Problemi di voce by atsva@gmx.net Vi dedico questa nuova storia, i vostri pareri mi interessano moltissimo     Problemi di voce   Il conservatorio di Bolzano attraverso un annuncio cerca nuove voci da avviare alla carriera lirica. Al giorno delle ammissioni moltissimi aspiranti uomini e donne si presentano impazienti e speranzosi. Un mingerlino maestro con moltissima esperienza sta al pianoforte, un debuttante dopo l´altro viene esaminato dando cosí il suo esperto parere. Avanti il prossimo! Annuncia con voce gentile ed incoraggiante. Non si presenta nessuno, forse pensa, saranno finiti i debuttanti. Qualche secondo dopo peró si apre la porta e si presenta un certo Simone Tretter. Senza alzare la testa dato il nome di tipo tedesco dice: sicuramente lei e´altoatesino, capisce la lingua italiana? Il candidato cercando di rispondere nel piú gentile dei modi con poderosa voce da basso risponde: si, vengo da una piccola frazioncina di montagna, lavoro la terra ed il bestiame ma amo molto cantare. Sempre senza alzare la testa il maestro: bene incominciamo con il valutare la qualitá ed il timbro della  sua voce. Bene! la risposta con tono bassissimo anche dato il nervosismo della situazione. Ora il maestro alza gli occhi dalla partitura ed osserva il debuttante. Improvvisamente impallidisce, incomincia a tremare dal nervosismo ma anche dall´eccitamento. Ció che ha di fronte e´un  qualche cosa di soprannaturale. Un donnone di 2 metri e dieci, sicuramente piú pesante di un bue, scarponi da montagna, un 50 di sicuro, tuta da ginnastica che copre un corpo abominevole. Le maniche del pullover sono tirate su a metá braccio, i pantaloni essendo piccoli di misura, per lei, sono sotto la pancia, il petto e gli avambracci sembrano far scoppiare il pullover.  Capelli nerissimi, robustissimi scendono a criniera sulle spalle, faccia bruciacchiata dal sole di montagna. Una barba scura e densissima, copre completamente tutta la faccia e collo compreso. E´si rasata alla perfezione ma si intravvede lo stesso. Labbra enormi, denti ingialliti dalla nicotina. I peli del naso anche se tagliati riempiono le narici di nero. Le sopracciglia foltissime e non curate. Ad ogni respiro il petto si gonfia a dismisura, non porta reggisemo ma come per incanto le tette enormi come quelle di una vacca sono rette, durissime ed i capezzoli grossi come due pollici sembrano forare il pullover.Braccia muscolosissime e coperte di peli neri e densi, cosi´saranno anche le gambe osservando i peli che escono dai pantaloni della tuta essendo troppo corti. Il maestro incredulo: ma, ma lei e´una donna. Sicuro risponde perché non si vede? Ma si chiama Simone. In tedesco Simone e´un nome femminile, risponde. Ma lei ha una voce potentissima da basso, non e´normale per una donna. Lei sorridendo: sará la quantitá sigari che fumo giornalmente e la capienza del mio torace. Dicendo questo mette le mani, che sembrano due pale, sui fianchi, allarga il torace facendo sobbalzare le tette enormi. Sotto pressione la cerniera del pullover si apre mostrando due tette mastodontiche coperte di peli nerissimi. Senza pensiero prende un sigaro enorme dalla tasca e lo accende. Ma quí e´vietato fumare. Oh scusi, con due dita spegne il sigaro senza il minimo sforzo dati i calli durissimi delle mani da contadina. Il maestro incomincia a bagnarsi fra le gambe senza dimostrarlo, e´si un finocchietto ma quel bestione per i suoi occhi e´un gigante da sogno. Facendo finta di niente: bene ora incominciamo e cerchi di cantare come fanno tutte le donne soprano. Lui intona un accordo abbastanza alto, lei cerca di seguirlo ma esce solamente uno strazio di voce anche se lei fa il possibile per cantare con voce strozzata per essere alla giusta altezza. No, no! risponde il maestro, non ci siamo. Fa un accordo un´ottava piu´ in basso giusto per una mezzosoprano. Nessuna chance, troppo alto per lei. Altra ottava piú bassa, ora e´all´altezza di un tenore, niente da fare, passa al baritono, anche li´ troppo alto. Ma allora dice il maerstro nervosissimo proviamo l´ultima possibiltá, fa un accordo bassissimo sui primi tasti di sinistra. Quí lei si sente a suo agio. Con voce potentissima tuona qualche nota. Il maestro strabigliato, coprendosi le orecchie per la potenza della voce: ma lei e´un basso potentissimo, come faccio a far cantare una donna con voce da basso, impossibile. Ad ogni modo cercheró di fare del mio meglio educando la sua anormale voce il meglio possibile. Si presenti da domani alle nove a giorni alternati, peró mi deve promettere che non si deve presentare vestita da donna perché non verrebbe accettata dalla direzione, anzi cerchi di venire con delle tute attillate e cerchi di fasciare il petto in modo messuno pensi che lei e´una donna. La ringrazio moltissimo signor maestro, a dopodomani e le posso garantire che nessuno penserá che io sia una donna. Abbassando la testa inchinandosi, esce dalla porta e subito soddisfatta si accende il sigaro incominciato prima. Alla notte il maestro non riesce a chiudere occhio pensando a quel donnone enorme e pelosissimo. Pensando di essere coperto da quel corpo enorme incomincia a masturbarsi, quindi si calma e cerca di dormire. Al dopodomani lei lo prende alla lettera. Non si rade, raggruppa la criniera sul di dietro cercando cosí di avere un´apparenza maschile, indossa dei jeans attillatissimi, fatti su misura, si fascia le tette piú che puó, sembrando cosí il pettorale di un culturista da livello mondiale, passo da montanaro, mozzicone di sigaro sul lato della bocca e cantarellando col suo vocione da basso si dirige verso la sala del maestro. Il maestro eccitatissimo, controllando l´orologio di continuo, attende ansioso. Lei bussa: buon giorno maestro!prima tuona col suo vocione e ricordandosi che non si fuma in sala, aspira il sigaro acceso  e masticando con gusto lo divora come fosse stata la sua prima colazione. Battendo le mani con una forza anormale e strofinandole facendo scricchiolare la pelle rividissima dura come il cuoio dice: bene possiamo incominciare, le va bene il mio look maestro? Perfetto!  