L´ufficiale giuduziario Come ogni giorno, puntualissimo, alle sette del mattino il pubblico ufficiale si sveglia. Il primo caffé del giorno accompagnato dal mozzicone di sigaro lasciato sul comodino prima di addomentarsi. Ama i sigari incominciati perché sono nicotizzati al massimo. Quindi la doverosa toilette compresa la noiosissima cerimonia della rasatura. Piú che noiosa, molto laboriosa, la barba é talmente abbondante e intensa da doversi passare completamente viso e collo tre volte. Quindi la prima colazione, come sempre abbondante data la sua mole, due metri e cinque. I soliti 5 panini imbotitissimi, svariato caffe e naturalmente per svegliarsi il solito grappino da quarto. Preso il gippone che deve sopportare 190 chili si dirige verso l´ufficio canticchiando con la sua voce baritonale, con l´immancabile enorme sigaro che consuma fumandolo ma anche contemporaneamente masticandolo, per vedere chi e´di turno per essere, cosí per dire, giustiziato. Gentilissimo saluto della simpatica e sexy segretaria, dove come d´abitudine sale su una sedia e gli dá il primo bacio del giorno assaporando cosí sigaro e grappa. Come usualmente l´fficiale infila la sua linguaccia fino alla gola della segretaria trasportandola cosí con una mano da una stanza all´altra, canticchiando col suo vocione e tenendo il sigaro fra i dentacci gialli di nicotina. Non passano molti secondi che la segretaria incominacia ad arcuarsi tremante bagnandosi completamente le coscie dalla lussuria. L´ufficiale quindi la mette a terra e con tono ufficiale domanda delle pratiche. La segretaria asciugandosi le porge le pratiche del giorno. "žBene oggi abbiamo tre visite da fare, debiti per 1500 €, 4700 € e ... .bene, bene, bene 753.000€, giornata interessante" esclama tossendo come un tuono e facendo gorgogliare litri di catarro. Mette tutto nella cartella, si guarda nello specchio, solleva con una mano la segretaria, dove seduta sul palmo , da il secondo bacio dicendo "ž torna presto" perché lo sai che ho bisogno di essere penetrata come si deve. "žlo so" dice l´ufficiale e si dirige verso l´esterno. Disgraziatamente durante la guida, distratto nel pensare dove si trova il primo appuntamento, corre a 100 all´ ora in una zona limitata a 30 Km. Una vigilessa ferma la jeep e battendo sul finestrino domanta patente e documenti. L´ufficiale dallo stupore ingoia compltemanete il mozzicone di sigaro acceso, scusandosi. "žNiente scuse, a lei spetta una denuncia molto pesante. L´fficiale si passa una mano sulla barba che giá incomincia a grattare, estrae la manaccia pelosissima attraverso il finestrino ed accarezza la vigilessa dicendo: Siamo tutti e due pubblici uffciali, cerchiamo di risolvere la cosa piacevolmente e gli porge il bigliettino da visita col numero di telefono. La vigilessa ligia al dovere ma anche interessata a quel gigante e sopratutto curiosissima non capendo bene di chi ha di fronte: "žva bene, prosegua, ma si concentri sulla guida. L´ufficiale si passa la mano in mezzo le gambe e soddisfatto dell´arnese gonfio e indurito dal momento che la vigilessa era carina, si dirige verso il primo appuntamento. Un palazzo di 12 piani con ascensore. Il debitore abita al sesto piano, quindi fa per entrare nell´ascensore. Niente da fare, portata massima 170 Kg. Un po´incazzato incimicia a salire sulle scale facendo scricciolare i gradini di legno. Meno male che l´ufficiale é allenato in quanto frequentatore accanito di palestra. Suona il campanello, dall´nterno una vocina esile di uomo: "žchi é?" "žl´ufficiale giudiziazio!" Nessuna risposta e passano i secondi. Due colpi enormi di pugni che fanno non solo tremare la porta ma anche fracellando un po´l´intonatco intorno alla cassa dalla porta. Nessuna risposta. Il gigante pensa: "žsiamo alle solite". Prende la maniglia, strappa maniglia, serratura, e attraversando la porta fa cadere a terra la stessa squartandola. Si tova davanti tremante un omino piccolo e mingherlino in mutande e canottira che data la situazione sta quasi per svenire. Non tanto per la porta distrutta, ma nel vedere quell´essere anormale. 