La poliziotta By Andy, leonardot@planet-interkom.de LA POLIZIOTTA EŽnotte fonda. Uno scassinatore sta cercando di aprire una grossa saracinesca per impadronirsi della cassaforte che si trova dentro il locale. La luna piena illumina a malapena la scena.. Ad un certo momento unŽombra gigantesca si riflette sulla saracineca: una siluette umana enorme con le mani ai fianchi e gambe divaricate. Il piccolo scassinatore atterrito dalla paura si gira pian piano come voler ritardare la realtaŽ. Davanti a lui si presenta una poliziotta gigantesca con dei muscoli da far spavento. Porta stivali di pelle fino al ginocchio e una grossa cintura che strettissima ai fianchi accentua ancora di piuŽdue tettone spaventose, non porta armi, non ne ha bisogno, con la sua forza eŽin grado di distruggere anche un buldozer. Porta solamente le manette appese alla cintura. Camicia scollatissima, senza maniche e molto piuŽpiccola della sua misura che gli servirebbe. Guanti di pelle a meta dito, capello da poliziotto in testa, capelli lunghissimi che formano un treccione grosso come un pitone. Gonna cortissima e senza slip. Sulla sinistra ha un taschino con dentro due sigari e a destra il distintivo della polizia. Dal mezzo delle gambe esce un cespuglio spaventoso di peli che scendono fino alle coscie e salgono oltre la pancia fino al mezzo delle tettone. Le sopracciglie sono folte e si nota che anche se rasati benissimo che ha dei baffi fortissimi. Improvvisamente nel silenzio della notte tuona il vocione baritonale di lei: " cosi volevi impadronirti della cassaforte. Bene non cŽeŽnessun problema!" Si avvicina allo scassinatore atterrito dalla paura lo prende con una manaccia per il torace avvolgendolo completamente e con lŽaltra senza il minimo sforzo alza la saracinesca sradicandola dai luchetti producendo un rumore terribile di lamiere che si frantumano. Entra nel negozio tenendosi incastrato sulle tettone il povero malandrino tremante pancia su pancia. Si dirige verso lŽenorme cassaforte dŽacciaio pesantissima e con lŽuomo nel mezzo lŽabbraccia il tesoriere sollevandolo come fosse una piuma e stritolando varie costole del poveraccio urlante dal dolore. Prende lŽuomo mezzo svenuto sotto le aselle e mentre lo scuote per farlo rinvenire col suo vocione soddistatta: Ora che ti ho aiutato ad avere la cassaforte mi devi ringraziare!" Si spoglia tenedo solamente gli stivali e il cappello, si scioglie i capilli foltissimi e robusti formando una criniera. Si siede a gambe larghe sul tavolo scricchiolante per il peso smisurato di lei. Si accende tranquilla un sigaro e con una mano si massaggia con la testa del malcapitato il clitoride che nel frattempo si eŽtalmente ingrossato da uscire dalla foresta di pelo. Non viene ancora. Si mette lŽuomo fra le tette tenendolo cosiŽsospeso in aria in quanto lei se le schiacchia dai lati con le sue manacce. LŽomino fra quella massa enorme, calda e pelosa incomincia a sulettare lussurreggiante. Poco prima che venga se lo prende per le caviglie e in piedi se lo alza a rovescio facendogli un pompino enorme. Lui viene arcuandosi dalla lussuria ma amche lei non eŽda meno, improvvisamente con un rumore come se si fosse scoppiata una tubatura sgorga süpruzzante dallŽenorme fica litri di nettare. Lo scassinatore pensa in fin dei conti mi eŽandata bene, ho scopato e sicuramente mi lascia libero. Lei da soddisfatta delle tirate enormi al suo sigaro e pian piano si riveste. "Ma cosa fai!" dice lŽometto. Lei con un movimento sicuro e fatto mille volte ammannetta per una mano lo scassinatore. si passa le manette nel mezzo del reggiseno e ammanetta lŽaltra mano. Lo scassinatore in quella posizione sollevato di minimo un metro e mezzo da terra eŽappeso come un salame. Mentre lei si rifaŽla treccia mostrando due cespugli enormi sotto le ascelle muscolose tenendo il sigaro fra i denti: " Ed ora un poŽdi vacanze in galera. Mentre lei si avvia verso la stazione della polizia fra un passo e lŽaltro fa dondolare il poveraccio appeso che date le strusciate sul pelo della fica non riesce anche se preoccupatissimo e far allentare il gonfiore della sua verga.