la risposta. . Si accomidi vicino a me al pianoforte. Il maestro si sposta il piú possibile di lato, ma lei rimane com metá del sedere grosso come quello di un toro al di fuori. A lei viene un´idea. Scusi maestro ma non sarebbe meglio se io mi sedessi al centro e lei fra le mie ginocchia? Rosso dall´eccitamento: buona idea! risponde. Lei abbassa al massimo il sedile del pianoforte lo allontana di mezzo metro dallo stumento e si siede di peso facendo scrichiolare il sedile dati i quintali di mole. Piano, piano! dice il maestro, altrimento sfasciamo tutto.  Lui mingerlino com´é fa un po fatica ad accavallarla. Lei: non si preoccupi maestro, com me lei non avrá problemi di nessun tipo. Dicendo questo lo prende per sotto le ascelle con le sue manacce odoranti di sigaro, lo alza sopra la sua testa a braccia tese. Il maestro e´per la prima volta nella sua vita sospeso all´aria. Le piace signor maestro? Si si! risponde sudando dall´eccitamento ed assaporando la forza bestiale di lei, ma ora mi metta giú, lei allarga le gambe e se lo siede mel mezzo. Facendo questo pero´ i jeans attillatissimi scoppiano e squassa la cerniera. Fa finta di niente ed incomincia cosí la prima lezione, dopo un po´ fra un tono e l´altro lui sente un qualcosa di strano che pressa sul fondoschiena. Fa finta di niente. Lei chiudendo il maestro fra le cosciacce e le braccia ciclopiche sente un sentimento di tenerezza, ancher perché da buon pederasta il maestro e´curatissimo, profumato e molto affeminato nel suo fare. Quella cosa strana non e´altro che il clitoride di lei che sta prendendo le misure d´attacco, vale a dire in riposo 8 cm e 5 di diametro, in posizione da guerra 28 cm, 8 di diametro e duro come l´acciaio. La vacca della sua stalla lo sa benissimo e il prete del paese pure in quanto lei giormalmente, allena lo stendardo che ha fra le gambe come fa con il suo corpo statuario dato il lavoro pesantissimo di ogni giorno. La cerniera e´saltata ed il clitoride quasi sposta il maestro contro il pianoforte. Lui dimenandosi incredulo sente che quel donnone lo sta prendendo alla lettera facendo perfettamente la parte del maschio. Il maestro si ferma . si alza e girandosi vede il piu´grosso cazzo , in veritá clitoride, che ha solo visto nei suoi sogni. Scusi maestro ma é piú forte di me, il, maestro tremante passa la manina delicata sul menbro e pian piano,  rompendo cosí per dire il ghiaccio, gli fa una segaccia da sogno. Lei punta le mani sul pianoforte e dalla lussuria lo sposta come fosse una fisarmonica di qualche chilo. Si arcua dicendo: maestro lei e´stupendo. Lui incoraggiato si inginocchia e le fa un pompino maestrale pieno di esperienza. Lei emanando un tuono simile ad un ruggito, viene e lava completamente il sedile, il maestro ed il pianoforte. Scusi maestro ma lei vuole un maschio e credo di esserne all´altezza. L´ora e´terminata, Lei si libera dalla maglietta e cerca di asciugare il tutto. Il maestro vedendo dei bicipidi da orso bruno, peli forestali sotto le ascelle attaccaticci dalla lussuria provata, si alza e mettendosi in punta di piedi, arrivando cosí all´altezza della bocca sbavante di, lei, fa ber baciarla. Lei peró gli mette una manaccia sulla faccia dicendo, prima il test della barba se e´veramente maschile come lei vuole. Dicendo questo gli passa la barbaccia di due giorni sulla faccia facendo un rumore come di carta vetrata. Accorgendosi peró che il maestro dolorante dalla grattata é diventato rosso come un peperone, gli mette la manaccia sul pisellino indurito e gli infila la lingua grossa come quella di un vitello dentro all´esofago. Il maestro sculatta impazzito, sará l´odore del sigaro che ha in bocca, i muscoli mitici, la forza mastodontica, l´odore delle ascelle sudatissime, l´odore di sperma di lei che riempie la stanza, cosiché  viene col suo decente pisellino. Lei sollevandolo, si alza in piedi, sposta il sedile con un polpaccio, facendolo volare, leva la linguaccia dalla bocca del maestro, gli da l´ultima passatina di barba sulla faccia, quindi incalza la maglietta bagnatissima di nettare e come non fosse successo nulla: a domani! dice lei mettendo il maestro a terra. Lui tremante sostenendosi sul pinoforte: no a dopodomani. In veritá non e´ancora successo niente di speciale confrontando ció che lei ha in mente per il dopodomani. Il giorno seguente passa per lei normalissimo, da la giornaliera benedizione all mucca seguita da un muggito straziante, va a farsi confessare dal reverendo del paese per non perdere l´allenamento, elimina da sola un pino secolare alto 50 metri, lo demolisce a colpi di scure, tre volte piú pesante del normale, lo riduce a pezzetti ed un quintale alla volta, a spalla lo catasta vicino alla casa di campagna dove vive da sola. Lei e´costretta a quietare le voglie sessuali, squartando culi di vario tipo, in veritá peró, amerebbe essere scopata a dovere ma data la sua presenza fisica ed una voragine atta a distruggere un menbro da 50 cm per 15 di diametro anche due o tre volte al giorno, logicamente é ridotta ad essere zitella. I maschi normali scappano disperati, si vergognano anche solo a rivolgergli la parola, quindi si accontenta dei culi degli amimali e dei vari finocchi del circondario dove lei e´famosissima. E´ talmente carica di sesso che quando ha voglia di mangiare un volatile, non lo macella come fanno tutti i contadini, ma lo squarta col suo clitoride godendo nell ´assaporare quel buchetto di culo caldo di sangue fresco, sempre incastrato se lo porta in cucina, lo estrae ed incomincia a prepararlo per la cottura. Naturalmente un tacchino intero é per lei solo il secondo piatto. Passa cosí il giorno seguente ed di buon umore si dirige al giorno dopo verso il conservatorio. Non