam era la sua dolcezza e il farmi sentire amato. Ma di questo fatto, sostanziale e di primaria importanza, parleremo in seguito. Dunque, contai fino a cinque e Miriam era di nuovo tra le braccia di Morfeo. Ma come diavolo fara'. Sembra avere un telecomando. Spinge il tasto e si addormenta. Mi alzai, quindi, con un pizzico di sana invidia nei suoi confronti per questa caratteristica, mi versai un bel bicchiere di latte freddo che bevvi a piccoli sorsi e me ne ritornai in camera, non prima di aver dato un'occhiata alla mia bambina che dormiva come un ghiro nella sua stanza. Va beh, bambina per modo di dire visto che si tratta di una ragazzona di 17 anni, alta e gia' piuttosto formata, una donna insomma, ma per me rimarra' sempre la creatura che tenevo in braccio appena nata. Inutile dire quanto l'adori ma non voglio certo assillarvi col mio amore paterno e vado oltre, ritornai a letto, spensi la luce dell'abat.jour e provai ad addormentarmi. Niente. I miei occhi sembravano lampioni accesi e non mi veniva sonno per niente. E questa e' la prima situazione un po' anomala perche' se e' vero che fatico ad addormentarmi, di solito, dopo aver fatto sesso, la cosa mi riesce piu' facilmente. Ci provai, mi rigirai nel letto ma non riuscivo a prendere sonno, quasi in preda ad una strana sensazione. Mi alzai di nuovo, stando bene attento a non svegliare Miriam e mi fermai ad osservarla. Mi faceva tenerezza cosi' placidamente addormentata. Forse erano state le sue parole, quel dirmi che mi facevano provare quel sentimento? Ma no, certo che no. L'amavo anch'io, da sempre, dal primo momento che la vidi, circa dieci minuti dopo averle ammirato il suo bel sederino. Come la conobbi? Beh, tocca tornare indietro di un bel po' di anni, quasi 22. E allora lasciamo in stand by quella sera con la promessa che ci ritorneremo dopo e facciamo un salto nel passato, a quando ero un ragazzo di vent'anni al secondo anno di universita'. Naturalmente, anche in questo momento cosi' particolare della mia vita fu il caso a darmi modo di incontrarla con la complicita' di tutta la mia bella famigliola sotto forma di un influenza per quanto riguarda mia madre, la gelosia di mio padre e la paraculaggine, termine in uso nella mia citta' natale per definire furbizia, della mia sorellina. Ma andiamo per ordine. Me ne stavo in camera mia a rilassarmi prima di cena dopo un pomeriggio trascorso tra allenamenti con la mia squadra di calcio, studio e cazzeggio con un paio di miei amici e quel momento lo dedicavo ad uno dei miei passatempi preferiti: giocare col computer. Beh, definirlo computer non rispecchia esattamente quel coso che tenevo in casa. Si trattava piuttosto di un surrogato, un affare che non usavo affatto come si usa un computer oggigiorno ma che mi serviva soltanto per giocarci. Ed in quel periodo andavo pazzo per un gioco manageriale di calcio. Ricordo che mi stavo addirittura giocando la finale della Coppa dei Campioni. Un momento importantissimo per me. Cominciavo a sentire delle grida provenire dalla cucina ma ero troppo concentrato sul gioco. Dovevo decidere i cambi giusti e non potevo sbagliare e le grida con la vocetta stridula di mia sorella tredicenne ed il vocione di mio padre le sentivo quasi soffocate. Oh la vinsi quella Coppa dei Campioni ed esultai come se avessi segnato io stesso il rigore decisivo e dopo un paio di minuti di euforia tornai alla realta'. E nella realta' quelle voci mi davano fastidio. Pertanto, decisi di andare a vedere cosa stesse accadendo e la scena era un deja vu. Mio padre e mia sorella che litigavano e lei che piangeva come una disperata. Appena mi vide, mia sorella mi corse incontro. Premessa doverosa. Io ero per lei non solo un fratello maggiore ma una specie di divinita' scesa in terra. Ero il piu' bello, quello piu' intelligente, mi coccolava, mi baciava e soprattutto mi rompeva. Pero' le volevo un gran bene e guai a chi me la toccava " Davide, Davide, diglielo tu a papa'" " Dirgli cosa Lory? E perche' mamma non sta preparando la cena?" Intervenne mio padre " Perche' la mamma ha 38 di febbre. Anzi, gia' che ci sei dacci una mano, se la cosa non ti da troppo fastidio" " Ok, ok, non c'e' bisogno che fai il sarcastico. E perche' Lory sta piangendo tutte le lacrime di questo mondo?" " Perche' non mi vuole mandare a