vita da rom É un sabato d´estate verso mezzogiorno. Al centro una folla immensa che fa le compere settimanali. Come d´abitudine per strada i soliti mendicanti, musicanti e rom che chiedono l´elemosina. Esco dal centro e mi dirigo in un vicolo abbastanza tranquillo. Nell ´angolo seduto a terra un piccolissimo e mingherlino rom, sporco e malvestito con la mano tesa. Davanti a lui un cartello con la scritta: "sono disperato". Ma nel guardarlo con attenzione si nota che una metá del viso é gonfia, le labbra tumefatte e dalla posizione sembra che abbia problemi di costole rotte. Impietosito mi rivolgo a lui, gli faccio l´elemosima e gli domando se ha avuto un incidente stradale. Il poveraccio risponde mostrando tre gengive sdentate e ancora non rimarginate, : magari sarebbe successo solo una volta. Io: "spiegati meglio". "É semplicemente il mio capo che giornalmente mi pesta perché non porto abbastanza denaro." Impietosito ancora una volta aumento l´elemosina di qualche euro. Mi allontano. Da dietro prima una tossita enorme e catarrosa seguita da una voce estremamente forte e bassa: "grazie signore". Il tono non era ringraziante o devoto ma quasi imperativo come se avessi fatto qualche cosa di doveroso. Un po´ incazzato mi giro per protestare ma improvvisamente mi blocco dallo stupore. Dietro allo zingaro una rom di statura gigantesca, oltre i due metri. Grassissima. Una sottannona fino a terra e una maglietta enormemente piccola per lei e strappata dappertutto. Sporca e puzzolente come una scrofa. Unghie fortissime e lunghissime, tipo artigli rapaci e piene di rogna. Il grasso copre una massa mastodontica di durissimi muscoli, Le tette grosse come quelle di una vacca esplodono dalla maglietta mostrando due capezzoli neri e grossi come un wurstel. Tra i denti fortissimi e sanissimi ma ingialliti tiene un mozzicone di sigaro bagnato, masticato e spento. Con una mano sopra la sottana si gratta la fica che probabilmente sporca e puzzolentissima gli dará un gran prurito. Tira un calcio con il suo piede nudo e nero dalla sporcizia al povero uomo che fa un volo di tre metri seguito da un lamento e sangue. Lei si inchina mostrando le due tettone sudate e prende il denaro dal vassoio di cartone. Con una manaccia alza la sottana e insacca il denaro in una sacca che tiene allacciata alla pancia. A questo punto le gambe mi vengono a meno. Riesco a notare per un momento l´apparato genitale della zingara. Un ammasso densissimo, inumano, di peli fortissimi, attaccaticci e sicuramente puzzolenti. Le gambe sono nerissime dai peli che completamente le coprono fino ai dorsi die piedi, sicuramente un 48. Le braccia che sembravano nere dallo sporco sono completamente coperte di peli, rasati ma densissimi. Si sistema i neri capelli lunghissini fino al culo e forti come fil di ferro. Li intravvedo un ammasso inumano di pelacci sudati sotto le ascelle che si arrrampicano fino a coprire il lato delle tette. Nel mezzo del canion pelacci lunghi e neri. Io stranamente eccitatissimo da quella scena mi avvicino per osservare meglio. Noto che sulla pelle scura e sporca della faccia ha una barba foltissima, nera che copre tutta la faccia, da guancia a guancia, collo fino ad attaccarsi alla nucca sull´attacco dei capelli. Lei comportandosi come se fosse un essere umano mormale, un po´incazzata: "ho ringraziato no? Non basta?" "Non per questo" rispondo io, "lei non deve trattare que poveraccio come fosse un pezzo di merda". Il poveraccio dolorante fa segno di tacere bisbigliando sottovoce: Stai zitto, é il mio capo, sparisci e non farlo incazzare. Lei risponde: "é il mio dovere tenere l´ azienda funzionante e non ho bisogno