rasata da tre giorni, solita tuta da ginnastica, tette imprigionate, niente trucco, anzi puzzolente di stalla, morzzicone di sigaro al lato della bocca che aspira senza mai staccarlo dalle labbra. Arrivata alla porta del maestro ingoia il sigaro acceso, lo riduce a poltiglia, ingoia e risciaqua la bocca con un fiasco di vino che tiene nell borsone accompagnato da chili di spuntini vari ed un flacone da litro di vasellina perché non si sa mai. Bussa, entra, saluta e come alla prima lezione si siede sul sedile del pianoforte, solleva il mingerlino maestro, e se lo siede, questa volta, non fra le coscie ma sopra i muscolacci  duri e vibranti delle stesse. Il maestro ad ogni stiramento di muscoli, salta come un ranocchio. Lei :per oggi ho pensato ad una posizione piú comoda, dicendo questo gratta con la sua barbaccia di tre giorni il collo del maestro. Anche questa volta effetto immediato, clitoride infuocato in posizione da tiro, messo all´aperto avendolo lei liberato dai pantaloni. Il maestro che non e´da meno per l´occasione ha indossato i pantaloni da finocchio, vale a dire con la cerniera che parte dalla cinghia,passa per il cavallo ed allungandosi sopra il culo finische sulla cintura di schiena. Apre la cerniera con stupore e gioia della ciclope. Vedo che non perde tempo signor maestro, meglio cosí. Il membro che era sacrificato sotto il sedere del maestro, sollevato lo stesso a forza delle sue due braccia simili piú ad una gru che a delle braccia di una donna, scatta furioso verso l´alto e si mette in posizione come un missile intercontinentale. Il maestro nervoso apre completamente la cerniera dei pantaloni mostrando cosí unculetto bianco, privo di peli , sculettante ed ansioso. Lei sostenendolo sospeso con una mano, sufficente per abbracciare completamente il torace del maestro, estrae dalla borsa la vasellina perché secondo la sua esperienza a secco vorrebbe significare non una scopata ma un sacrificio. Nervoso ed ansimante il maestro dice: non serve la vasellina, non e´la prima volta che vengo inculato. Lei un po´imbarazzata: ma e´sicuro di quello che dice? Il maestro: certo, inizia! con un tono quasi imperativo un po´strano per le orecchie del donnone che di solito e´abituato a prendere tutte le iniziative. Come desidera! risponde un po´offesa, Mentre finisce quest´ultima frase abbassa senza pietá il maestro e lo incastra sfracellando tremendamente, culo, emorroidi, viscere e chissa che cos´altro. Un boato di sangue fuoriesce accompagnato da un urlo straziante del maestro piangente dal dolore inumano. Basta , basta! implora il maestro. Troppo tardi! dice lei che nel frattempo ha in bocca un mozzicone di sigaro spento. E´una vecchia abitudine quella di scopare assaporando in continuazione un sigaro. Quindi continua a sollevare ed incastrare il poveraccio, privo di volere e disperato. Dopo una mezzoretta dove ormai il culo e´squassato ed allargato come quello della vacca del fienile di lei, non sentendo piú resistenza, lo estrae dalla sua arma micidiale e lava tutto il retro del maestro con litri di sperma densissimo. Prende dal borsone un asciugamano e lo asciuga, lo fa sedere su una coscia dove il maestro fra un sospiro di dolore ed uno di sollievo, smette di piangere ed accarezzando la faccia grattante di lei dice: sei la cosa piú stupenda che io abbia mai vissuto. Dovere dice lei! Estrae il secondo fiasco, ingoia il sigaro e lo svuota a vista d´occhio accompagnato da un filone da due chili con dentro forse uno speck intero affettato. Tira un rutto abominevole ed all´unisono  una scoreggia simile ad un tuono che immonda la stanza di un odore di stalla.Il maestro ansimante e curvo dal dolore provato, si dirige alla finestra che prova ad aprire, ma quelle poche forze che aveva ora le vengono a mancare. Faccio io! dice l´allieva volonterosa e con un balzo facendo volare il sedile ed alzando con le ginocchia l´enorme pianoforte di mezzo metro, si dirige alla finesta, la apre ed abbassandosi respira soddisfatta una boccata d´aria. Senza domandare prende in braccio il maestro come fosse un bambino e grattandolo in faccia: sono una brava allieva?  Cercando di trovare la posizione giusta sul´avambraccio peloso di lei per sentire meno dolore del culo squartato: sei un sogno. Domani mi metteró in malattia per una settimana, anzi per non perdere le lezioni, venga pure da me a domicilio anche tutti i giorni se vuole. Anzi si prenda anche lei una bella settimana di ferie e venga a vivere da me. Sa vivo da solo, ho un letto matrimoniale che allungheró con un letto singolo ai piedi messo di traverso. Per il mangiare ed il bere non si preoccupi, faró arrivare la merce dai fornitori da ristoranti e altri vari grossisti, non ho la macchina, quindi allestiró il garage come magazzino.Spero che per un a settimana basterá, altrimenti andremo al ristorante,fra l´altro sono anche un bravo uomo di casa e la vasellina ormai non serve piú data la sverginata enorme che mi hai provocato. Bene dice lei, da domani vivo da lei cosí avremo piú tempo per educare la mia voce! esclama con tono sarcastico, Il tono di lei peró questa volta é strano, vorse dubbioso ma nello stesso tempo imperativo.  A domani maestro e grazie per la lezione. Uscita dal consevatorio, libera la criniera attaccaticcia dei caperlli, libera le tettacce e canterellando pensa  a ció che potrá accadere. Fantasticando arriva fino a pensare di costringere il maestro a vivere con lei, con le buone o le cattive, é uguale, e forse ha cosí risolto molti problemi. Finalmente puó fare la parte della donna ed in qualche modo essere impalata, uguale come ed uguale che orifizio. Sente che per lei stanno cambiando i tempi anche se lei ha 26 anni e lui 54.  