scuola" intervenne mia sorella " E perche?" domandai meravigliato " Perche' tua madre non puo' andarla a prendere con quel febbrone ed io non voglio che ritorni a casa da sola" prosegui' mio padre " Diglielo tu, Davide, che sono grande, che ho tredici anni e che mi posso fare la strada di ritorno da sola" " No, tu sei ancora una bambina e non voglio che tu faccia quella strada a piedi. C'e' da percorrere il parco che a quell'ora e' praticamente vuoto. Se ne sentono tante di questi tempi" Ovviamente, era stato il Gran Capo a parlare " Ma e' pieno giorno, mica e' notte. E poi io domani ho il compito in classe di matematica" piagnucolo' ancora mia sorella "E' il primo compito in classe dell'anno e se manco la prof mi prende sott'occhio" Mi misi a ridere " E da quando sei diventata cosi' studiosa e scrupolosa?" " Uffa Davide, ti ci metti pure tu" La guardai teneramente e le accarezzai i capelli. Si stava facendo donna. Il corpo era ancora acerbo ma il cervello ce l'aveva gia' sviluppato e soprattutto, senza ancora rendersene conto, aveva gia' scoperto cosa volesse dire la seduzione. Mi guardo' adorante e poi prosegui' "Mi vieni a prendere tu?" " Io? Ma non se ne parla nemmeno" Mio padre sembro' invece approvare " Mica e' una cattiva idea. Io posso accompagnarla la mattina prima di andare al lavoro e tu potresti andarla a prendere all'uscita" Loredana inizio' ad abbracciarmi venendomi quasi in braccio " Ti prego, ti prego Davide. Tu sei il fratellone piu' buono che esiste al mondo. Se mi vieni a riprendere ti giuro che faccio tutto quello che vuoi tu" Baci, baci e ancora baci. E come facevo a dirle di no? In fondo, a me costava veramente poco. Andavo all'universita' col motorino per problemi di parcheggio, andavo a lezione e al massimo verso mezzogiorno e mezza avevo terminato. Avrei dovuto perdere al massimo mezz'ora, fare un giro un po' piu' largo ma un piccolo sacrificio per quella peste in gonnella potevo pure farlo. Soprattutto considerando che mi aveva promesso che avrebbe fatto qualunque cosa le avessi chiesto. E cosi' accettai, chiedendo come compenso di esonerarmi dall'aiutare nelle faccende di casa per il periodo che la mamma avrebbe passato con la febbre e poco importa che in seguito seppi che la peste non voleva mancare a scuola non tanto per il compito in classe quanto per il nuovo compagno per il quale aveva preso una bella cotta. Sono dettagli ma anche questi piccoli dettagli contribuirono alla svolta decisiva della mia vita. Ed eccomi infatti al fatidico incontro. Alle tredici in punto ero fuori dalla scuola di mia sorella dopo essermi sorbito una lezione piuttosto complicata e avrei dovuto attendere almeno dieci minuti prima che Lory facesse la sua uscita trionfale dalla scuola, minuti che, a dir la verita', scorsero velocissimi. Tutto merito di quel delizioso culetto che mi trovai una quindicina di metri piu' avanti. Culetto strizzato in un jeans che mi fece andare gli occhi fuori dalle orbite. E si perche' io avevo ed ho tuttora una specie di idolatria per quella parte del corpo femminile. Non che non mi piacciano le altre cose. Della donna adoro tutto, sia le parti convenzionali come sedere, seno e gambe che le parti meno sensuali. Una bella donna la rimirerei per ore senza stancarmi. Beh, quel culo mi piaceva tanto, eccome. Non potevo vedere il volto della padrona di quel bel sederino ma anche il resto non mi dispiaceva affatto. Tanto per cominciare era alta e a me le ragazze alte erano sempre piaciute. No, non era una stangona e la stimai intorno al metro e settantacinque, comunque ben sopra la media. Era bello il colore dei capelli, di un castano chiaro che il sole di quel settembre le regalava riflessi dorati molto particolari. Erano molto lunghi e lisci e le coprivano le spalle e gran parte della schiena. Era bella anche l'armoniosita' del suo corpo. La vita era piccola ma le notai le spalle un po' larghe e dovetti presumere che facesse sport, molto probabilmente nuoto. Oltre ai jeans indossava un giubbino di renna blu piuttosto aderente e corto e classiche scarpe da tennis ai piedi. Un look giovanile ma che non mi dava modo di capire l'eta' di quella ragazza. Ebbi quasi voglia di farmi largo tra tutte quelle mamme in attesa dei loro figli per andare vicino a lei per rendermi conto da vicino come fosse ma poi