di consigli" Io per non creare storie mi allontano dicendo: "non finisce quí". Per strada non riesco a dimenticare quella gigantessa di rom anzi immaginandola invece che da zingara come fosse una puttanaccia da bassifondi. Poi senpre nella mia immaginazione vedo una scena che lei pesta senza pietá cinque magnacci sempre tenendo il suo sigaraccio in bocca. A questo punto vengo nelle mutande come un studentello puberatle. Li capisco che devo dare a questo stranissimo incontro un seguito. Ritorno verso sera dove ormai l´affluire di persone si é dileguato. Sempre allo stesso posto da un angolo osservo la scena. La zingara ora con un enorme sigaro acceso che passa sapientemente da un lato all ´altro delle labbracce enormi e ingiallite sta contando il denaro guadagnato. Dietro di lei incastrato sul muro dal suo enorme corpo il povero zingaro che quasi schiacciato sta per mancargli l´ossigeno. Sembra volesse tenerlo imprigionato per eventualmente amazzarlo di botte se non avesse reso abbastanza.Lei da una tirata soddisfatta che quasi dimezza il sigaro, prende sottobraccio lo zingaro come fosse un sacco di patate o un oggeto da lavoro e si allontana cantarellando con la sua voce da basso accompagnata da diverse enormi tossite catarrose. Io la seguo in silenzio. La seguo anzi la pedino fino ad arrivare ad una vecchia roulotte arrugginita. Lei getta noncurante lo zingaro ad un lato e d entra nella sua cosí detta dimora. Dal suo peso corporeo la roulotte scricchiola e s´inchina. Dopo un po´ esce e getta una specia di catino con del cibo indefinibile allo zingaro dicendo: ora mangi ma se domani non lavori meglio non solo salti i pasti ma ti spacco tutte le ossa che possiedi. Rientra sempre cantarellando. Io mi avvicino, faccio segno allo zingaro di star zitto ed osservo dal finestrino. Lei si stira toccando con la testa il soffito e con le mani le pareti ai lati. Tira un muggito di rilassamento e si spoglia. Ora vedo che anche la schiena é completamente coperta di peli spalle comprese. Si passa una mano sulla barba che ormai grattante fa un rumore come da carta vetrata. Chiama urlando lo zingaro. Lo stesso fa un sobbalzo come se fosse arrivato il terremoto. Mi passa davanti mentre stavo per incominciare a masturbarmi dicendo: "senpre la solita storia di ogni sera". Entra ed io continuo ad osservare silenzioso dal finestrino. "spgliati deficente inutile" ordina lei mentre a gambe larghe in posizione d´attacco si sta massaggiando la ficaccia producendo un scricchiolio di peli. Lo zingazo obbedisce e come fosse una cosa sicuramente abituale scala la montagna di zingara. "incomincia" ordina la ciclope. Lui come se fosse il lavoro piú duro della giornata incomincia a palpare, baciando la zingara puzzolente dappertutto. Lei massaggia la fica ed incomincia ad ansimare catarrosamente. Posiziona il poveraccio col culo sopra la fica, lo prende sotto le ascelle con le sue manacce e se lo passa piú volte sulla fica. Io sto tremando dalla lussuria e non ho mai sborrato cosí tanto in vita mia. Sempre col sigaro puzzolente in bocca : ora quasi ci siamo" dice lei con tono impaziente. Ora succede una cosa che non avrei mai immaginato. Anziché di essere scopata dallo ziongaro, come normalmente dovrebbe succedere, invece la scena cambia. Dalla montagna di pelo della fica si fa intravvedere il clitoride gonfiarsi, Lei fa posto tra la foresta di peli con le mani dicendo: "cosa aspetti deficante". Lui cone un cane obbediente incomincia come d´abitudine a fargli un pompino. Lo stesso dalle dimensioni di forse 3 o 4 cm si ingrossa a vista d´occhio. Lo zingazo cosciente della propria vita continua a spompinare. Ora lei si