L´amore non ha confini. Dovendo incominciare ad alloggiare dal giorno seguente Simone pensa cosa deve invaligiare e soprattutto se vuol far la parte della donna deve essere anche esteticamente all´altezza. Gira sottosopre tutto il suo inventario ma oltre a stivalacci da montagna, puzzolenti indumenti da contadina non ha altro. Niente veramente di femminile, nemmeno un reggiseno, per via della misura da vacca che possiede. Solo pantalonacci, mutandoni da uomo fuori moda. Niente cosmetici, solo un rasoio elettrico quasi distrutto, l´ultimo di una lunga serie di rasoi che dalla durezza della barba si sono fusi. Improvvisamente peró gli viene un lampo di genio. Si ricorda che ad un carnevale, dopo ricerche lunghissime per trovare le misure inumane del vestiario ed accessori, si e´vestita da puttana domina. Vigorosamente va in stalla per prendere il cassone dove conserva questo prezioso materiale. Per l´occasione vede la vacca posizionata e non riesce a contenersi. Si accende un mozzicone di sigaro mangiucchiato, libera il missile e soddisfatta dell´idea avuta penetra la vacca selvaggiamente. Agguantando dal di dietro le corna  se la tira avanti e indietro aiutandosi con contraccolpi micidiali. Viene, estrae lo stendardo che va a spruzzare oltre la testa della vacca. La stessa stremata dal lavoro ricevuto si schianta a quattro gambe per terra. Lei senza darle uno sguardo si pulisce il menbro con della paglia, si riveste e va a cercare il pesantissimo baule. Come fosse una scatoletta se lo carica sotto un braccio e si dirige verso il casolare. Il giorno fatale va dal maestro. E´da notare che fra il suo casolare di montagna e la casa del maestro ci sono 30 km da fare. Con molta buona volontá, sigaraccio puzzolente fra i denti, vestita come al solito da contadinaccio, puzzolente, non rasata, con gli artigli sporchi di merda di vacca, canterellando col baule su una spalla si dirige verso il posto cosí per dire di vacanza. Il maestro abita all´ottavo piano, ma il baule non passa nell´ascensore. Decide cosí di farsi quest´ultimo tratto di percorso a piedi, sporcando con i suoi stivalacci da montagna tutte le scale di fango e sterco di amimali da stalla. Bussa alla porta con una potenza tale da quasi scardinarla dal muro. Chi e´? risponde incazzata la donna delle pulizie aprendo la porta. La vecchietta prima vede una barriera scura che copre completamente la porta, poi alza la testa per vedere cosa succede. Simone sempre col baule in spalla si abbassa quasi a metá altezza e con voce tuonante: sono la nuova prediletta del maestro, se non ha niente in contrario. La vecchietta, apre l´altra metá della porta per farla entrare quasi svenedo dallo stupore: si accomodi pure sul divano, il maestro e´andato a fare delle ordinazioni dai vari grossisti e sará qui fra poco, si metta pure a suo agio. Lei la prende per parola, si lascia cadere sul divano a tre posti, appena sufficente per la sua mole, impuzzolenta tutta la stanza col suo sigaro ed estrae dal solito borsone da palestra che per lei diventa quasi una borsetta da donna, il solito fiasco di vino, lo tracanna in qualche secondo, lo getta a terra allarga le braccia arrivando oltre i braccioli con le manacce, tira un rutto tipo boato accompagnato dall´immancabile scoreggia straztiante che annulla tutta la buona volonta della vecchietta. Quindi si veste dicendo alla gigantessa: non voglio vivere in una stalla, riferisca al maestro che mi licenzio . Quindi esce mentre Simone ignorando la situazione allarga le gambacce spostando tavolino e poltrone e mantenedo il sigaro fra le labbrone si addormenta russando come una segeria. Dopo poco, russando a bocca aperta, lascia cadere il sigaro nel canion delle tettone. Si sveglia, non tanto per il buco sulla pelle prodotto dallo stizzone ma dall´odore di peli bruciati. Si strofina un po´il canion e rimettendosi il sigaro mangiucchiato fra i denti ricontinua a russare. Un paio di ore piú tardi arriva il maestro che con stupore vede tutte le persone degli appartamenti vicini raggruppate preoccupatissime davanti alla porta del suo appartamento. Avendo sentito dei rumori stranissimi hanno pensato a qualche rapina o altro disastro. Il maestro preoccupatissimo apre la porta ma sentendo un fortissimo odore di stalla accompagnato dai peli bruciati capisce la situazione e tranquillizza i vicini. Entra nell´appartamento, poggia tre bustone di viveri aquistati affinché sfamare la gigantessa prima dell´arrivo dei fornitori ed osserva eccitantissimo quel essere enorme che finalmente si trova a casa sua. Senza pensarci si spoglia completamente e si tuffa nelle tettone e nei cespugli puzzolenti delle ascelle di lei. Lei si sveglia e pian piano prende la testa del maestro incastrrandola con forza nel canion peloso. Il maestro prima contentissimo ma di seguito preso dal panico mortale mancandogli l´ossigeno. Lei continua a pressarlo sulle calde ed accoglienti tettone fino ache il maestro quasi stramazza asfissiato. Allora lo stacca dicendo: ti é piaciuto vero maialino. Lui dopo qualche secondo si riavviva: si e´stupendo che tu sia da me. Sicuramente hai fame ti porto un spuntino. Va in cucina ed arriva con un salame intero, un filone di pane da due chili, vuoi della birra? No dice lei, un cartone intero ed un´altro salame. Scusa devo andare a sistemare la spesa. Si assenta per forse 5 minuti. Lei imbottische il finone col salame intero  pelle compresa, tracanna 10 lattine di birra da mezzo litro ciasacuma, quindi il solito rutto cavernoso. Il maestro ritorna con una scatola di ottimi sigari da 100 pezzi. Ma ti sei fatta due salami da mezzo metro? Lei: osserva omino assurdo. Da un calcio al tavolino ed allarga le gambacce. Fa posto fra la foresta di pelo dalla fica dicendo guarda bene. Essendosi infilata completamente il secondo salame da mezzo metro e dieci cm di diametro ora fa lavorare i suoi fenomenali muscoli vagginali. Come per incanto il salame fuoriesce dalla caverna e pian piano lubrificato dal suo nettare fuoriesace fino a tre quarti. Quindi di colpo lo risucchia completamente. Fa questo giochetto 4 o 5 volte Nuovamente