Paolina, una donna per amico - parte seconda. By A. Letizia, bobbo_27@hotmail.com Una mia collega ha deciso di punire il fidanzato infedele. Parte seconda: la casa. Alle nove in punto, citofonai a casa di Paolina. Salendo le scale, pensavo alla stranezza di quella situazione: essere invitati da un'amica a casa sua per assistere, non visto, a una litigata col suo ragazzo. La scelta di fare le scale al posto di prendere l'ascensore fu premiata, sull'ultima rampa, dalla vista, dal basso verso l'alto, delle stupende, muscolosissime gambe di Paolina, che aveva indossato per l'occasione delle belle scarpe nere col tacco alto, senza calze, una gonna nera poco sopra il ginocchio e una camicia di seta bianca a maniche lunghe. Vista cosi', sembrava meno bassa di quel che era; in realta' non mi era mai dispiaciuta la sua statura non eccessiva; avevo sempre fatto maliziosamente delle congetture su come questo le permettesse di essere agile a letto... Ora, poi, che per merito del bodybuilding, il suo fisico si era meravigliosamente irrobustito, pur conservando proporzioni deliziosamente femminili, alla sua altezza non ci badavo proprio. Molto opportunamente aveva coperto le braccia, per non insospettirlo - pensai. Le gambe non avrebbe fatto a tempo a guardarle bene, arrivando in ascensore, come sicuramente sarebbe successo. "Entra, dai! Da un momento all'altro puo' arrivare il verme!" "Eccomi, eccomi, dimmi dove mi devo mettere." Cosi' mi sistemai in... regia, cioe' la camera di Paolina, con tre televisori, collegati ad altrettante videocamere, che trasmettevano da varie inquadrature la vista del soggiorno. Un bel lavoro - osservai. Giusto il tempo di togliermi il soprabito e di sedermi sul letto, che sentii suonare il citofono. Ancora qualche minuto di attesa e cominciai a vedere Paolina e Valdo sui televisori. Non c'era l'audio e le porte chiuse non mi facevano distinguere la conversazione, ma non mi importava. Tutto sommato, mi incuriosiva quello che poteva succedere, anche se ero leggermente preoccupato. Stavano in piedi; cominciarono a discutere e Paolina aveva un'aria decisamente scocciata. Valdo si sedette sul divano e fece segno a Paolina di sedersi accanto a lui. Lei ando' a sedersi e respinse i suoi approcci. Ripresero a parlare, sempre piu' animatamente, ma poi si calmarono e Valdo tento' di nuovo di farle delle effusioni, che Paolina respinse con maggiore decisione. Valdo sembrava proprio incazzato, ora, mentre Paolina gli stava urlando qualcosa. Era il momento decisivo, Valdo le mise le mani addosso bruscamente. Non lo credevo possibile, ma evidentemente Paolina ne conosceva i punti deboli. Per qualche minuto ando' avanti la colluttazione. Valdo cercava di aprirle la camicetta e di infilare le mani sotto la gonna. L'aveva stesa sul divano, ora, e le si erano tolte le scarpe, nella lotta. Ero tranquillo, perche' sapevo che Paolina stava recitando: aspettavo la sua reazione da un momento all'altro. E infatti, a un certo punto, Valdo fece un balzo all'indietro, probabilmente colpito da un ceffone o da un pugno o forse da una ginocchiata, non vidi bene. Paolina approfitto' subito e, alzando le gambe tese, gli strinse i piedi nudi intorno al collo, facendolo soffocare. Magnifico! Uno strangolamento con i piedi! Era una mossa di judo che avevo visto tanto tempo fa in un incontro fra dilettanti. Fatto da una donna contro un uomo era una mossa molto piu' entusiasmante, pero'! Valdo stava diventando cianotico e non riusciva a togliersi di dosso la stretta energica di quelle gambe. Paolina decise di passare ad altro e lo colpi' con entrambi i piedi sul petto, facendolo ruzzolare fuori dal divano. Lei si rialzo' immediatamente, con un atteggiamento guardingo. Valdo si tiro' su lentamente e con un'espressione incredula. Senza scarpe, Paolina ora era un po' piu' bassa di lui, ma non sembrava certo