2 metri e 15 dati i tacchi, una camicia bianca attilatissima che sembra scoppiare dati i muscoli erculei e due tette grosse come due palle da spiaggia, scolatissima, minigonna con spacco laterale che sembra esplodere date le coscie mastodontiche. Pelo su tutto il corpo, lungo e nero, fuoriusce da sotto le maniche corte, dal decolté e dalla ninigonna.. La barba ha gia oltrepassato l´enorme quantitá di cerone. Capelli nerissimi, forti come fil di ferro e fermati sul di sopra a culo di fiasco in quanto lunghissimi. Le calze schgiacciando l´enorme quantitá di pelo fanno aumentare l´effeto dello stesso. I capezzolo lunghi come un dito pollice sembrano bucare la camicia misura 56 e da uomo. Scarpe a plateau dato il peso che devono sorreggere, un 47 con cordelle arrotigliate sulle gambe mimetizzate dal pelo. Un enorme gonfiore sulla pancia che arriva fino al cinturone die fianchi. Il signore trema sbattendo anche i denti. Lei (si é una donna) noncurante del tutto si accende un sigaro, estrae una bottiglia di grappa dalla cartella, ne scola una metá. Quindi estrae la pratica. Devo incassare 1500€, pagamento in contanti o assegno. L´omino "ž non ho denaro". Lei calmissima si dirige verso l´omino, lo prende sotto le ascelle, lo solleva all´altezza del suo viso. Passando il sigaro da destra a sinistra: In contanti, a mezzo assegno o con la forza. L´omino sbatte la gambe all´aria e si pisca addosso dalla paura. Lei: "žmaiale" gli strappa le mutande infilando un dito sull´elastico, lo asciuga, tirate enormi di sigaro, lo gira, con una mano lo solleva e sorregge, con láltra alza la minigonna facendo esplodere come una catapulta un missile di clitoride da 27 cm, 15 di circonferenza, duro come il marmo, rosso infuocato. Adoperando i suoi muscoli vaginali lo fa alzare ed abbassare e come fosse una leva lo sbatte fra le gambe lel poveraccio. "žcosa preferisci?" l´omino non risponde piú che altro mancandogli la voce dalla paura. "žVa bene ho capito" Sigaro fra i denti , girato lo afferra sull torso, lo piega ed infila noncurante completamente lo sterndardo squassando culo, emorroidi, e tutto l´apparato interno. Con l´aiuto del bacino e delle nami da colpi micidiali seguiti da urla enormi e sangue abbondante. Lei canticchiando soddisfatta continua noncureante se l´uomo sopravvive o no. Dopo qualche minuto l´uomo sviene. É li che lei soddisfatta nell´averlo distrutto segue un boato squarciante che fa esplodere litri di sperma lavano completamente l´uomo da testa a piedi e se stessa sulla pancia muscolosa e sulle coscie formando cosí col pelo una specie di budino. Estrare l´uomo dalla canna, lo gira, con una mano lo sostiene e con l´altra gli tira un ceffone tale che due denti saltano e le labbra esplodono. Lui rinviene dolorante e pendolante come una marionetta appesa senza vita. "žAllora pagiamo o incominciamo daccapo". Lo lascia e cadendo da un´altezza di minimo un metro si schianta al suolo fracassandosi una gamba e due costole. Strisciando sul pavimento come un verme, lasciando una scia di sangue che continua ad ucire dal culo: "žpago. pago". "žVisto con le buone si ottiene tutto. Incassa, mette la pratica nella cartella. Gli strappa la canottiera e si pulisce le coscie. Si passa la mano sulla barba che gratta come la carta vetrata. Scusi un po´dice gentilmente, devo sbrigare un doverino. Estrae un rasoio a batteria e facendolo lavorare fino all´impossibilmente si rade un pó, almeno per far vedere la faccia non completamente coperta da una massa nera di barba. Quindi esce: "ž grazie della gentilezza e scusi delle maniere un po´anormali ma fa parte del mio dovere. Anche per questo sono in uffucio famosa per ottenere sempre otttimi risultati. Fá l´occhiolino all´omino distrutto che sostenendosi su una sedia la saluta alzando la manina tremante. Stranamente ad ogni visita dell´ufficiale giuduziario si sente quasi sempre la sirena dell´ambulanza in azione. Canterellando, scolando il resto della grappa, accende il mozzicone e a 4 gradini alla volta scende pensando all´appuntamento seguente. Essendo mezzogiorno si fa 3 pizze e 2 litri di birra, un rutto da boato seguito da una scoreggia straziante e via alla volta del dovere. Il prossimo appuntamento é un casino. Gentile domanda al buttafuori se la padrona é presente. Lui 20 cm piú basso, robusto peró, "žsono cose che a lei non riguardano. Lei senza fare una mossa, mette la cartella a terra, ingoia il mozzicone, prende con una mano il collo del buttafuori, lo solleva, gli tira un pugno tale