estratto a metá ordina all´ometto sfibrato da una improvvisa masturbazione: tiralo fuori! Lui con le due manine cerca di estarlo ma lei con i suoi muscoli tipo morsa lo blocca. Allora lo estrai o no. Lui riprova, si punta con i piedi sulle coscione aperte, prova con tutta la forza ma niente da fare. Ridacchiando lei lo risucchia completamente divorando anche le due manine e metá avanbraccio. Lui é preso dal panico, sbianca di faccia ma forse dalla lussuria. A questo punto lei rilassa la morsa micidiale della ficaccia. Il maestro essendo ancora puntato con i piedi fra i pelacci della cosce di lei, rimbalza all´indietro di due metri e va a finire sopra il tavolino, dolorante. Lei senza sdegnarsi della minima attenzione per il poveraccio: hai ora capito che aria tira? Lui con la testa fa cenno di si. Lei si alza in tutta la sua altezza e maestositá, si spoglia: vieni dalla mamma microbo. Lo prende sotto le ascelle, lo alza, fino a che lui aggrappato con le sue braccia sul collo taurino di lei, con le gambe sui fianchi, lei aiutandosi di una mano, entra con il dito medio dentro il  culo del finochhietto tenedolo sospeso. Il dito e´piú grosso di molti cazzi da negri ben dotati, ma essendo giá sverginato a dovere, sopporta come si deve. Con l´altra mano, smanetta il clitoride finche dopo pochi secondi ha raggiunto la misura da stendardo. Leva il dito, il maestro che con sollievo pensa di rilassarsi, ma nel men che sidica si rutrova impalato, e questa volta come si. deve. Essendo ora sollevato da quel crick gonfio e duro come il marmo, lei si mette le mani sui fianchi dicendo,: ora andiamo a visitare le altre stanze. Ad ogni passo di lei il maestro sobbalza sul clitoride provocando un nuovo allargamento del culo ed un seguente allenamento da finocchio. Finito il giro dell´appartamento lei eruta litri di sperma lavando non solo il culo ma lasciamndo pure la traccia sul pavimento delle stanze. Lo alza, lo estrae e lo butta a terra  come fosse un qualcosa di usato. Lui vedendo tutto quel lubrificante a terra: non ti preoccupare ci penserá la donna delle pulizie. Ti sbagli, da ora il finocchio, lo sguattero, il servo e lo schiavo saranno la stessa persona, puntando il ditaccio peloso con artiglio durissimo ed arcuato ancora nero e puzzolente sia dal culo del finocchio e dallo sterco della stalla. Il maestro prima impaurito, poi eccitato infine con la testa calata in segno di devozione assoluta accettta la situazione anche se controvoglia. Negare vorrebbe significare mesi di reparto ortopedico o forse di rianimazione.  Nuovo ordine del giorno! tuona la ciclope: esci da casa, rinfresca la compera dei viveri e non tornare prima di notte perché avró bisogno ti tutto il giorno per preparare la sorpresa piú bella della tua vita, ignobile ed incredulo servo. Anzi avverti tutti gli inquilini di non esaltarsi se sentiranno dei rumori strani. Vai ora! Il maestro:ma....Vai ho detto o capisci solo con le cattive. Il maestro curiososissimo accetta e di corsa sparisce dalla scena. Ora per la gigantessa e´via libera. porta il cassone nel centro del salone, con dei calci butta ai lati le varie poltrone, tavolino e posiziona l´enorme cassa nel centro. Lo fa per aprire ma il catenaccio data l´umiditá della stalla si é arruginito. Lei impaziente di aprirlo, con le sue manacce scardina il tutto viti comprese. Apre estremanente eccitata. Estrae il contenuto pian piano consultando ogni pezzo, dopo un po la fica esplode dalla lussuria ed allaga il tappeto. Un odore intensissimo di sesso simile al piú frequentato dei casini innonda la stanza. Aspirando boccate enormi di sigaro per l´eccitamento mette tutto il materiale appaggiato sulle varie poltrone, a terra e sul tavolino. Contempla pezzo per pezzo pensando che nel frattempo é aumentata di 15 cm e di 80 chili, quini qualche cosa sará da aggiustare. Essendo materiale d´acciaio ha preventivamente portato anche un incudine pesantissimo e vari atrezzi da fabbro , per precauzione. Nuda com´é incomincia cosí a lavorare i vari pezzi in modo da farli passare alla sua mole attuale. Lucida il materiale di lacca nera, essendo in parte coperto da muffa con delle sputate abbondanti al gusto di sigaro. Finito il lavoro, lubrifica le armi da sesso.Dopo qualche ora, 5 sigari assorbiti, 15 lattine di birra e divoreato il salame che si era dimenticata dentro la voragine dove la pelle inumidita dallo sperma si é fatta estrarre come un preservativo, decide cosí di andare al bagno. Riempie la vasca ad un quarto con due litri di bagno schiuma e si ammorbidisce lo sporco ed l´odoraccio da stalla restando nell´acqua per tre ore. Le gambacce che completamente fuoriescono dalla vasca appoggiano il 50 dei piedoni dentro una grossa vasca da biancheria immersi nell´acqua caldissima con della varechina per neutrealizzaze l´odoraccio di merda di vacca  essendo abituata a lavorare a piedi nudi nella stalla. A terra ha il materiale da lavoro: una grossa raspa da legno, una lima da meccanico, una cesoia da cavi, 2 litri di shampo, un saponaccio quadrato da biancheria, tre rasoi a lametta, un rasoio elettrico per peli lunghi, i viveri del momento: quantitá di birra, 2 chili di spaghetti talmente piccanti da amazzare un toro, vari sigari. Cosí passa altre tre ore a disinfestarsi dall´odore di animale. Ha messo una musica sexy nello stereo regalata da un vecchio ammiratore perverso. Passa cosí altre tre ore, raspando la pelaccia dei piedi e delle mani, tranciando le unghie della mani e dei piedi finendole a colpi di lima. Si é rasata sul petto formando un cuore di peli che copre esattamente le tettone e va finire a punta sulla foresta della fica. La stessa viene rasata orrizontalmente da un fianco all´altro appena sotto l´ombelico, che grosso com´e´si portebbe scopare infilando completamente un cazzo, quindi per render piú evidente la foresta della passera rade le coscie come se avesse un hot pants di pelo