in condizioni di inferiorita'. Si avvicino' a lui e si scambiarono altri insulti. Poi, improvvisamente, Paolina gli sferro' un pugno in pieno volto, con una perfetta mossa di karate. La testa di Valdo rinculo' all'indietro. Immediatamente, con la gamba tesa, Paolina gli diede un calcio frontale, di nuovo sul viso. Accidenti - pensai - un bel repertorio di arti marziali, judo, karate, savate, altro che difesa personale! Valdo accuso' il colpo e ondeggio' leggermente, dopo di che fu raggiunto da un tremendo calcio sulle palle. Una caduta di stile, ma un colpo molto efficace; e poi, lo stronzo se lo meritava! Ora Valdo era piegato in avanti per il dolore; Paolina prese le misure, alzo' la mano destra e la fece ricadere di taglio con tutta la sua forza sulla nuca del malcapitato che crollo' sul pavimento. Dopo parecchi secondi, si rialzo' a fatica, in ginocchio e poggiato in avanti sulle braccia, scuotendo il capo chino. Paolina, con le mani sui fianchi, gli urlo' ancora qualcosa e Valdo alzo' la testa, giusto in tempo per beccarsi dalla sua ex-ragazza un tremendo calcio in faccia, di collo pieno. Dolorante e ormai terrorizzato, Valdo si trascino' via in qualche modo e scomparve dalla visuale dei miei monitor. Probabilmente, Paolina lo aveva cacciato di casa a calci in culo. Sentii sbattere la porta di casa e rimasi in attesa. Dopo qualche minuto, si apri' la porta della camera da letto e Paolina comparve sulla soglia. Aveva un'espressione sconvolta; si era rimessa le scarpe, ma la camicia era tutta stropicciata e qualche bottone era stato strappato via. Mi alzai dal letto e le andai incontro. Lei mi si butto' al collo e ne approfittai per abbracciarla con discrezione, giusto per consolarla...e per valutare la "consistenza" dei suoi muscoli! "Oh, Alberto, grazie per essere venuto! Ero cosi' nervosa..." "Ma no, te la sei cavata benissimo. E' stato entusiasmante vederti in azione, sai?" provai ad adularla, nella speranza che succedesse qualcosa. Essendosi accorta della mia erezione, si stacco' da me e con un sorrisetto mi disse: "In effetti, si vede che lo spettacolo ti e' piaciuto..." "Be', si', sai, mentre lo picchiavi eri... si', eri tremendamente sexy!" "Aspetta, pero', lo spettacolo non e' ancora finito! Ci sono dei muscoli che ieri non hai visto. Li vuoi vedere?" disse, cominciando a sbottonarsi la camicia. "Magari!" "Allora siediti e guarda! E intanto spogliati..." si giro' di spalle e si sfilo' la camicia. "I dorsali..." e cosi' dicendo comincio' a muovere su e giu' le braccia per contrarre i muscoli delle spalle e della schiena, che ora era completamente nuda. Poi infilo' i pollici dentro la gonna e sculettando, la fece scendere lentamente, insieme agli slip. "... i glutei..." Si era avvicinata al letto facendo qualche piccolo passo indietro, sempre rimanendo di spalle, girando ogni tanto la testa per godersi la mia reazione. A parte le scarpe, era completamente nuda, a due passi da me. Ero anch'io nudo e cosi' su di giri che avevo paura di arrivare all'orgasmo senza neanche toccarmi, come un ragazzino. "...e ora... gli addominali!" e cosi' dicendo, si volto' di scatto, con una mossa che ad un'altra donna avrebbe fatto sobbalzare il seno in modo scomposto. Il suo petto sembrava invece scolpito nella roccia; avanzo' ancora per accostarsi al letto. "Ti ricordi quando ti avevo detto che avrei voluto che mi si vedessero le striature degli addominali sulla pancia? Ecco! Guarda!" "Fantastico!" Esitando, le sfiorai con le dita il ventre piatto e muscoloso, poi scesi giu' e le misi la mano sulla fica, gia' completamente bagnata. "Mmm, si' dammi una bella leccatina che poi..." Mi inginocchiai davanti a lei e la leccai con passione, tentando di restituirle un po' del piacere che mi aveva regalato il giorno prima. Intanto che la leccavo potevo accarezzarle le cosce e i glutei sodi. Quando fu