arcua facendo sobbalzare incurante lo zingaro come fosse un leggerissimo cuscino. Sbraia, tossisce e fa sentire i bronchi catarrosi e pieni di nicotina. Ora il clitoride é di forse 25 cm. Io sto per svenire. Lei posiziona lo zingaro col culo sopra lo stendardo aiutandosi con le manacce sui fianchi dello stesso e lo incastra, anzi impala con forza noncurante di ció che sta per provocare. Lo zingaro urla dal dolore , a lei non interessa, lo alza e abbassa come se fosse un oggetto e non una persona. Dopo forse 10 minuti di tortura la carneficina finalmente finisce. Lei tirando un urlo inumano viene spruzzando litri di succo biancastro che lava completamente lei, lo zingaro ed il letto. A questo punto lo estrae dal missile e gettandolo verso la porta: "sparisci ed organizzati mentalmente per domani". Lui dolorante camminado arcuato con le mani sul culo dal dolore ricevuto, esce e si corica all´aperto su dei cartoni rotti e giornali. Lei é ancora in calore e si stá facendo un pompino enorme. Con una mano tiene il sigaro, con láltra un pollo arrosto intero e tra le gambe tiene incastrato un fiasco di vino che in pocotempo svuota emanendo un rutto simile ad un tuono. Io sto tremando come una foglia come se la temperatura esterna fosse meno 30 gradi. Ora é quasi mezzanotte, fuori fa buio pesto ed il silenzio é assoluto. Io in stato di lussuria massima sto rumorosamente ansimando. Fu lí che lei se ne accorse. Sobbalzando dal letto come fosse un peso piuma, cosciente della sua forza inumana si dirige verso l´esterno squassando la porta della roulotte con sicurezza. Mi vede, cerco di scappare ma lei con la sua manaccia mi agguanta al collo. Stringe e mi solleva. Mi guarda silenziosa tirando fumate enormi di sigaro. Io tremo ora dalla paura e mi picsio e cacco addosso. Lei accarezzandomi sul cazzo che non avendo fatto tempo ad incalzare nei pantaloni era allo scoperto: "ah il signore generoso che voleva proseguire il discorso. Bene ora continuiamo. Lei prendendomi in braccio come fossi un bambino masturbandomi con due ditacce il cazzo che dalla paura era quasi sparito, entra nella puzzolente dimora. Ora oltre all´odore di letame si aggiunge l´odore densissimo di sesso dello sperma di lei. " bene cosa ti faccio ora? Decidi tu" Con un fil di voce: "faccia ció che vuole ma non mi ammazzi per pietá" Lei mi osserva e tira un´enorme risata catarrosa. " Invece di distruggerti ti voglio adoperare". Lui ancora tremante per un pó si consola che almeno li non finiscono i suoi giorni, uguale a ció che succede. Lei facendo segno sul letto" siediti". Mi siedo sulle lenzuola nere di sporcizia e completamente bagnate di sperma. Lei apre un armadietto estrae un catinella, sapone da barba, tre rasoi. Versa dell´acqua da una caraffa dicendo: " sicuramente sai come si fá la barba" ho deciso di essere bella per te´, quindi radimi. Ti consiglio di non tagliarmi altrimenti qui finiscono le tue avventure. Cercando di tremare il meno possibile mi metto in piedi nel mezzo delle gambe aprte di lei ed incomincio ad insaponare. Lei non smette fi fumare il sigaro e noncuramte mi impesta la faccia di quel sigaro puzzolentissimo. Non ho il coraggio di protestare. Lei canterella soddisfatta. Dopo circa 40 miniti, tre rasoi distrutti e tre passate la procedura sembra finita. Si passa la mano sulla faccia, non dice niente, quindi va bene penso io. Nel frattempo per tutto il periodo della rasatura lei si é fatta una segata enorme ed il clitoride é ancora in posizione. Lei mi guarda con un espressione pericolosa. Io impaurito con un fil di voce: "per pietá sono vergine, non mi distrugga il culo". Lei mi prende con la manaccia con due dita