desistetti. Forse era una giovane mamma, anche lei in attesa della figliolanza e se avesse capito qualcosa ci avrei fatto una figura di merda. Pertanto rimasi al mio posto, con gli occhi sempre ben fissi su quel sederino che calamitava la mia attenzione e finalmente, dopo essermi sorbito l'uscita di almeno sei o sette scolaresche, tocco' ai componenti della classe di Lory scendere le scale ed uscire dal cancello della scuola, al di fuori della quale stazionavano ancora diverse genitrici e la padrona del culetto adorabile. Un po' comunque mi ero avvicinato a causa delle molte mamme che avevano raccolto la loro prole e se ne erano andate e la distanza tra me e il culo si era ormai ridotta a pochi metri e la visione si era fatta quindi piu' eccitante Intanto, appena mi vide, Lory inizio' a saltellare muovendo le braccia ed altrettanto fece una ragazzina accanto a lei, quindi ambedue fecero gli ultimi gradini della scalinata quasi di corsa. E quella breve corsa termino' per Lory tra le mie braccia alla ricerca del bacino del fratellone e per la sua compagna tra le braccia della padrona del bel culetto che la prese per mano e finalmente si volto. No, non era una giovane mamma. Proprio no. Era una ragazza, giovane, sui diciotto anni, carina, molto carina, molto molto carina. I lineamenti erano decisamente belli e lineari con il naso piccolino e la bocca invece carnosa, mentre la carnagione era chiara e aveva la testa ripiegata sulla sua destra per parlare con la compagna di classe di mia sorella. Si intravvedeva il sorriso che era di una dolcezza assoluta e tutto quello che avevo fantasticato vedendola di spalle si era tramutato in realta'. Il corpo era notevole e potevo avere una visione anche del seno che sembrava essere un altro dei pezzi forti della collezione di quella ragazza. Il giubbino di renna era infatti sbottonato e sotto di esso indossava una semplice maglietta di lycra color avorio, abbastanza aderente da permettermi di poter osservare le forme delle sue belle tette. E poi incrociammo i nostri sguardi. Gli occhi erano appena delineati dal trucco, completamente assente sul resto del viso ed erano marroni ma le fessure erano deliziose, piu' piccole del normale che le regalavano uno sguardo ... .. Uno sguardo da far innamorare? No, forse e' esagerato dire che mi innamorai di Miriam in quel momento, ma sicuramente i battiti del cuore li sentivo accelerati, la salivazione era scarsa e avevo le mani che cominciavano a sudarmi. Era gia' amore? E lei? Perche' si era improvvisamente fermata a fissarmi negli occhi e poi li aveva timidamente abbassati? Avevo vent'anni, e' vero, con un'esperienza tutto sommato limitata ma non ero idiota e sapevo che un comportamento del genere stava a significare che la ragazza in questione avrebbe potuto nutrire un certo interesse per chi le stava di fronte. Ovvero il sottoscritto. Ma intanto, il mondo intorno a me continuava a girare. Lory e la sua amica chiacchieravano velocemente sulla giornata scolastica e poi la mia dolce sorellina, la peste bubbonica, il concentrato di vivacita', gioia di vivere, schiettezza e, almeno all'epoca, ingenuita', finta o vera che fosse, guardo' la sua amichetta, poso' la sua testolina sul mio petto e disse " Ah, lui e' Davide, il mio fratellone. Te l'avevo detto che e' fichissimo" Sgranai gli occhi, meravigliato " Loredana, ma come parli" la rimproverai e poi rivolgendomi alla dolce creatura "Scusala, e' solo amore fraterno" Ma se noi grandi eravamo imbambolati, le dolci ragazzine non lo erano affatto e l'amichetta di mia sorella rispose per le rime " E lei e' Miriam, mia sorella. Te l'avevo detto che e' uno schianto" Attimo di panico. La summenzionata Miriam divenne di fuoco, le guance rosse come un peperone, la bocca spalancata in segno di meraviglia mentre sua sorella continuo' "E non e' solo bella. Lo sai che lei e' ... ... .." " Zitta! Non una parola di piu' Giordana" Finalmente avevo sentito la sua voce ed era melodiosa e soave. Credetti di non aver mai sentito una voce cosi' bella. Era gia' amore? " Ma io volevo solo dire che tu sei ... ." Replico' comunque la seconda peste, degna amica di mia sorella " Per favore fai silenzio" E poi si rivolse a me "Adesso tocca a me scusarmi" " Beh, comunque ci hanno tolto il problema di fare le presentazioni" risposi