soddisfatta, mi ordino' di sdraiarmi e si mise sopra di me, infilandosi il mio cazzone nella fichetta fradicia e cominciando a pomparmi con delle spinte poderose. Che goduria! "Oh, Paolina, sei fantastica!" le dissi mentre la palpavo tutta. "Queste tette cosi' sode, questo culetto polposo... e queste cosce cosi' muscolose..." "Siii...dai...ancora, dimmi che ti piaccio...ti ho fatto godere mentre picchiavo quello stronzo, vero?" "Si'... e' stato... eccitante...vedere le tue mani e ...i tuoi piedi che si abbattevano su di lui...lo hai umiliato con la tua forza....con i tuoi muscoli... con il tuo corpo cosi' sexy...vieni, vieni, vieni!" Le avevo infilato un dito nel culo, mentre con l'altra mano le stuzzicavo il clitoride e intando le succhiavo i capezzoli. "Aaaaah, Alberto, cosiii'! Fammi godere, dai! Mmm, come ce l'hai duro, che bello, ancora, ancora..." "Sei stupenda...che fica...fammi vedere ancora i muscoli, dai..." Sempre sopra di me, si fermo' un momento, piegando entrambe le braccia per gonfiare i bicipiti. "Ti piaccio cosi', eh? Sono duri come l'acciaio, sai?" "Mmmm, che braccia fantastiche...prendi, prendi, prendi!" mi agitavo come un pazzo dentro la sua fica, tentando di infilarglielo piu' dentro che potevo. "O forse... ti piaccio di piu' ... di schiena?" Sempre tenendomi avvolto il cazzo nella fica, si giro' voltandomi le spalle. Lo sfregamento sul pene mi provoco' una frustata di piacere indicibile. Cercai di ricambiare accarezzandole il culo e la schiena incredibilmente muscolosa. Mi alzai a sedere per palparle i seni: erano morbidi ma sodissimi. Ando' avanti cosi' ancora per un po' e poi cambio' ancora molte volte posizione. Dopo il primo, simultaneo orgasmo, ci sdraiammo l'uno accanto all'altro, entrambi esausti. I nostri corpi si sfioravano appena: una sensazione molto piacevole. Riprendendo fiato, esclamai: "E pensare che ti credevo una donna gelida! Fiuuuu! Sei un vulcano!" "Ha, ha, be', forse ero un po' freddina, ma adesso che il mio corpo si e'... trasformato, mi sento piu' sicura e poi.... ho scoperto che... dominare gli uomini mi piace..." A quelle parole, il mio pene ebbe un risveglio. Mi sollevai su un gomito per guardarla. "Quanto ti piace?" "Molto...moltissimo! Mi eccita..." "...vuoi dire..." "...sessualmente, si! Quando ho iniziato a colpire Valdo, ho sentito che cominciavo a bagnarmi e..." "...mmm.... e poi?..." chiesi incuriosito. Mi si era drizzato nuovamente! "...e poi ho goduto nel vederlo a terra, dopo averlo picchiato. Mmmm... dopo l'ultimo calcio, con le mutandine ci avrei potuto pulire il pavimento! A proposito, mi pare che sei di nuovo al punto giusto..." Con un piccolo balzo, mi fu di nuovo sopra e il mio uccellone si infilo' velocemente nella sua vagina scivolosa. Paolina ricomincio' ad andare su e giu' selvaggiamente, gemendo. "Sei una donna fantastica... non ne hai mai abbastanza, eh?" "Te l'ho detto.. aahh, cosi', si,... e' che mi eccita il pensiero di aver massacrato quello stronzo di Valdo...aahh.. di averlo schiacciato come...mmm...un verme..." "Ah, allora non e' per me?" "Oh, no, anche tu mi piaci, sei cosi' carino e ce l'hai cosi' grosso e ...duro... e poi... mi e' piaciuto dominarti, ieri... e ti dominero' ancora, sai?" Rimasi ammutolito e leggermente spaventato. Paolina si stese sopra di me, appoggiandomi i capezzoli turgidi sul torace, infilo' le mani sotto la mia schiena, poi si giro' sulla sua schiena, trascinandomi sopra di lei e stringendomi in una morsa con le braccia e con le gambe, mozzandomi il fiato. Cazzo e fica erano rimasti allacciati. "Lo senti quanto sono forzuta?" " S-si lo sento... sei forte lo so, sei una donna ...stupenda e...muscolosa, ma lasciami, ora... non mi fai respirare..." "Dimmi ancora delle cose cosi'!" "Sei una ... picchiatrice forzuta, violenta e...sensuale....sei una lottatrice eccezionale...." Finalmente