fra le guance e dolorosamente stringendo con tono rassicurante: "per i guardoni ho un´altro programma nell´arsenale". Da un forte tirata di sigaro, svuota a garganella mezzo fiasco di vino e tirando un ruto pazzesco dice: "cio che ho previsto per te costa 200?. Sborsa". Dicendo questo lei lei imposante di fronte a me in piedi, con la testa arcuata in quanto batte sul soffitto, pugni sui fianchi, bicipidi completamente tirati, cosce ingrossate da far spavento, facendo movimenti sessuali di pube: "allora ti decidi da solo o devo obbligarti". "Va bene ho capito" apro il portafoglio ed estraggo 200?, ne rimangono 50. Lei mi osserva pericolosamente ed io capisco, gli do anche i 50. "Grazie sei veramente di buon cuore. Spogliati e buttati sul letto ed osserva." Schifato dal puzzo di sperma cerco di calmarmi ed osservo come da ordine. Lei con calma entra con molta difficoltá dentro la doccia. Cantarellando si lava anche se l´acqua é freddissima. Probabilmente é abituata. Si sciuga con un lenzuolo matrimoniale. Si siede su uno sgabello facendolo scricchiolare ed incomincia a spazzolarsi i capelli. Fumando si osserva compiaciuta allo specchio. Si pulisce con un coltello alla meglio gli artigli e li smalta di rosso. Si incipria la foresta della fica, del culo delle ascelle e le tettone. Massaggiandosi sessualmente i capezzoloni induriti mi osserva civettusamente. Si mastica sessualmente e con bravura le labbrone ingiallite di nicotina. Il mio cazzo sta per esprodere. Sono quasi convinto di amare quell´essere inumano quasi disperatamente. Si trucca con maestria come fosse la piú accanita puttana della periferia. Ora is alza, prende un altro fiasco di vino, lo stappa con i denti e quasi losvuota a garganella. Ora tra il sigaro ed il vino deve avere un alito simile ad una cloaca ma la lussuria che provo é piú forte di certe finezze. Ora lei cercando di rendere la sua montagna di corpo piú sessuale possibile mi accavalla sul letto e sostennendosi con le potenti braccia pelose, inebrandomi con il suo odore di sapone a buon mercato, borotalco, vino e nicotina, mi sussurra avvicinandosi alla mia bocca: ora ti faccio passare la piú bella ora della tua vita. Io lussureggiante cerco di incastrare il cazzo ma data la mole non arrivo che all´omelico . Aproffitto per penetrare nello stesso, tanto é profondo, peloso e morbido come una fica. Lei con una manaccia mi preme sul letto: Non essere impaziente, mi hai pagato e sono io a lavorare. Lentamente si avviciana all mia bocca e mi tira un bacio caldissimo e bagnatissimo al gusto di sigaro. La lingua e grossa come quella di un vitello ed essendo penetratat al massimo quasi mi soffoca. Lei si accorge che sto diventando palllido mancandomi l´aria quindi stacca e si abbassa col suo mastodontico corpo sul mio cazzo. Allarga la bocca a mo´ di forno da pizza ed ingoia con facilitá e bravura cazzo e palle contemporaneamente. Ora metá della mia pancia e´coperta da un calore umido e caldo. Sto per impazzire. Lei incastra il clitoride tra i miei piedi masturbandosi ansimosamente. Vengo abbondantemente, lei senza staccarsi, divora e continua a spompinare, Mi lava con la lingua sapientamente tutto cio che ha immagazzinato in bocca. Ingoiando con piacere come quando si beve un buon caffé: "ora fammi felice e cerca di esser altrettanto generoso. Si adagia di lato facendo sprofondare dal peso il letto, io sobbalzo verso l´alto quasi catapultato. Allarga le gambe emanendo un odore intensissimo di sesso esponendo la fica che data la foresta non si riesce a vedere. Lei allarga le lebbra della fica e dice: "ora incomincia" Io impaziente in calore massimo entrero subito. Entrano