lasciando peró i preziosissimi peli al di sopra del ginocchio fino all´ultimo dito dei piedi., taglia solamente i peli sul collo lasciando terminare la barbaccia di tre giorni con un taglio orrizontale sul pomo di adamo. distrutti cosí i vari rasoi passa ai capelli. Tre passate di sapone da biancheria per levaro il grasso, il tanfo e lo sporco, quindi altre due passate di schampo.Dopo tre ore si solleva facendo scricchiolare la vasca dalle piastrelle delle pareti si mette in piedi e consuma tre asciugamani enormi per asciugarsi a dovere. per potersi vedere allo specchio, sradica lo stesso dal muro e con ´l´aiuto di una sedia messa sul lavandino lo appogia. piegandi un po´le ginocchia arriva cosí a vedere la sua faccia soddisfatta. Dopo un lunghissimo tempo di asciugatura per la criniera, incomincia a pettinarsi con una grossa spazzola da cane S. Bernardo comperata al negozio per animali. Ora la criniera é grossa come quella di un leone. Sigaro in bocca , cantarellando con la sua voce cavernosa in comincia cosí il secondo lavoraccio, il trucco. Due bottigliette di lacca rosso fuoco per gli artigli delle mani e dei piedi che che guarnische con dei diamanti finti. Pettina la foresta della fica, delle tette, e i peloni delle ascelle che erano completamente annodati. Ora la faccia, lascia le ciglia come sono, cespugliose con dei peli che fuoriescono lunghi 2 o 3 cm rendendoli ancora piú evidenti colorandoli con del rimmel nero senza dimenticare i peli fra gli occhi, le orecchie sono anche pelose ma non si vedono essendo coperte dalla criniera, quindi li lascia. I peli  nicotizzati che riempiono completamente le narici vengono solo tagliati in modo che non fuoriescano. La barba di tre giorni é densissima, copre tutto il viso, guance, mento, labbra, collo e si attacca ai capelli della nucca. Si passa solo un flacone di dopobarba per avere un´odore gradevole. I denti non lavati da anni sono gialli come quelli delle vacche, pieni di nicotina, di pezzi di cibo e tabacco essendo abituate a distruggere i sigari fino al minimo pezzo ingoiando regolarmente l´ultimo mozzicone, qualche volta acceso. Quindi passa il dentifricio, regalatogli da un alpino senza gusto ma estremammente attivo,  passa tre volte, consuma una bottiglietta di Odol e per il momento l´alito e passabile, almeno fino al prossimo sigaro. Le labbrone che non avrebbero bisogno di rossetto essendo di natura bellissime, vengono colorate con del rossetto viola scuro e contornate con dell´abbondante nero. Osserva soddisfatta quelle labbra sessuali contornate dalla barbaccia nerissima. Una visione da masturbamento. Quindi passa agli occhi trasformandoli come quelli delle piú incallite puttane. Quel poco di pelle senza peli che rimasne sulla faccia, il naso, sotto gli occhi,  la fronte, il collo fino al´l´inizio del decolté, dove cominciano i peli, la copre con dell´abbondante cerone di color rosa scuro anche per coprire le bruciature dell´aria aperta e del sole. Ora si gira per ammirare la schiena. I peli che a cascata partendo dai capelli e scendendo al centro di quella schiena larga come un armadio vanno a finire sopra il culo dove aumentano di lunghezza e si allargano coprendo completamente tutto il culone e da fianco a fianco. Al centro un tatuaggio enorme, colorato, grande come tutta la schiena raffigurante lei che sta impalando col suo clitoride un toro sostenuto all´aria per le corna dalle sue manacce. una riproduzione esatta di lei, quasi fotografica, peli, muscoli e sigaro compresi. Questo costosissimo tatutaggio é stato un regalo del solito ammiratore vecchietto perverso. Lei si gira lentamente due o tre volte davanti lo specchio, ammira sofddisfatta lo splendore e la sessualitá del suo anormale corpo e fumando nervosamente il suo sigaro, essendo in calore massimo e´costretta a farsi un segone spruzzando completamente lo specchio che si trova ad un´altezza di due metri e trenta toccando cosí il siffito. Lei lo lascia com´e´tanto cé´lo sguattero che ci pensa. Esce soddisfatta dal bagno che lascia come fosse un mattatoio, Pezzi di unghia dappertutto, acqua a terra, lavandino pieno di vari colori del trucco e la vasca da bagno con le pareti coperte da una marmellata di grasso, sapone, merda di stalla e sperma. Entra bellisima. staturaria e profumatissima nel salone, si riposa dallo strapazzo della disinfestazione stramazzando di peso sul divano dove distrugge  molle e le due zampe del davanti,  dati i 2 50 chili di donnone. accende la televisione e fra una tirata di sigaro e l´altra pulisce un vassoio da 3 chili di frutta cercvando di non rovinare il trucco delle labbra. Nel frattempo si fa sera ed e´ora della vestizione. É da tener presente una storia di lei. Quel vecchietto perverso e facoltoso é stato per lei una cosa molto importante. Prima di conoscerlo lei viveva im montagna come una cavernicola, da sola, senza possedere niente, uniche entrate erano qualche soldo che lasciava il prete del paese per farsi scopare coprendo la sua presenza in chiesa facendola passare per la donna delle pulizie e qualche finocchio passante pensando di aver davanti un gigantesco montanaro. Un bel giorno da Milano un vecchietto vedovo e ricchissimo andó nei suoi paraggi in villeggiatura . Fu lí che lui s´innamoró vedendola sradicare a braccia un grosso albero. Da li cominciarono, regali, soldi ed oggeti perversi che lui reclutava dai piú strani sexshop di Europa e d´America. Il famoso vestiario da domina é un regalo suo accumulato nel tempo e quasi completamente fatto su misura, dagli stivali agli accessori di pelle e d´acciaio per non parlare dei cazzoni reclutati da varie fiere europee. Disgraziatamente ha fatto la fine che logicamente doveva fare. Doppo essersi fatto piú volte pestare e ricoverato per fratture varie é un giorno crepato d´infarto mentre lei lo ha particolarmente e brutalmente impalato. Il dolore e la lussurtia sono stati letali. Fa niente con la somma di denaro ricevuta, da buona montanara, ha risparmiato tutto e dopo la morte del vecchio si é comperata il casone col fienile, la stalla con le vacche ed altre bestie varie.  