tornando ad essere in parte me stesso e dandole la mano che contraccambio' " Si, certo. E' stato un piacere" prosegui' Miriam abbracciando la sorellina. Io feci altrettanto " Se non altro possiamo dire che le nostre sorelline ci amano" Miriam stavolta sorrise e potei constatare come fosse un sorriso meraviglioso. La piccola Giordana non esagerava. Quella ragazza era uno schianto ed io dovevo assolutamente fare in modo di incontrarla di nuovo ma senza l'ingombrante presenza delle due pesti. Ma come? Nel frattempo infatti, fummo costretti a salutarci e loro andarono in una direzione mentre io e Lory andammo in un'altra. Durante il tragitto chiesi con nonchalance a mia sorella se sapesse qualcosa sulla sorella di Giordana e lei mi rispose che non ne sapeva niente se non che Giordana le aveva detto di una sorella che era una bella ragazza che ammirava molto. Tutto qui'. D'altronde, era una compagna nuova e non conosceva molto di lei anche se comunque, le era rimasta subito simpatica e avevano fatto amicizia. Per tutto il pomeriggio di quella giornata pensai a come poter incontrare di nuovo quella fanciulla e pensai che andare a prendere di nuovo Loredana a scuola sarebbe potuta essere un'ottima idea, considerando che la mamma non si era ancora ristabilita del tutto. Immaginai che se l'avessi incontrata di nuovo, nell'attesa che le ragazzine uscissero da scuola, avrei avuto il tempo di stringerci amicizia. Ci provai un solo giorno. Miriam infatti non c'era e nei giorni seguenti mia madre era di nuovo in salute e quindi cercai di non pensarci piu'. Anche se mi dispiaceva veramente molto non dare un seguito a quella conoscenza. Trascorse pero' circa un mese e mezzo quando, all'inizio di novembre accadde un imprevisto. Loredana non era in casa all'ora di pranzo ma non chiesi nulla a mia madre perche' capitava spesso che lei andasse a casa di qualche amica a fare i compiti ma, mentre attendevo il pranzo, sentii mia madre lamentarsi " Accidenti, ma dove diavolo ho la testa" " Che c'e' mamma? Problemi?" " Si tratta di tua zia Emma. Le avevo promesso di farle compagnia dal dottore e mi ero dimenticata di dover andare a prendere Lory a casa di una sua amica. E adesso chi glie lo dice a mia sorella?" Mia zia Emma, una delle sorelle della mamma, un tipo infatti piuttosto pesante e pressante nei confronti di mia madre ma che a me voleva un gran bene. Cercai insieme a lei di trovare un modo per poterle permettere di svolgere ambedue i compiti ma gli orari erano uguali e sembrava non ci fossero rimedi se non disdire l'appuntamento con la zia, con tutte le conseguenze del caso poi, d'un tratto, il mio cervello si accese di una luce improvvisa. Guardai la mamma e le chiesi " Di quale amica si tratta?" Lei mi osservo' incuriosita " Di cosa, come diavolo si chiama? Quella che c'ha il nome strano, di una nazione" " Giordana?" chiesi con la voce che si era fatta flebilissima " Si esatto. E tu come fai a conoscerla?" Le spiegai che la incontrai quel giorno di un mese e mezzo prima quando lei aveva la febbre e andai a prendere a scuola Lory e poi, con nonchalance proseguii " Se vuoi, proprio per non farti litigare con la zia, potrei andare io a prendere Lory" " Davvero? Sei un tesoro, Davide" mi disse abbracciandomi. Io un tesoro? Se avesse saputo che a me della zia Emma non me ne importava una beneamata mazza e che l'unico mio pensiero era Miriam, forse non mi avrebbe fatto quel complimento. Se fossi andato a prendere Lory a casa di Giordana avrei avuto ottime probabilita' di incontrarla. Si, e' vero, avevo un esame che mi aspettava tra una quindicina di giorni e ancora parecchie cose da studiare, ma chi se ne importava. Volevo rivederla. Subito dopo pranzo, mi feci una bella doccia e mi vestii con cura senza esagerare. Sarebbe dovuto essere un incontro casuale. Per� indossai i miei jeans migliori, una camicia celeste ed un giubbetto di jeans, attesi pazientemente che si facesse un'ora decente e poi, dopo essermi fatto dare l'indirizzo dalla mamma, volai verso casa sua. Suonai alla sua porta con un misto di nervosismo e di tensione e dopo alcuni secondi una donna sulla cinquantina mi venne ad aprire. Aveva un viso ancora bello con i capelli piuttosto corti e biondi ma con la ricrescita piuttosto avanzata ed era nella classica versione casalinga, con