palle e cazzo e non riesco a sentire niente, la fica é grande come una caverna. Lei si mette a ridere: O sono io troppo grossa o sei tu troppo microscopico. Mi vergogno un po´. Entra con le dita" mi ordina. La fica essendo bagnatissima é ancore piú enorme e scivolosa. Entro con la mano, con due, inoltro anche le avanbraccia. Cerco di farla godere. Lei risponde stringendo i muscoli vaggina. Sono cosí forti che non riesco ad andare sue giu, sembro come incastrato. Il clitoride ha assunto dimensioni assurde. Fammi un pompino " ordina. Io eseguo. Lei dalla lussuria strinde la fica ancora di piú. Io incomincio ad urlare dal dolore, sembra che le mani stiano stritolandosi. Lei sorridendo: ora entra col tuo cazzetto". Lascia la presa. "ma sará troppo piccolo per te'. "Entra scemo ed osserva" Entro con cazzo e palle ed incomincio automaticamnete a sculettare. Lei mi prende le chiappe del culo con le manacce e mi pressa contro la fica senza darmi possibilitá di movimento. A qusto punto incomincia il paradiso terrestre. La fica si restringe come fosse programmata fino ad incastrare il mio cazzetto come fosse una guaina da spada. Incomincia a massaggiare con i suoi muscoli vagginali come la piú esperta delle pompinare. Il calore, la pressione, il succo mi fanno impazzire dalla lussuria. Penso che anche se mi viene un infarto in quel momento va bene lo stesso. Lei mi tiene pressato senza darmi possibilitá di movimento. Dopo un po´vengo disperatamente urlando dal piacere. Lei non urla ma respira profondamente facendo sentire il suo tono bassissimo do voce. Mi estrae sollecvandomi con le sue mani, mi adagia sulla pancia ansimante facendomi sentire come sulle onde del mare. La mia testa e nel mezzo delle tette calde e mastodontiche. Gioco con la lingua con i peli tra le tette. Mi sento bene, soddisfatto, rilassato e soprattutto disperatamente innamorato. In quella posizione sopra di lei ci addormentiamo per tutta la notte. Lei ogni tanto si accende e fuma il sigaro ma senza muoversi per non disturbarmi. Alla mattina mi sveglio, la bacio sulla bocca e mi accorgo che la barba é cresciuta e giá gratta. Le accarezzo innamorato le guance. Lei mi accarezza la schiena e le chiappe del culo. Con la sua voce insonnata, ancora piú bassa del solito: Ti é piaciuto? Hai speso bene il tuo denaro?" Io incazzato mi alzo dalla pancia e mi siedo sulla stessa allargando al massimo le ganbe su i suoi fianchi. Allargo le tette con le mani per vederla in faccia. "ricorda bene cíó che ti dico. Non ti ho scopato perché sei una puttana ma perché ti amo disperatamente. Lei con una mano mi accarezza la guangia e con l´altra mi massaggia il cazzo. "cosa pensi se ti volessi sposare? " lei un po´pensierosa "devo pensarci". Dopo un po´ "Va bene ho deciso di sposarti peró ad un solo patto in quanto non posso andare contro la mia natura. "Sarebbe"? Dico io incurioisito. Lei "di sera, di notte, e durante le festivitá e ferie saró la piu brava mogliettina del mondo", dicendo questo aumenta il ritmo della masturbazione del cazzo. Di giorno peró continueró a fare la zingara, sporca puzzolente e non rasata. Non posso andare contro la mia vocazione. Io pensante ed innamoratissimo: " va bene accetto" ma ogni giorno deve essere paradisiaco come questa notte. Lei alzandomi con le sue manacce e portando il mio cazzo vicino alle sue labbra sollevandomi cosí nel vuoto: "questo non te lo posso promettere perché ho intenzione di farti provare non il paradiso terrestre ma mille paradisi contemporaneamente. E fu lí che mi fece il pompino piú amoroso della sua vita. Spero con questa mia storia di avervi divertito e magari fattemelo sapere atvsa@gmx.net