Ma ritornando al presente ora si abbobba a dovere per far impazzire il maestro. Forse oltre al vitto e alloggio gratuiti riesce anche a spolpargli del denaro. Sono le nove di sera, lei e´pronta per lésecuzione ed il maestro suona alla porta dell´appartamento. Lei tuonando con la sua voce cavernale: aspetta il mio ordine per entrare e non accendere la luce. Ora! urla la ciclopessa. Lui tremante dall´eccitamento apre, tutto buoio, un odore di sigaro, di vino e di profumo intensissimo innonda la stanza. Lui assapora il momento ed osserva la porta della camera poco illuminata dallo stizzone del sigaro che si accende e si smorza. Una musica da casino porno anima l´ambiente, lei accende la lampada delle poltrone. A questo punto il maestro vedendo ora cos´ é successo, gli vengono a mancare le forze e s´inginocchia a terra, tremante come una foglia a quattro zampe osserva e sculatta a vuoto. E´lei in piedi, in posizione da puttana in attesa di clienti, davanti alla porta della camera da letto. Dati gli stivaletti, ( 52) di lacca nera e con tacco a spillo enorme arriva esattamente con la criniera a battere il soffitto. Calze nere a rete larga fino alla coscia fermate da un elastico nero con una rosa rossa, I pelacci della gamba escono da tutti i lati attraverso la rete esattamente fino all´elastico, Giarettiere di catenina d´acciaio fermate sui fianchi da una grossa catena allacciata con un morsetto da barca. Tanga piccolissimo di pelle con apertura a cerniera che riesce solo a coprire le labbrone della fica e collegato con una catenella d´acciaio ai fianchi e una che sparisce dentro il culo pelosossimo. Una cintuta, che fa anche da corsetto, di lacca nera con ai lati due fondine simili a quelle dei cowboys. Al posto delle pistole ci sono due cazzoni enormi. fuori misura con palle, vene, cappella, normalente non da usare ma come oggeti da richiamo per le varie fiere del sesso. Un dildo é nero ed uno é rosa. Allacciato ad un fianco arrotolato come fosse un lazo un cazzone di latex, lungo un metro e mezzo con due cappelle finali. Un corsetto d´acciaio fermato con delle serrature a scatto sotto il petto con due vassoi che sostengono le enormi tettone pelosissime. I capezzoli sono coperti da una ventosa nera dove sono appesi omini in croce. Nel mezzo del canion peloso quattro sigari di riserva. Bracciali sui polsi di pelle nera avvolti da catene d´acciaio. Lo stesso sul collo, uma larga cinghia di pelle nera, fermata con tre fibbie ed addobbata con catene pendolanti. Guanti di pelle nera con fibbie che lasciano tre quarti di dita scoperte.Sulla fronte ha una fascia di pelle nera da dove esplode la criniera enorme di capelli nerissimi. I peli che fuoriescono dalla fica sono annodati con decine di nastrini rossi che formano delle treccine, Lo stesso i peli delle ascelle. Immancabile sigaro fra i denti che senza toccarso lo passa con sapienza e sessualitáda un lato all´altro della bocca. Succhiandolo su e giú imita un pompino.Una mano tiene un bottiglione da due litri di vino e l´altra una frustino da fantino di pelle nera con manico a forma di cazzo. Allacciato al collo con un gancio ha un enorme mantello che arriva a terra lasciando uno strascico. E´di maglia d´acciaio simile a quelle che portavano i cavaglieri del medio evo. Peso ad occhio minimo 100 chili. Ti piaccio schiavo deficente? e dicendo questo si gira di schiena. Il maestro non risponde, le parole non escono. Slaccia il mantello e con un frastuono schianta sul pavimento formando una cupola di metallo. Ora per la prima volta vede il tatuaggio. Il vecchietto ansima, sembrano gliu ultimi spasimi, si bagna fra le gambe ed il cazzetto pompa a vuoto. Nel frattempo si é eccitata pure lei, il ciclopico clitoride e´verticale gonfio, arrossato e rigido. Lei lo infila dentro la cintura e si dirige con passo da puttana perversa ondeggiando sui tacchi a spillo come se fosse per lei una routine giornaliera. Evidentemente si é talmente inoltrata nel ruolo che si é completamente dimenticata di essere una montanara puzzolente di sterco. Si dirige verso il divano dicendo al meastro stravolto: portami il mantello servo. Lui a stento si alza ma obbedisce. Fa per sollevarlo ma non riesce a smuopvere niente, riprova, prende un lato e prova a strascinarlo, niente da fare, é pesantissimo. Lei: non solo sei uno schiavo ed un finocchio ma anche un verme senza forza. Lei gode ed il clitoride di lei imprigionato nella  cinghia ingrossa ancora di piú e sente il flusso del sangue che batte con forza. Vieni quí scemo! Lui obbedisce, da un respiro di sollievo perché non deve spostare il mantello d´acciaio e si avvicina a lei abbracciandola sulle tette. Lei getta il frustino lo stacca dalle tette con una manaccia e gli tira un ceffone tale che il disgraziato girando su se stesso vola a tre metri di distanza, quindi stramazza al suolo svenuto. Un dente e´saltato, un occhio gonfisatissimo e blu, la guancia annerita e gonfia. Lei da seduta osserva soddisfatta. Da una bella tirata di sigaro e tenendolo fra le dita si porta il bottiglione da due litri sulla bocca e si scola il tutto, sbavando vino ai lati della bocca che pulisce con i peli del braccio. Il rosseto ora e tuuto impiastrellato fra i peli della barba e gli da un´aspetto ancora piú sadico e pauroso. Dopo aver tirato un rutto pazzesco rimette il sigaro in bocca, si alza in piedi, libera il clitoride dalla cintuta anche perche e´talmente ingrossato da provare quasi dolore e si dirige senza fretta sul disgraziato ancora svenuto. La bocca del vecchio e´insanguinata avendogli distrutto anche le labbra. Lei osseva inchinando la testa che tocca il soffitto, Gode tremendamente soddisfatta, strappa come se fosse in trance il tanga ed estrae il cazzone nero che alzando una gamba infila senza problema dentro la voragine. 