sulla pancia che l´uomo per reazione si cacca nei pantaloni, lei sentendo l´odoraccio stende li braccio per allontanarlo, quindi sempre sostenendolo all´aria come non pesasse un grammo, "žripeto, la padrona e´presente?" "ž Si, si e´in ufficio al secondo piano. Lei entra canterellando ed osservando le varie puttane nella sala d´aspetto: forse un giorno veró a trovarvi in forma privata peró, ora il dovere. L´ufficio é aperto, entra, la puttana superiora, nuda con una vestaglia trsparente é adagiata sul divano. "žChe bel donnone" esclama vuol venire da me? Col vocione ancora piú basso: "žé proprio cosí, 4700 € da pagare, subito ed in contanti" non fidandosi cosí dell´istituzione. La puttana preme il pulsante dell´allarme per chiamare in aiuto il buttafuori. Naturalmente essendo giá stato avvisato, fa finta di non sentire. La puttana é nervosa. Si dirige versa la gigante armata di una sedia che va a fracassari sul corpo erculeo dell´ufficiale. Lei senza muoversi, fa come per spolverarsi, prende la puttana, la solleva e fa sedere sulla scrivania. Si strofina il missile, lo estrae, apre a forza la bocca della troia e glielo infila completamente. Nonostante l´esperienza ingoiare un missile di quella portata non é cosa da tutti i girni. Cerca di dimuoversi, ma la forza mitologica della gigantessa é impossobile. Non resta che sopportare ed ingoiare. Lei sbatte noncurante se la soffoca anche perché é incazzatissima della reazione ricevuta. Squarcio come se un tubo dell´acqua esplodesse e litri di sperma riempiono, esofago, gola, bocca e fuoriescono prepotenti scendendo dal mento fino ad arrivare sulle tette. Lei estrae soddisfatta, la solleva all´altezza della faccia gli rovina la pelle della faccia grattandola selvaggiamente con la sua barbaccia. Facendo finta che non sia successo niente: "ž4700 € e ringrazi il Padre Eterno che non mi faccio pagare il pompino, come d´abitudine con i miei colleghi d´ufficio. La puttana prende il cofanetto e paga, massaggiandosi con la mano il collo ancora dolorante. "žgrazie lei é molto gentile, forse un giorno mi presenteró come cliente o magari per arrotondare lo stipendio come dipendente." "žfaccia pure "ž rispoinde la puttana. Canterellando esce e con segno di saluto accarezza la testa pelata del buttafuori, che fa un sobbalzo di spavento pensando di ricevere ancora una volta qualche mazzata. Ora mi devo sbrigare perché é quasi ora di ritornare all´ufficio. Terzo appuntamento. Questa volta una fabbrica di scarpe. Passa attraverso il cancello della portineria senza domandare il permesso e si dirige verso la direzione. La segrataria cercando di essere normale nel vedere quella gigante barbuta che nonstante il divieto fuma un sigaraccio puzzolente, attraverso il citofono: "žc´é ... .........una signora che domanda di lei" "žfaccia entrare" Il dirigente nel vedere quel donnone con una cartella, con le palle al muro: non posso pagare ho dichiarato fallimento. Lei: "žpuo fallire finché vuole ma le tasse evade le paga e subito". Il dirigente é un bell´uomo, curatissimo ed elegante: "ž ma non possiamo regolare la cosa con piú garbo, magari con gentilezza? Abbassa le persiane elettriche, mettte una musica sessuale di sottofondo, "žnon debbo essere disturbato per nessun motivo al mondo" dice al citofono. Apre il bar e domanda cosa desidera. Lei col suo vocione cercando di essere gentile:"Grappa". Lui prende la bottiglia ma lei gliela strappa dalle mani, stacca il tappo con i suoi dentacci e la scola completamente. Il dirigente sbalordito, sentendo che lei puzza di sigaro offrendo la scatola di sigari pregiatissimi: "žvuol fumare" "ž con piacere" prende un sigaro, se lo infila fra i denti e con una manata estrae tutto il resto della scatola infilandoli fra le tettone pelosissime. Ora lei é sudatissima e manda un´odre come un elefantessa in calore. Si accomodi" Lei schianta di peso sul divano a tre, riempendolo e facendolo scricchiolare. Lei a gambe larghe, senza mutande, mani dietro la nucca, sigaró in bocca, foreste di pelo che escono frau le gambe e sotto le ascelle. Il dirigente tremante perde il contegno e si avvicina in piedi tra le gambe, accarezza le tettone pelose e sentendo il tanfo sessualissimo delle ascelle forestali fa si che il cazzo diventa duro. Lei vedendo il gonfiore, "žoh bene