allento' la stretta e ricomincio' a muovere il bacino; poi si rimise di sopra. "Non ti preoccupare, voglio scoparti, non voglio farti troppo male, solo un pochino, ogni tanto, solo per ricordarti che sono io la piu' forte... " Andammo avanti ancora per un po' cambiando spesso posizione; conduceva lei la danza, approfittando della sua forza e della sua agilita', ma a me non dispiaceva: vedere il suo corpo atletico compiere acrobazie sul mio cazzo mi procurava un godimento infifnito. E le piccole scosse di dolore che mi provocava ogni tanto aumentavano il piacere successivo. Venimmo insieme un'altra volta e a quel punto cominciavo a pensare di non farcela piu'. Per fortuna si alzo' dal letto e ando' in bagno. Speravo che ne avesse abbastanza o che comunque mi lasciasse dormire qualche ora, invece dopo qualche minuto ritorno' in stanza. La vista del suo corpo meraviglioso, ricoperto di muscoli perfettamente definiti, che si avvicinava ancheggiando, avrebbe risuscitato un morto, ma il mio uccello era caduto in depressione. Paolina si mise in ginocchio sopra il letto, di fronte a me, con le mani sui fianchi. "Allora? Cosa ci fai li' buttato da una parte? Non mi dire che non ti va piu'!" "Paolina, tu sei stupenda e...scopi come una dea, ma...per un uomo e' diverso, sai, ci sono dei limiti..." "Neanche se ti faccio un lavoretto come ieri pomeriggio?..." Chinandosi, me lo prese in bocca e si invento' un pompino ancora piu' arzigogolato di quello del giorno prima. Sotto le carezze della sua lingua, il cazzo ricomincio' a stirarsi; quando fu abbastanza lungo e duro, Paolina si rimise distesa sulla schiena, con le gambe spalancate, masturbandosi in modo teatrale con una mano, mentre con l'altra mi stringeva il cazzo. "Dai, Alberto, vieni sopra tu adesso! Visto che sei di nuovo in forma? Mettimelo dentro, presto! " Anziche' infilarglielo dentro, mi misi sopra di lei, in ginocchio, con le gambe a lato dei suoi fianchi, tenendo il cazzo in mano e masturbandomi lentamente, fissandola negli occhi. Lei fissava vogliosa la mia erezione. "E' cosi' duro per te, per la tua bocca favolosa, per il tuo corpo perfetto... posso strofinartelo addosso? " e cosi' dicendo le appoggiai l'uccello prima su un seno, poi sull'altro, titillandole i capezzoli. "Ti piace, cosi'? " "Mmmm, sii! Mettilo in mezzo, adesso, ecco... " Paolina me lo fece poggiare sulla scollatura, stringendo i seni con le mani, per avvolgermi il cazzo fra le sue tette morbide e sode. Andai avanti e indietro per un po'. "Alberto, adesso mettimelo dentro, dai, la mia fichetta e' in fiamme... " Indugiavo un po'. Mi sarebbe piaciuto sborrarle addosso e magari mandarle uno schizzo di sperma in faccia. "Alberto, mi hai sentito? " "Si', aspetta un... " Non feci a tempo a finire la frase che Paolina mi rovescio' sulla schiena, sedendosi sul mio petto. Con una mano mi stringeva la gola, mentre con l'altra mi stritolava il cazzo. "Senti, stronzetto, vuoi che te lo stacco? Credi di potermi scopare come una troietta qualsiasi? " "N-no, scusa... ggghh... Paolina, pensavo che.... " "Non devi pensare, chiaro? Devi solo ubbidire, altrimenti... " Ripensai alla dura lezione che aveva rimediato Valdo. "V-va bene, Paolina, pieta'! Faro' tutto quello che vuoi... " "Uhm, cosi' va meglio, ti voglio docile e sottomesso. Ora, vediamo un po' se ti si e' ammosciato... " In effetti, era diventato un po' barzotto, ma Paolina se lo infilo' dentro lo stesso e comincio' a cavalcarmi furiosamente, quasi per punirmi della mia 'ribellione'. Continuammo cosi' per tutta la notte, perdendo il conto degli orgasmi; l'indomani era lunedi' mattina e quindi, di nuovo in ufficio! Che vitaccia, altro che lavoro sedentario! Comunque, e' bello avere una collega (muscolosa) per amico! A. Letizia - 20 febbraio 1998 Sono graditi commenti e suggerimenti su questa storia. E-mail: bobbo_27@hotmail.com