45 cm per 13 di diametro di gomma durissima spariscono dentro la caverna. Lei soffre dalla lussuria. Non basta, prende láltro cazzone della stessa misura ingoiandolo lo lubrifica con la sua saliva nicotizzata e se lo infila inchinandosi completamente dentro il culo. ORA SI CHE SI SENTE COMPLETA. incomincia sbavante  a masturbare il clitoride che quasi istantaneamente erutta litri di succo vagginale.Data la sua esperienza non lo ha sperperato invanamente bagnando il tappeto ma centrando perfettamente la faccia del maestro. Sentendo quella massa viscida e caldiccia il maestro rinviene ansimante dal dolore. Lei tira una ridacchiata cavernosa: ti e´piaciuto l´antipasto? Lo prende per il cravattino e vestito come lo sbatte sotto la doccia. apre l´acqua fradda e tenendolo fermo affinché non scappi: ora spogliati scemo che viene il piatto forte. Cosa credevi che ioi fossi a tua disposizione solo perche sei un maestro? senza niente in cambio? Deficente dove trovi un áltra come me al mondo? Il maestro tremante dall´acqua ghiacciata ma anche dalle parole della gigantessa incomincia ad asciugarsi. Lei si guarda allo specchio, vede il rossetto rovinato, col pelo del braccio lo pulisce e si rifá il trucco. Prende il vecchio sotto il braccio portandolo sul letto e da un´altezza di un metro ed ottanda lo getta letteralmente. Nel frattempo si e´completamente dimenticara di avere complessivamente 90 cm di cazzo dentro il corpo. Osserva:estrae quel cazzo a forma di lazo, inchina la testa all´indietro e pian piano selo infila in gola a mó di pompino. Sempre piú profondamente il cazzone di latex come fosse una sonda endogastrica entra nell ésofago fino ad allungarsi nello stomaco. un pompino da umn metro e mezzo. Come ulteriore attrazzione s senza toccarlo lo estrae dall bocca di 20 cm quindi riinghiotte, due o tre volte. Lo riprende con la manaccia lubrificato com´ é gli fa un segone e lo estrae completamente.Con un sorrivo di vittoria lo da al maestro dicendo leccalo a dovere anche dove e´impiastrellato di merda. Al vecchietto non aspetta che obbedire.Si mette a gambe larghe sopra il corpicino del finocchio. In quella posizione lui si sente estremamente schiavizzato e senza volontá. Cosa preferisci ora, un´altro pestaggio, un impalamento o mi scopi. Ció che odini risponde a fil di voce il maestro. Inginocchiata in quella posizione ora si ricorda che ha due Rolls Roice nei garage. Con i suoi addestratissimi muscoli interni li sputa con forza tutti e due. quello del culo parte a missile contro lo specchio dell´armadio distruggendolo, il secondo sparato con ancora piú forza dalla caverna va a finire sul corpo del disgraziato demolendogli una costola. Il vecchio urla dal dolore. Stai zitto verme, prima si scopa e poi ti porto al pronto soccorso.  Lei avanza sulle ginocchia in direzione del vecchio sdraiato a smanettando lo stendardo: scopa deficente. Si siede sul cazzetto di lui, neanche il solletico. Lei tira un´altra ridacciata cavernosa ma anche poco rassicurante. Deficente pensi davvero di soddisfarmi col tuo microbo? Entra con le braccia. Lui obbedisce, la fica é talmente larga e lubrificata che passerebe anche uno squadrone do soldati, tre alla volta. Lui entra sente il calore della fica, il rumore viscido dell succo di lei, le muscola che non solo stringono le braccia mortalmente ma anche risucchiano su e giú tutto il corpo del vecchio che alternato dal letto va a schiantarsi contro la fica. Dopo un tempo smisurato lei tira un urlo cavernoso, lui si spaventa, lei viene godendo disperatemente, un lago puzzolento di sesso bestiale innonda il vecchio, lenzuola, materassi. Lei nello spasimo ha stretto talmente i muscoli che ha spezzato un braccio ed un polso del poveraccio. Lui urla dal dolore coperto dal respiro cavernoso di lei simile ad un drago dentro la sua caverna. Leccami deficente, ma puliscimi dappertutto. Lui incomincia il lavoro particolarmente accurato dalla paura, nonstante dolarante su tutto il corpo. Lecca fica e cosce sputando in continuazione peli. Lei e´soddisfatta. Si alza sernza nenneno guardare il suo schiavo, da un´ennesima tirata di sigaro che per tutto il tempo ha tenuto fra i denti, si dirige in cucina e sbattendo la testa sulla porta si fa un´altro bottiglionre di vino. Vestiti scemo che ti porto al pronto soccorso. Se lo prende in braccio e attraversando mezza citta, con lo sguardo stravolto dei passanti lo porta vestita da puttana al pronto soccorso. Aspetta in sala d´aspetto. purtroppo non puó fumare. E´nervosissima. Arriva il medico curante con il vecchio ingessato dappertutto su una sedia a rotelle, mezza faccia tamponata domandando come e´accaduto: Purtroppo il signore in casa da solo ha voluto salire sulla scala per pitturare il soffitto ma e´caduto. Se ci fosse stata io non sarebbe successo perche me lo sarei caricato sulle spalle. Ritornando verso casa sempre portandolo in braccio tenendolo orrizontale fra le braccia per via del gesso. Lui: allora oltre a delle bugie non hai altro da dire? Sicuro, da domani chiami i muratori e falegnami per alzare le porte delle stanze fino al soffito. Non ho alcuna intenzione di sbattere di continuo la testa per te. Forse se il tuo cazzo fosse di mezzo metro portei magari accettarlo ma col tuo microbo non ti resta altro che di idennizzarmi per mancata attitudine. Oppure ti trovi una donna come quella che avevi per le pulizie, cioé alla tua altezza. Vuoi il meglio? allora paga deficente. E´ricordati che in futuro il pronto soccorso sara´un ambiente che frequenterai spesso. Dicendo questo godendo internamente sente che lo stendardo incomincia di nuovo a lamentarsi. E non pensare di avere una convalescenza eternamente lunga, tanto il buco del culo non e´ingessato. Il veccchio dolorante sente le parole dalla gigantessa come fossero un inguento magico. FINE