ciabatte, un pantalone della tuta e una maglia larga. Mi guardo' con aria interrogativa " Si?" " Ehm, mi scusi signora, sono Davide, il fratello di Lory. Sono venuto a prenderla" Il suo volto si apri' ad un sorriso " Il fratello di Lory? Ma certo, entra" Mi fece accomodare in casa e mi accompagno' nel salone. Era una casa pulita, che denotava non certo ricchezza ma molta dignita' e attenzione per i particolari. Passammo attraverso una camera dove mia sorella e Giordana erano intente a studiare, se cosi' si puo' definire quello che stavano facendo. Come al solito, Lory si dimostro' molto felice che fossi venuto a prenderla e poi ricomincio' ad armeggiare sui libri e sul diario che, ci avrei scommesso qualsiasi cosa, conteneva tanti suoi piccoli segreti, oltre alle materie da studiare per il giorno dopo. La donna, che ovviamente era la mamma di Miriam e Giordana, mi fece accomodare su un divano e poi mi chiese il motivo della mancata venuta di mia madre ed io le spiegai la situazione" " Beh, mi dispiace. Spero che non sia nulla di grave per tua zia" " Oh no, solo una visita di controllo, credo" " Bene! Vuoi qualcosa da bere?" " Ma no signora, non si disturbi" " Nessun disturbo. Ti va una bella birra fresca?" " Vada per la birra, allora" La donna si alzo' ed io mi guardai intorno. Di Miriam nessuna traccia. Forse stava in in'altra stanza ma la casa non mi sembrava cosi' grande. Fu la stessa donna a togliermi la curiosita' quando riapparve nel salone con la birra in mano " Mi dispiace che tu sia venuto troppo presto. Ci vorra' almeno un'ora prima che le bambine finiscano di fare i compiti. Non c'e' nemmeno l'altra mia figlia per poterti fare compagnia. Sai, lei sta facendo gli allenamenti a quest'ora e non verra' prima di una mezz'ora. Vuoi andarti a fare una passeggiata e ritornare fra un'ora?" Risposi che non sapevo dove andare e che se non davo disturbo avrei preferito attendere li ma feci rapidamente i miei calcoli. Se Miriam fosse tornata veramente entro una mezz'ora avrei avuto almeno altrettanto tempo a disposizione per poterci parlare ed attesi pazientemente mentre la mamma delle due ragazze mi lascio' un giornale sportivo del marito, probabilmente assente per lavoro, andandosene poi in cucina per riassettarla. Dunque, il mio occhio non mi aveva ingannato. Era una ragazza che faceva sport. Un altro punto a suo favore. Mi piacevano le ragazze sportive, soprattutto quelle che facevano ... ... No, ci andremo dopo su questo punto, anche perche' non credevo affatto che Miriam potesse essere un'atleta di quei determinati sport che tanto adoravo veder esercitare dalle donne. Lessi distrattamente il giornale e il tempo passo' molto lentamente. Mezz'ora era gia' trascorsa e ogni tanto faceva capolino la mamma di Miriam per chiedermi se volessi qualche altra cosa e finalmente, dopo circa cinquanta minuti, sentii qualcuno suonare alla porta. Era lei, doveva essere lei. Di nuovo il cuore con i battiti accelerati, la sudorazione e la gola secca. Si era lei. La sentii chiacchierare con la madre e poi la vidi entrare nel salone, quasi portata per un braccio dalla mamma. Mi alzai " Ciao" le dissi semplicemente. Era in tuta e scarpe da ginnastica, semplicissima ma comunque adorabile, con i capelli raccolti e il viso senza nessun accenno di trucco. Non era propriamente il tipo di donna che caratterizzava i miei sogni, sexy, sensuale, con i tacchi alti, ma ero sicuro di non aver mai incontrato un'altra ragazza che mi piacesse cosi' tanto. Lei rispose al ciao con un altro ciao e poi sua madre intervenne " Senti Miriam, io vado a fare un po' di spesa per la cena. Fai tu compagnia a Davide. Dai, portalo in camera tua e falle vedere i tuoi premi. Lo sai Davide che mia figlia � una campionessa di judo? E' campionessa italiana juniores e medaglia d'argento agli europei di categoria" Stop! Fermi tutti. Avevo sentito bene? Miriam, quella dolce ragazza che tanto mi piaceva era una campionessa di judo? Una cintura nera, probabilmente? Una ragazza che forse era in grado di stendermi in pochi secondi? Oh si, a quel punto si che il mio cuore ando' su di giri e la mia testa comincio' a girare vorticosamente. Si, quella notizia mi mando' completamente nel pallone. Fine primo episodio Per commentare questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it