vedo che gli piaccio" lui "ženormemente" pensando cosí di accativarsi la simpatia a scopo di lucro. Lei apre la cinta abbassa i pantaloni e mutande, nonostante il cazzo del dirigente sia la metá del suo stendardo, apre completamente il formo della bocca ingoia completamente palle e cazzo senza chiuderla. Con l´auito della ligua fa saltellare il sesso del dirigente, lui incomincia ad impazzire, ma lei per fargli capire che aria tira nonostanmte tutto, gli infila il dito indice completamente dentro il culo. Dito che potrebbe essere il cazzo di un negro ben dotato. Lui essendo perverso sculetta avanti ed indietro, facendo lavorare cosí cazzo eculo. Lei incomincia ad eccitarsi, é costretta ad aprire il cinturone perché il clitoride arriva ora fino all´onbelico. Si fa una sega portandolo alla posizione di tiro. Spruzzata di lui che lei ingoia completamente senza difficola e spruzzata di lei che lava divano e pavimento. Lui in calore abbraccia il collo taurino di lei si strofina sulla barba eccitatissimo e la bacia amorosamente. Lei risponde infilandogli la linguaccia in gola. Lui sembra impazzire. Lei si alza improvvisamente facendolo sobbalzare come un pupazzo, si spoglia, si sdraia sulla scrivania a gambe larghe, si strofina le tettone facendo scricchiolare i peli, bagnatissima, col clitoride steso come uno stendardo, vibrante ad ogni respiro: "žscopami cretino" Lui si avvicina tremante, gli masturba il grilletto e fa posto fra la foresta per vedere la fica dal vivo. Vede un voragine di dimensioni animalesche. É imbarazzato, non sa che fare pensando di non essere all´altezza. Lei l´osserva e gli ordina di portare la bottiglia vuota da litro della grappa. Se la infila completamente facendola sparire. "žosserve cretino" Con l´aiuto die suoi muscoli vaginali la estrae e risucchia piú volte, addirittura la fa girare su se stessa senza toccarla. "žora estrai" lui obbedische ma sembra incollata, lei con l´aiuto dalla sua morsa di muscoli la imprigiona, incastrandola. "žestrai" lui riprova, cerca di aiutarsi con le braccia, perfino puntando le ginocchia sulla coscia di lei. Niente da fare. "žÉ lí che lei non solo lascia la presa ma addirittuta fa catapultare la bottiglia a piú metri di distanza sfracellandola contro un armadio. Lui é disperato perché non ce la fará mai a soddisfare una tale caverna. "žora entra col tuo cazzetto cretino" Lui accetta e non sente ne fine ne pareti. Lei fa una ridacchiata enorme, catarrosa, accompagnata da una puzzolentissima scorreggia. "žosserva" dice lei. E quí il miracolo. La figa da enorme grazie alla bravura die suoi muscoli interni si impiccolisce a fa da guaina cone se il cazzetto di lui fosse la spada. Non solo ma fa un massagio interno tale che neanche la piú esperta pompinara saprebbe fare. Lui impazzische dalla gioia, scopano come dannati, lui ansima, lei respira catarrosamente. Mentre scopa si accende un sigaro che fuma senza toccarlo Lui si aiuta agguantando il clitoride anche perche le gambe gli vengono a meno. Lei" scopa, batti di piú , piú forte, entra anche con le palle" Lui fa il possibile. Lei strizza il cazzo al massino come fosse un limone, si arcua e sollevando l´uomo con le mani sulle sue chiappe lo fa sobbalzare. Lui si arcua, sono tesi come corde di violino. Una abbondante spruzzata di lui seguita da una valanga di sperma di lei. Lui si dimena sul pelo pieno di sperma massagiandosi tutto il corpo. "žnon c´é male dice lei" "žti amo disperatamente "ždice lui. Finita la scopata: vuoi essere la mia direttrice, la mia segretaria, e mia moglie? Lei un po´imbarazzata, ingoiando il sigaro: non posso, sono una dipendente statale ma posso fare ben altro. Trasformo il tuo debito in cento rate cosí ci possiamo vedere una volta alla settimana" dicendo cosí gli fa l´occhiolino. Lui paga la prima rata e vanno a farsi assieme una doccia interessantissima. Lui ammira quel corpo erculeo pelosissimo, bagnato, scivolante, la insapona, passa la schiuna, gli fa lo scianpo, l´ammira e l´adora. Si salutano col doveroso bacio in gola da sollevato. Fine della giornata lavorativa, non proprio con successo totale ma con promesse interessanti. Ah si é timenticata della sua segretaria che la sta aspettando a gambe larghe. Il lavoro dell´ufficiale giudiziario é veramente molto difficile e non da tutti.